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Metti 120 ragazzi al Kilometro Rosso, per «sperimentare l’innovazione e poterla desiderare»

Articolo. Gli studenti di quattro scuole medie di Bergamo e provincia hanno trascorso un pomeriggio al campus del parco scientifico e tecnologico. L’iniziativa, organizzata nell’ambito del progetto Erre2 – Risorse di Rete, ha dato loro modo di scoprire quanto la vita di tutti i giorni sia strettamente legata alla tecnologia

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Scoprire, meravigliarsi di come la vita di ognuno di noi sia strettamente legata alla tecnologia e alla ricerca. E farlo partendo dal gioco, che ancora caratterizza la loro giovanissima età, in un luogo in cui i progetti più avveniristici sono capaci di alimentare sogni e nuove passioni, anche nei grandi. Questa fortuna è toccata a 120 ragazzi di quattro scuole medie di Bergamo e provincia (IC de Amicis, IC Mazzi, IC I Mille e IC Verdellino) che a maggio hanno trascorso, suddivisi in gruppi di 30, quattro pomeriggi al campus del parco scientifico e tecnologico Kilometro Rosso per scoprire come le nuove tecnologie cambiano la nostra vita.

«Far toccare con mano ai ragazzi quello che succede in un’impresa è il modo migliore per portare un esempio – ha detto Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso – e quando si comincia con gli studenti delle scuole medie, la speranza che questi si appassionino a un mondo fantastico come quello della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa, si accende ancora di più. Per noi è un impegno continuo e costante: abbiamo sul campus enti di formazione che riescono a sfornare 600 nuovi professionisti all’anno».

L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito del progetto Erre2 – Risorse di Rete finanziato dall’impresa sociale Con i bambini, nell’ambito del bando «Un passo avanti. Idee innovative per il contrasto alla povertà educativa minorile». Il progetto, guidato dall’Opera Diocesana Patronato San Vincenzo, nasce dalla consapevolezza di un problema radicale ma subdolo, che esiste anche nella provincia di Bergamo, e che riguarda la povertà educativa che si accompagna al fenomeno della dispersione scolastica.

«Il progetto nasce dal desiderio di fornire ai ragazzi delle occasioni per guardare oltre – ha detto Michela Molta, referente di AFP Patronato San Vincenzo per Erre2 – in modo particolare, guardare oltre al presente per immaginare il proprio futuro e sapere che fuori c’è altro, di sperimentare il nuovo e poterlo desiderare. Crediamo, quindi, che collaborare con aziende importanti e innovative come è quella di Kilometro Rosso possa garantire esperienze di senso ai ragazzi, aiutarli a mettersi in gioco e immaginarsi nel futuro, offrendo loro concrete prospettive di crescita».

«Aprire le porte del nostro campus ai più giovani è un modo per mostrare come quello che stiamo facendo abbia un impatto sulla loro vita di oggi e di domani – così Roberto Marelli, direttore dello sviluppo di Kilometro Rosso – Abbiamo pensato ad alcuni laboratori per mostrare ai ragazzi le nuove tecnologie e come la loro applicazione stia cambiando il nostro modo di vivere anche la quotidianità».

Evitare dunque che i ragazzi lascino i libri dopo la scuola dell’obbligo, stimolandoli verso il mondo della conoscenza, ancora prima che del lavoro, è proprio lo scopo di queste giornate passate, insieme ai loro insegnanti, nella culla dell’innovazione e della ricerca che abbiamo in bergamasca e che in tanti ci invidiano: «È un’esperienza fondamentale perché la scuola ha un ruolo educativo e formativo, ma anche proprio d’indirizzo – ha detto Annalisa Zecheo, insegnante di italiano e referente del progetto Erre2 dell’Istituto De Amicis di Bergamo – in classe lavoriamo anche sulle competenze degli alunni, cercando di far emergere le potenzialità e le vocazioni dei ragazzi, ma è necessario aprire la scuola al territorio, e questa è un’opportunità da non perdere».

In particolare, Erre2 ha messo in rete 23 realtà del territorio attorno al tema della motivazione dei ragazzi che hanno vissuto esperienze di fallimento scolastico o formativo. Così, scuola, mondo del lavoro, famiglie, imprese e territorio si uniscono per non lasciare indietro nessuno. Un esempio sono le 16 Case del sapere costruite nelle scuole di Bergamo città: luoghi aperti, familiari, dove ognuno potrà approfondire i propri interessi, il proprio talento e farsi contagiare dalla cultura.

L’iniziativa al Kilometro Rosso si è svolta in quattro pomeriggi. Oltre alla presentazione del campus e di alcune delle aziende che lo abitano (Albini Next, BGreen Technologies, Joiint Lab e Grifal), i ragazzi sono stati sollecitati con due laboratori: uno sulla robotica e uno sulla stampa 3D. «Kilometro Rosso ha preso parte a questa iniziativa perché vuole avvicinare i ragazzi, soprattutto quelli che vivono in una situazione di povertà educativa, per far loro apprendere quanto la vita di tutti i giorni sia strettamente legata alla tecnologia – ha detto Antonella Tozzi, che in Kilometro Rosso si occupa di finanziamenti pubblici per supportare l’innovazione –. Per questo abbiamo organizzato laboratori interattivi attraverso i quali gli studenti hanno potuto toccare con mano come queste tecnologie impattano già sulla loro vita, anche se non se ne sono mai accorti».

Lo hanno fatto, i ragazzi, attraverso quello che sanno fare meglio, ovvero giocare: «Abbiamo pensato di spiegare loro come funziona “l’additing manufacturing” facendoli giocare con i mattoncini Lego – ha detto Giuseppe De Marco, ingegnere delle tecnologie di produzione additiva –. Abbiamo dato loro il compito di costruire due strutture, la prima partendo dal materiale, e abbiamo chiesto loro di togliere quelli che non servivano, e la seconda chiedendo loro di aggiungerne dove necessario. In questo modo hanno avuto modo di capire i due diversi approcci, rendendosi conto di com’è molto più facile costruire strutture complesse con il secondo metodo, ovvero quello additivo».

Anche Confindustria Bergamo ha partecipato all’iniziativa, aprendo le porte del Laboratorio Smile dove ha organizzato, in collaborazione con il consorzio Intellimech, un laboratorio sulla realtà virtuale. «Siamo molto felici di aver collaborato con il territorio mettendo a disposizione la progettualità del laboratorio Smile, che nasce come spazio innovativo per sperimentare modelli di formazione avanzati su tecnologie in ambito Industria 4.0 ed è uno dei punti più qualificanti del nostro impegno sul fronte education a tutti i livelli, dalla scuola primaria fino alla collaborazione con ITS e Università – ha detto Cristina Bombassei, vice-presidente di Confindustria Bergamo con delega Education –. In particolare, Confindustria Bergamo è impegnata da molti anni in attività di orientamento, con l’obiettivo di aiutare i giovani nella scelta della scuola superiore, appassionandoli alla tecnologia e al mondo delle imprese».

Smile è il laboratorio sulla meccatronica che Confindustria Bergamo ha sviluppato insieme ad alcune scuole superiori della provincia. «Qui promuoviamo attività di formazione continua, ma anche di orientamento e di alternanza scuola-lavoro – ha dichiarato Sara Pavesi, responsabile Education di Confindustria Bergamo –. L’obiettivo di questi incontri con i ragazzi è di far vedere loro che la realtà virtuale non serve solo per giocare, ma ha anche molte applicazioni in ambito manifatturiero».

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