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Sprofondare nella campagna tra i due Almenno, alla ricerca del Romanico

Articolo. Gli itinerari in pianura riservano sempre belle sorprese, in particolare se permettono di riscoprire scorci meravigliosi e angoli agresti, passando qualche ora di tranquillità. L’anello che attraversa il territorio dell’antico Lemine ne è un esempio perfetto

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Rotonda di San Tomè

Se c’è una cosa che non mi è certo mancata durante i weekend invernali è stata il tempo. Un periodo fatto di pianificazione in cui ho stilato innumerevoli liste di tutti i percorsi che, con l’avvicinarsi della primavera, devo assolutamente recuperare: parchi, oasi naturalistiche, torbiere, boschi, aree protette, sentieri, ciclabili. e via dicendo.
Proprio uno di questi giorni, cercando un itinerario in pianura, con il naso affondato nella guida turistica “Escursionismo nelle Valli Bergamasche” di Stefano d’Adda mi sono imbattuta nella passeggiata tra le bellezze dell’antica area di Lemine.

Un percorso ad anello della durata di circa due ore e mezza e quasi esclusivamente pianeggiante, tra architetture romaniche e atmosfere bucoliche della campagna intorno ad Almenno San Salvatore. Insomma, un’area in cui si accumulano memorie storiche, visioni naturalistiche e una serie di punti d’interesse dall’innegabile valore architettonico, nell’antico comprensorio di Lemine. Territorio che si estendeva lungo la sponda occidentale del fiume, correndo lungo la Val Brembana e abbracciando la Valle Imagna e la pianura circostante.

In questa zona i Romani lasciarono cospicue tracce, elemento che da subito ne suggerisce la considerevole importanza come crocevia strategico, politico e militare, connesso al passaggio della strada della Rezia e alla vicinanza al Brembo.
Insomma, premesse perfette per una bella gita, della quale è possibile trovare il tracciato su mappa anche visitando il sito della Fondazione Lemine (che tra l’altro offre favolosi virtual tour, risorse, foto e informazioni aggiuntive su tutti i monumenti e le chiese toccate dall’itinerario).

Il punto di partenza designato è la chiesa Madonna del Castello, così chiamata poiché in quest’area era un tempo situato un castello risalente al periodo compreso tra il IX e il X secolo, successivamente distrutto dalla Repubblica di Venezia.
Si tratta per la precisione di un complesso monumentale costituito dalla stratificazione di ben tre diverse chiese, risalenti a diversi periodi storici: il Santuario di Santa Maria del Castello del XVI secolo, la Pieve di San Salvatore della fine del IX secolo e, al di sotto, una Cripta del VII-VIII secolo.

Lasciamo l’auto, per imboccare il Vicolo del Santuario e in seguito Via Ponte della Regina. Un nome che fin da subito rimanda un altro elemento architettonico, la cui storia è avvolta da un alone a dir poco leggendario: il Ponte di Lemine o, appunto, Ponte della Regina. Una struttura che collegava le due sponde del Brembo, in corrispondenza di quelli che sono i territorio di Almenno San Salvatore e Almé, di cui oggi restano poche tracce (ne abbiamo parlato anche qui).

Per ammirare i maestosi resti da vicino, nel punto d’incontro tra le due vie è possibile imboccare una variante del percorso CAI 14 (segnalato da un cartello), sempre diretto alla rotonda di San Tomè. In questo caso, i nostri passi ci porteranno lungo la pittoresca via che scende verso il fiume, caratterizzata da un bel fondo di ciottoli. In alternativa, come suggerisce la nostra guida, è possibile proseguire finché, superata la contrada di Cà Plazzoli, l’asfalto non lascia spazio alla sterrata e poi al sentiero. Dopo le ultime case, la passeggiata si sviluppa in una posizione dominante sul fiume, proseguendo tra gli alberi, mentre i campi occhieggiano poco più in basso. Più avanti ritroviamo il fondo lastricato, in una breve discesa tra muriccioli in pietra che poi si stringe in un viottolo con fondo di terriccio. Qui la vista si apre sui campi coltivati, mentre in lontananza vediamo di nuovo delle case.

