Ci sarà ancora democrazia? Focus Europa
Continua il programma di "Molte Fedi sotto lo stesso cielo": una serata dedicata al tema della democrazia con focalizzazione sull'Europa, interviene Marco Tarquinio.
Nell’anno in cui la metà del mondo si reca alle urne, fondamentale è stato il crocevia dell’8-9 giugno. Ci siamo risvegliati con un’Europa più nazionalista e con diversi ribaltoni. A ridosso dell’appuntamento elettorale un’analisi a bocce ferme degli scenari che si aprono per l’Unione Europea. Il rinnovamento delle istituzioni e i nuovi equilibri pongono all’orizzonte antiche e nuove sfide: dalla difesa europea comune alla transizione ecologica, da una sempre più necessaria politica economica integrata ai nuovi nazionalismi da affrontare, dalla politica migratoria da rivedere al riarmo. Per un’Europa che deve saper custodire la speranza e la vita concreta delle persone, per depotenziare paure e sovranismi. Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire ed attualmente eurodeputato, ci condurrà ad un’Europa che per lui «è pace o non è». Con diversi nodi da sciogliere: dall’adesione alla NATO all’invio delle armi in Ucraina, dalle proposte per un esercito comune alle vie attuali e praticabili del pacifismo.
Marco Tarquinio è stato il direttore responsabile di Avvenire ed è attualmente eurodeputato a Bruxelles per il Partito Democratico. Già capo scout nell’Agesci, è sposato ed è padre di due figlie. Umbro, di Assisi, vive ormai da molti anni tra Milano e Roma. Esperto di politica interna e internazionale, inizia la sua attività di cronista a “La Voce”, settimanale cattolico dove lavora tra il 1981 e il 1984. Nel 1983 comincia a collaborare col “Corriere dell'Umbria”, quotidiano dove diventa giornalista professionista. Nel 1988 si trasferisce a Roma, a “La Gazzetta” diretta da Giuseppe Crescimbeni, che lo pone a capo del servizio politico. Nel 1990 viene chiamato da Franco Cangini a “Il Tempo”, qui si occupa prima di politica estera, poi di nuovo di cronache politico-parlamentari e, infine, è capo della redazione politica ed editorialista. Nel 1994 lascia “Il Tempo” per “Avvenire”, accettando l'offerta del neo-direttore Dino Boffo. Nel quotidiano nazionale di ispirazione cattolica, del quale è stato a lungo editorialista politico, guida da caporedattore prima la redazione centrale milanese e poi quella romana, nel 2007 diventa vicedirettore e nel 2009 direttore.
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