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Jakidale, «il bello è che tutto ciò che so l’ho imparato sul web, da tutorial su Youtube»

Intervista. Uno degli youtuber più importanti d’Italia (1,87 milioni di iscritti al suo canale), ospite di Bergamo Next Level, racconta la sua ascesa verso il successo. E lo spirito fatto di voglia di imparare, costanza e impegno grazie al quale una semplice passione è diventata un lavoro vero e proprio. «Sono diventato bravo facendo un sacco di errori e sperimentando un sacco di cose»

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Jakidale

Prendi un bambino di 9 anni e regalagli una macchina fotografica. Mostragli la funzionalità video, mescola tutto con un pizzico di intraprendenza e dai vita a uno degli youtuber più famosi d’Italia: Jakidale. Recente protagonista di Bergamo Next Level, l’appuntamento organizzato dall’Università degli Studi di Bergamo per stimolare attraverso incontri il dialogo e lo scambio fra le diverse anime della conoscenza e le tendenze future, Jakidale, all’anagrafe Jacopo D’Alesio ha incontrato i giovani, i follower e ha raccontato come si costruisce un percorso di successo.

È innegabile, infatti, che di successo si parla. Jakidale appartiene a quell’élite di internauti che è riuscita a trasformare la passione in lavoro e vivere (discretamente bene) grazie alla rete. Il suo canale Youtube conta – ad oggi – 1,87 milioni di iscritti, sono 484 mila i follower su Instagram, mentre su Twitch, dove vivono i nuovi nerd, conta poco meno di 188 mila seguaci. Eppure, a sentire lui, i numeri non sono così importanti: «Se uno vuole fare qualcosa deve farlo. La maggior parte delle persone che conoscono che vorrebbero realizzare dei video, parlano, pianificano, ma poi non fanno nulla in attesa del momento giusto. Ecco, il momento giusto non arriverà mai, bisogna iniziare a sperimentare senza la paura del giudizio degli altri. Anche andasse male, avrai comunque imparato a fare qualcosa».

Nello specifico Jakidale è uno youtuber che «costruisce cose». Il suo studio ha una vera e propria zona adibita ad officina e laboratorio in cui passa il tempo a costruire, modificare e testare i tantissimi gadget che gli inviano. Oltre a questo riprende tutte le esperienze particolari che fa, raccontando una vita decisamente avventurosa, ma senza avere particolari doti di partenza. Semplicemente, come dice lui, si è buttato ed ora raccoglie i frutti di questo suo perseverare.

AS: Quando ti sei reso conto che stava per succedere? Che stavi diventando uno youtuber?

JA: Non c’è un momento preciso. Tutto è veramente nato per gioco mentre andavo a scuola. Nel mio tempo libero mi divertivo e riprendevo quello che facevo, inizialmente per me, poi in seconda media ho cominciato a pubblicare su Youtube e sono arrivate le prime entrate e gli sponsor. È sempre stato tutto molto graduale, anche perché quando ho iniziato era tutto molto ignoto e l’obiettivo non era costruirsi un lavoro. Solo dopo queste realtà della rete hanno preso piede e la situazione è diventata sempre più seria.

AS: A quel punto cosa è cambiato?

JA: Ho cercato di fare sempre meglio e ho conosciuto persone che, come me, realizzavano video a tempo pieno. Mi sono trasferito a Milano per studiare e ho continuato ogni giorno.

AS: Ti senti più un divulgatore o un intrattenitore?

JA: Dipende. A volte creo contenuti più di intrattenimento, altre volte di informazione, anche se il mio obiettivo è sempre quello di unire le cose. La verità è che sento la responsabilità di ciò che faccio e dico.

AS: Cioè?

JA: Sono consapevole di avere un impatto positivo sulle persone, se dò messaggi positivi. So che arrivo solo fino a un certo punto, ma so che posso condizionare chi mi segue, perché posso parlare con loro e sono centinaia di migliaia di persone.

AS: Che linea ti sei dato? Rispondi a tutti?

JA: Mi è capitato che qualcuno si confidasse con me. La rete abbatte delle barriere a livello umano e ti permette un dialogo differente. Io cerco di creare sempre contenuti puliti, senza farcirli dei classici stereotipi di intrattenimento, evitare parolacce e lasciare dei messaggi semplici, ma positivi.

AS: Come hai imparato tutto questo?

JS: La cosa fondamentale è fare. Sono diventato bravo facendo un sacco di errori e sperimentando un sacco di cose. Il bello è che tutto ciò che so l’ho imparato sul web, da tutorial su Youtube.

AS: Davvero?

JA: Sì. Lì hai a disposizione tutto il sapere del mondo e puoi comunicare a tutto il mondo. Certo, poi ho conosciuto altri youtuber ai diversi incontri che ero chiamato a fare, aziende che mi hanno contattato, persone che mi hanno arricchito, ma la rete è il mio mondo.

AS: Vuoi davvero dire che tra voi influencer siete tutti amici?

JA: La concorrenza c’è, ma è positiva. Io cerco sempre di collaborare con tutti perché credo che la competizione vera non sia fra noi, ma con il mondo tradizionale. I ragazzi conoscono questo mondo e lo capiscono, ma chi non c’è nato non lo capisce e lo sottovaluta, pensando che tutto sia facile.

AS: Come sarà il tuo lavoro fra qualche anno? Cosa fa uno youtuber crescendo?

JA: Non voglio fare lo youtuber per tutta la vita. O meglio, lo farò sempre perché mi piace e mi piace raccontarmi, ma già adesso sto iniziando a portare nei video altre storie e altre esperienze oltre alla mia e vorrei sviluppare alcuni progetti personali che sono nati in questi anni. Siamo in un periodo di infinite d’opportunità, ma anche infinite possibilità di fare danni, perciò ammetto che sono alla ricerca di un obiettivo e sto esplorando. In fondo, non so fare niente molto bene, ma so raccontare le cose.

AS: Quindi anche Youtube finirà?

JA: No. Youtube è a parte rispetto agli altri social, perché è l’unico posto dove c’è spazio per l’approfondimento. È una realtà che vedo molto solida. Ma credo che, in generale, i social subiranno un’evoluzione. Attualmente noi tutti siamo ospiti su poche piattaforme che in qualsiasi momento potrebbero decidere di spegnere tutto. Questo cambierà, il futuro sarà un sistema decentralizzato dove c’è un guadagno veramente di tutti.

AS: E gli haters resteranno?

JA: Sono un problema, è vero, ma occorre capire come rapportarsi col problema. Ci sarà sempre qualcuno che ti criticherà ogni cosa farai e a quel commento negativo ci attaccheremo talmente tanto da non vedere più i cento positivi. Ma l’esperienza mi dice che nel mondo reale non ho mai trovato nessuno che mi odia, anche se centinaia di persone lo scrivono. Personalmente cerco di viverla bene. Ho fatto degli errori in passato ma sai cosa ho capito? Che gli sbagli si possono ammettere e si può chiedere scusa.

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