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Millegradini 2021: breve guida ai luoghi da non perdere

Guida. Sono più di trenta i siti culturali bergamaschi che il 17, il 18 e il 19 settembre apriranno le porte ai partecipanti alla Millegradini. Eccone un assaggio, tra mostre e luoghi sacri

Lettura 4 min.
Scorlazzino (Gianpiero Fumagalli)

N on solo gradini”. Non ci potrebbe essere slogan più indicato per l’undicesima edizione dell’ormai imperdibile appuntamento bergamasco. La Millegradini è molto di più che un su e giù dalle scalette di Città Alta, tra un sorso d’acqua e una fotografia.

Partecipare alla Millegradini quest’anno significa visitare luoghi di interesse culturale che non abbiamo mai avuto modo di vedere. Oppure tornare nei luoghi di sempre, facendosi accompagnare da chi, di quei luoghi, ne sa davvero tanto. Per tre giorni, dalle 10 alle 17, trenta siti bergamaschi apriranno le porte a tutti i partecipanti alla camminata muniti di cartellino ritirato all’atto dell’iscrizione – non dimenticatelo!

Qualche sito sarà a ingresso gratuito, qualcun altro sarà visitabile a prezzo agevolato. Ad accogliere i visitatori e presentare loro luoghi e progetti saranno volontari di enti, associazioni, agenzie educative e gruppi spontanei della città.

Quest’anno, non ci sarà nessuna tappa definita per tutti. Che conosciate il Parco dei Colli a menadito, che preferiate rimanere in Città Bassa o che sentiate nostalgia – come me – dei tempi trascorsi al liceo e vogliate fare un salto in Piazza Rosate, siamo sicuri che saprete impostare un ottimo itinerario.

Noi comunque vi diamo qualche dritta.

La fondazione Polli-Stoppani

via San Giacomo 9, Bergamo Alta

Che si mettano a correre o che preferiscano camminare, tutti i partecipanti alla Millegradini si muoveranno a piedi. Le moto sono bandite. Con un’unica eccezione. Nei tre giorni della manifestazione, varcando le porte del Palazzo Polli Stoppani si potranno ammirare le meravigliose motociclette Rumi, esposte in occasione della mostra “Moto Rumi, L’Arte della Velocità” organizzata dal Museo della Valle (Fondazione Polli Stoppani ONLUS) di Zogno.

Non avrete solo l’occasione di fare un tuffo negli anni Cinquanta, tra i motori e i modelli che hanno fatto la storia dell’azienda bergamasca. Palazzo Polli Stoppani è anche un piccolo gioiellino di origine rinascimentale, restaurato di recente. Basti dire che è stato letteralmente addossato e scavato nella roccia di Città Alta. All’interno, le collezioni d’arte, le ripide scalette e le bellissime decorazioni del bergamasco Domenico Ghislandi accompagneranno i visitatori fino a un piccolo giardino. Vi troverete i resti di un muro dell’antico monastero di Rosate, oltre a un’incredibile vista sui tetti di Città Alta e Bassa.

Il Circolino

Vicolo Sant’Agata 19, Bergamo Alta

Restiamo in Città Alta con uno dei luoghi più amati dai bergamaschi. Il Circolino, sede storica della Cooperativa Città Alta, ha da sempre accolto con un piatto di casoncelli e un bicchiere di vino compagnie di studenti, anziani e turisti alla ricerca di “qualcosa di tipico”. Quando in Vicolo Sant’Agata si è aperto un cantiere, nel 2018, molti di noi si sono chiesti cosa ne sarebbe stato del loro luogo di ritrovo.

Qualche assaggio del nuovo Circolino l’abbiamo avuto nel novembre 2019. Prenotando un tavolo al primo piano, ci siamo imbattuti in una sala elegante, dotata di pilastri in acciaio nero e arredi contemporanei, e abbiamo letto menu un po’ più chic . La nostra prima impressione è stata quella di un Circolino troppo moderno quando in realtà lo scopo dei lavori è di far rivivere il passato.

Il progetto degli architetti Melania Licini, Angelo Colleoni e Paolo Belloni ha consentito di recuperare tutti gli spazi della ex chiesa di Sant’Agata, edificio parte del complesso realizzato dai padri Teatini nel XVII secolo e adibito a carcere fino al 1977.

