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Storia di Radio RBG, la web radio universitaria che vorrebbe rinascere

Articolo. La radio è uno strumento spesso sottovalutato, costretto fra la supremazia della televisione e l’agilità della rete. La vecchia invenzione di Marconi sembra sempre sull’orlo della scomparsa, prossima all’annuncio con la quale una pratica molto più efficiente e rivoluzionaria la sostituirà. Cosa che regolarmente non succede

Lettura 4 min.

La radio resta e continua a diffondere la propria voce sia sulle tradizionali frequenze FM che attraverso tutte le nuove modalità con cui si è ibridata, dalle web radio, alle app radio fino alla modalità di radio podcast con trasmissioni temporanee. Un particolare guizzo creativo il mondo della radio lo ha vissuto durante il periodo del lockdown e non solo. Se ci riferiamo agli ascolti in FM i dati TER, acronimo di Tavolo Editori Radio, riferiti al secondo semestre 2020, parlano di 33,7 milioni di radioascoltatori al giorno sopra i 14 anni di età, che arrivano a 43 milioni in una settimana, valori in leggero aumento nel 2021.

Se allarghiamo la misurazione ai dati Audiweb, che al contrario monitorano la funzione di contenuti audio e streaming sul web, si vede che nel 2020 c’è stato un aumento del +4,6% di utenti unici nell’audience digitale corrispondenti a una media mensile di 43,5 milioni di persone. E ancora, la piattaforma italiana Statcast, dedicata alle statistiche in tempo reale per il digital audio ha realizzato durante tutto l’arco del 2020 un test di monitoraggio che ha interessato 52 canali riscontrando un traffico di quasi un milione e mezzo di utenti uniti, per più di 23 milioni di sessioni, con alcune emittenti solo web che hanno fatto segnare fino a 6 mila utenti collegati simultaneamente, cifre che non hanno niente da invidiare alle più blasonate radio tradizionali.

La radio piace, la si ascolta e la si condivide, soprattutto in un territorio, come quello bergamasco che, fin dai tempi delle radio libere, ha visto la nascita di tantissime emittenti radiofoniche. In Città Alta sono nate sia Radio Alta (oggi parte del nostro gruppo editoriale) che l’emittente che si è evoluto nel network Rtl 102.5. Non solo, sul nostro territorio ha sede Number One, mentre le Valli sono presidiate da Antenna 2 e Radio 2.0 e a Cividate al Piano trova casa Radio Pianeta. In passato ci sono state le esperienze di Radio Ponte International e di Radio Zeta, mentre recentemente sono nate web radio come Ink Club Radio o l’esperienza di Bergamo Diffonde che sono nate proprio in risposta a un bisogno concreto di voce amica.

All’interno di questo fermento però, esiste una pagina Facebook di una radio bergamasca che rimporta, al contrario, queste laconiche parole:RBG è stata la webradio dell’Università degli Studi di Bergamo. Oggi non trasmette più, ma noi manteniamo attiva questa pagina nella speranza che un giorno altri studenti possano raccogliere la nostra eredità e riportare in vita RBG” (link).

La radio non muore mai, se c’erano bisogno di conferme ora le abbiamo, ma mossi da quel messaggio lasciato sul web siamo andati a farci raccontare qualcosa di più rispetto all’esperienza di RBG con la speranza di poter davvero invogliare qualcuno a riaccendere le trasmissioni della radio universitaria di Bergamo.

“Ero a New York per un periodo di studio e mia sorella mi ha scritto che cercavano persone per aprire la web radio dell’università di Bergamo. Ho mandato il curriculum e al mio ritorno mi hanno chiamato per fare il colloquio con la professoressa Francesca Pasquali. È stata lei a mettere insieme la squadra originaria dei fondatori”. A raccontare è Luca Bassani, che ancora oggi è una voce nota di Radio Pianeta, ma che dell’esperienza di RBG è stato uno dei primi artefici accanto a Jenny Puglisi, Yuri Battistin, Chiara Mattavelli, Petra Dell’Arme e Silvia Cimini.