Sbuchiamo così su via Molina, che imbocchiamo in discesa per poche decine di metri finché non individuiamo una strada sulla destra che risale, guadagnando rapidamente quota. Giunti in cima alla carrareccia, ci concediamo una breve boccata di ossigeno, per poi proseguire tra prati, campi e muri, entrando ben presto in vista della splendida Rotonda di San Tomè.

Dopo una foto d’obbligo, continuiamo finché non incrociamo l’asfalto. Su via Borgo Antico prendiamo la strada sterrata sulla sinistra, nei pressi dell’edicola della Madonna Addolorata. Proseguendo in discesa, raggiungiamo il cosiddetto Put Tarchì, anche conosciuto come Ponte del Tornago, dal nome del torrente che scorre sotto la sua ampia arcata a tutto sesto, oppure con il sinistro appellativo di Ponte del Diavolo, per via di antiche leggende ad esso legate. Recuperato nel 2018 insieme al Ponte della Noca, che incontreremo più avanti scavallando nuovamente il Tornago, il ponte rappresenta il punto di passaggio tra Almenno San Salvatore e Almenno San Bartolomeo.
Lo attraversiamo, risalendo il sentiero che ora guadagna quota rapidamente tra gli alberi e raggiungiamo la Rotonda di San Tomè, affiancata dal cascinale che ospita oggi l’Antenna Europea del Romanico. Girando intorno al perimetro, il tempio risalente al XII secolo si offre in tutta la sua bellezza, suggellata da un raro esempio di pianta circolare.

Gli dedichiamo un ultimo sguardo, prima di incamminarci lungo il viale attiguo affacciato sulle visioni agresti della campagna circostante. Oltrepassiamo il parcheggio e con attenzione attraversiamo la SP 175, imbucandoci su via Strada della Regina che in pochi passi si tuffa nuovamente tra alberi e siepi. Eccoci così su via Ponte della Noca: oltrepassiamo l’omonimo ponte, finché la strada leggermente in salita non ci guida fino alla località Masconzano. Qui, un nuovo cartello ci indica due possibili cammini: proseguendo è possibile dirigersi verso la Chiesa di San Giorgio, mentre sulla sinistra la Strada della Belladonna sale tra i campi, invitandoci lungo la collina di Umbriana.

Optiamo per questa via: tutt’intorno, le distese di vigneti accompagnano i nostri passi, in un’atmosfera di relax. Non passa molto tempo, prima di scorgere il complesso di San Nicola, in posizione dominante. Attraverso via delle Corne Buse giungiamo sulla lastricata via della Porta prima, seguita a ruota da via del Convento, che ci guida al cospetto della chiesa e del monastero adiacente.
Ci concediamo qualche minuto per osservarne la struttura imponente, prima di tornare sui nostri passi in direzione della chiesa di San Giorgio. Percorriamo a ritroso le vie, passando in via delle Corne Buse verso via Dante Alighieri, che abbandoneremo poi in corrispondenza della santella dedicata a San Cristoforo in favore di una stradina a sinistra. Scendendo ritroviamo via Ponte della Noca e imbocchiamo sulla sinistra via San Giorgio, che taglia perpendicolarmente via Borgo Antico.

Incorniciata da muri in pietra e avvolta dalla campagna di Almenno San Salvatore, davanti a noi spunta la facciata della romanica chiesa di San Giorgio. Edificio nato in diverse fasi di costruzione, come suggeriscono le murature, caratterizzate da un’alternanza di tecniche e materiali, tra cui si distinguono la pietra arenaria, il calcare chiaro e i borlanti di fiume.

Percorrendo il perimetro meridionale della struttura a basilica tipica dell’architettura romanica, ci dirigiamo a est lungo la strada alberata fino a via Ospedaletto. Siamo ormai alla fine del nostro itinerario: ci infiliamo su via Carducci sulla destra e in circa due minuti chiudiamo il nostro anello, di fronte alla chiesa di Madonna del Castello.

Sito Fondazione Lemine

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