Durante la Millegradini avrete l’occasione di conoscere la lunga storia del luogo e di assistere alla spiegazione dei lavori svolti. I volontari vi indicheranno i cinque medaglioni affrescati sulla volta della Chiesa. E rimarrete a bocca aperta di fronte a nuvole blu e viola, culle di angeli e figure religiose di cui fino a poco tempo fa nemmeno era nota l’esistenza.

TTB – Teatro Tascabile di Bergamo

Via Bartolomeo Colleoni 21, Bergamo Alta

A pochissima distanza dal Circolino c’è un altro dei luoghi che vi consigliamo da visitare. Dal 1996, il TTB, notissimo teatro-laboratorio bergamasco, ha sede nell’ex Monastero del Carmine, nel cuore di Città Alta.

Quando ci innamoriamo di un posto e decidiamo di viverci facciamo di tutto per renderlo casa. Lo arrediamo come vogliamo, lo rendiamo bello, capace di accogliere chi lo abita e chi lo visita. Ormai da mesi, con il sostegno del Comune, il Teatro Tascabile è impegnato in un’opera di ristrutturazione e rivalorizzazione culturale della propria sede. Il primo lotto di lavori, come ci ha raccontato Tiziana Barberio, si è concluso di recente, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria.

Nella cornice del progetto #tuoCarmine, nei tre giorni della Millegradini, i visitatori potranno visitare gli spazi riqualificati e scoprire la storia dell’intero complesso monastico. Potrete passeggiare per il foyer, uno spazio speciale dedicato alla realizzazione di un progetto in collaborazione con l’Università di Bergamo: la Biblioteca Teatrale Eurasiana. Non perdetevi l’anti-refettorio del Monastero, dalla volta a padiglione elegantemente intagliata e dalle pareti decorate. Il TTB adoperava questo locale per le prove o le riunioni, lo ha destinato poi ai camerini per gli attori: dei camerini di tutto rispetto.

Valle di Astino

Via Allegrezza, angolo Via Astino

Lasciamo Città Alta per la meravigliosa Valle di Astino. A marzo, il progetto promosso da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA dal titolo: “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo”, ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio 2021.

Astino ha colpito nel segno, grazie al lavoro ultradecennale che ha consentito di recuperare l’ex monastero e la sua valle. Fatevi un giro. Tra le novità della Millegradini di quest’anno, c’è la Valle della Biodiversità, una sezione dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo situata accanto all’ex Monastero.

Mai nome fu più che azzeccato di Valle della Biodiversità: su una superficie di 9.000 metri quadrati, vengono coltivate 300 specie e oltre 1500 varietà di piante alimentari, dalle più rustiche alle tropicali in vaso, come pomodori, patate, mais, quinoe, amaranti, frumenti, risi, insalate. Dedicate un po’ di tempo alla natura, e poi entrate nel complesso di Astino.

La Chiesa del Santo Sepolcro, all’interno del Monastero, è una piccola perla. Antichissimo cenobio fondato dai monaci di Vallombrosa nel 1107, l’edificio è stato restaurato integralmente nel 2013, grazie all’opera della Congregazione della Misericordia Maggiore. Proprio grazie a questo restauro sono stati recuperati splendidi cicli di affreschi cinquecenteschi eseguiti dai pittori Cristoforo Baschenis il Vecchio e Giovan Battista Guarinoni.

Oratorio di San Lupo

Via San Tomaso 7, Bergamo

Concludiamo la nostra breve guida con una chicca. Nel quartiere di Pignolo, in Città Bassa, si cela l’ex Oratorio di San Lupo, un tempo cimitero e ossario della vicina chiesa di Sant’Alessandro della Croce e oggi spazio di allestimento di mostre d’arte curate dalla Fondazione Adriano Bernareggi.

In occasioni delle recenti celebrazioni di S. Alessandro, la Fondazione ha inaugurato la mostra “Ex voto. Segni di memoria dopo la tempesta”. Un ex voto, com’è noto, è un segno di ringraziamento a Dio, un’offerta di riconoscenza per una grazia ricevuta. Un ex voto racconta una storia intima, personale, che diventa, nel momento in cui è offerto insieme ad altri, parte di una storia collettiva.

La mostra che avrete occasione di visitare sarà una collezione di ringraziamenti e di storie: una mostra partecipata. All’atto dell’ingresso, se lo vorrete, vi verrà consegnata una busta trasparente. Avrete tempo fino al 26 settembre per inserirvi oggetti, simboli, biglietti e riportarli in Oratorio. I vostri piccoli tesori verranno posti accanto a quelli metallici e alle tavolette che provengono dalla raccolta del Museo Bernareggi.

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