Presentazione della mostra fotografica "Burattini lontani. Il Bunraku giapponese e i burattinai lombardi".
Negli ultimi decenni, in Occidente, si è diffuso sempre più l’interesse per il Teatro orientale.
Questa attenzione per le culture extraeuropee ha percorso il Novecento fino a oggi, toccando tutte le forme artistiche. I burattini, le marionette, le ombre non sono soltanto “oggetti d’arte” ma anche “strumenti” del comunicare. La vocazione sacra dello spettacolo d’attore, sviluppata sulla sovrapposizione dell’essere al contempo attore e personaggio, è mutuata dal Teatro di Animazione. La relazione si rende visibile nel transfert tra burattinaio e figura animata, così come tra manipolatore e fantoccio del Bunraku giapponese.
Nella tradizione nipponica, profondamente animista, ogni cosa in scena possiede una propria soggettività, un’energia che viene percepita dal pubblico suscitando stupore, meraviglia e paura. Lo stesso avviene nello spettacolo di burattini dove l’animatore proietta idee e aspirazioni personali nel personaggio principale, creando una forte empatia tra la scena e il pubblico presente.
I 70 scatti realizzati da Maurizio Buscarino, tra i più importanti fotografi teatrali, colgono i momenti di maggiore tensione che caratterizzano il rito del teatro. Burattini e fantocci, burattinai e animatori del Bunraku sono i soggetti di questa indagine poetica e fotografica.