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Perché a Natale giochiamo a tombola?

Articolo. La tradizione affonda le radici nel 1734 alla corte di Carlo III di Borbone come alternativa al diffuso gioco del «Lotto»

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Aperitivi e antipasti, poi primi, secondi e dolci: nelle famiglie italiane il giorno di Natale sembra un susseguirsi infinito di pietanze. Arriva però un momento, nel tardo pomeriggio, in cui si è costretti, per un attimo, a fermarsi: si gioca a tombola.

Per segnare i numeri estratti dal bussolotto, qualcuno usa dei fagioli, altri la prima cosa che capita sottomano. C’è chi mette in palio i regali destinati ad altri, chi qualche moneta. Seppur con modi diversi, in molte delle case italiane il 25 dicembre non è solo il dies natalis di Gesù, ma anche il giorno in cui ci si riunisce con i propri familiari per mangiare e trascorrere del tempo insieme. Uno dei giochi della tradizione è proprio la tombola, da molto tempo “sorella” di pandori e panettoni, capace di far ridere, litigare e scovare il più fortunato della tavola.

Oggi diffusa in molte parti del mondo, la tombola nacque in Italia, più precisamente a Napoli. La tradizione colloca la sua origine nelle sale della corte di Carlo III di Borbone. Si narra infatti che nel 1734 il giovane sovrano del Regno di Napoli ebbe una discussione con il frate domenicano Gregorio Maria Rocco per quanto riguardava il diffuso gioco del «Lotto». Per il primo era necessario regolamentare il gioco d’azzardo, evitando gli illeciti che avrebbero avuto risultati sicuramente più dannosi sulla popolazione. L’ecclesiastico, invece, si oppose con fermezza: l’unica soluzione era bandire il gioco, immorale e profano.

La disputa si risolse in un compromesso: ai sudditi del Regno di Napoli fu permesso di giocare al «Lotto» durante tutto l’anno, ad esclusione del periodo delle festività natalizie. La tombola divenne dunque sintomo del malcontento della popolazione che si ingegnò per trovare un’alternativa al bando temporaneo del «Lotto» durante gli ultimi giorni dell’anno.

Sebbene poi essa si sia diffusa ben oltre i confini del Regno di Napoli, è rimasta la consuetudine di rispolverare le cartelle e il tabellone durante il periodo natalizio, sperando di essere i primi a poter gridare, tra gli sguardi invidiosi degli altri commensali, «Tombola !».

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