“Tutto il progetto nasceva su impulso di Radio 24 che aveva creato un’iniziativa di formazione rivolta proprio al mondo radiofonico – spiega Luca – ognuno di noi, incaricato di un ruolo differente aveva svolto una formazione specifica a Milano presso la loro sede e poi eravamo partiti”.

Uno dei post sulla pagina Facebook durante il periodo di trasmissioni

RBG trasmetteva 24 ore su 24 e aveva un responsabile musicale, un responsabile eventi, un direttore artistico e un responsabile della redazione giornalistica. All’accensione dei microfoni c’erano circa 30 persone, fra speaker e fonici, che gravitavano attorno al progetto e lo animavano con le loro idee e proposte.

Jenny Puglisi racconta: “Quando il progetto UnyOnAir è partito, non ci ho pensato né punto né poco: sentivo che era nelle mie corde. L’idea di partecipare alla nascita della webradio universitaria, di iniziare il percorso con il supporto di una docente fantastica e il team di Radio24, sono occasioni che capitano una volta nella vita, soprattutto se poi quel pezzettino di strada lo fai con compagni di studio che diventano amici il quadro è completo. Ogni volta che ci ripenso, credo che sia stato un percorso giusto sotto ogni punto di vista, che ha compreso passione e impegno, ma anche capacità organizzativa, dedizione, lavoro di squadra, studio e cura”. E conclude:Sono sicura che RBG avrebbe certamente potuto avere un responsabile tecnico migliore di me, ma io non avrei mai potuto vivere una webradio migliore di RBG”.

La stessa emozione la si ritrova nelle parole di Yuri Battistin che di quel periodo racconta: “Ricordo la felicità, l’entusiasmo ma anche la giusta dose di tensione e una serie di interrogativi, tipo ‘Sarò all’altezza?’ o ‘Perché lo propongono proprio a me?’ che, fortunatamente, si sono dipanati al primo suono emesso e immesso nel digitale. Certo, per quel primo intervento al microfono, la mia voce baritonale assomigliava più al canto di Farinelli, tanta emozione avevo addosso ma poi la situazione si è fortunatamente sistemata”.

Abbiamo preso molto seriamente questo compito, il gruppo era affiatato e ci si sente ancora, compatibilmente con l’attuale vivere in un mondo ‘adulto’, perché sentivamo di fare qualcosa di significativo, un’esperienza importante per noi e per gli altri studenti, sapevamo di essere gli apripista”, spiega ancora Yuri.

L’esperienza RBG nasceva con loro in ogni senso. Questo primo gruppo doveva scegliere il nome della webradio, imparare a utilizzare un mixer, pensare alla selezione di altri speaker, trovare l’equilibrio ottimale tra il gusto personale e un palinsesto credibile, fare riunioni con la professoressa Pasquali coordinatrice del progetto e mandare avanti il tutto sapendo che, nelle altre università, circolavano studi radiofonici un po’ più professionali.

Il palinsesto era decisamente variegato. “Il mio programma si chiamava ‘La Spia Internazionale’ – riprende Luca Bassani – durante il quale intervistavo gli studenti in Erasmus provando a scoprire abitudini e curiosità di altri Paesi. Ricordo anche che organizzavamo eventi di apertura e chiusura della stagione radiofonica con la partecipazione anche di altre radio universitarie. Ognuna proponeva delle band e mi ricordo di un evento in particolare in cui chiamammo un gruppo della Val Seriana che aveva parecchio seguito, erano i Pinguini Tattici Nucleari”.

Uno dei post sulla pagina Facebook durante il periodo di trasmissioni

Il progetto di Radio RBG è iniziato nel 2008 in via Salvecchio e la web radio ha trasmesso musica e parole per circa tre anni prima di essere chiusa e continuare a vivere in una pagina Facebook, in attesa che qualcuno riprenda in mano quell’esperienza.

Pagina Facebook RBG

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