Tracce di luce
"Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo" ospita Agnese Moro, giornalista pubblicista, e Adolfo Ceretti, insegna Criminologia all'UniversitĂ di Milano-Bicocca.

Agnese Moro (1952), giornalista pubblicista, collabora con il quotidiano “La Stampa” e il mensile “Madre”. Figlia di Aldo Moro, statista della Dc rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978. Agnese si è sempre battuta per la causa del padre e ad oggi partecipa a molti convegni con Adriana Faranda, una delle brigatiste coinvolte nel sequestro del padre. Con Un uomo così ha ricevuto il premio speciale Anna Maria Ortese nella XX edizione del premio letterario Rapallo-Carige.
Adolfo Ceretti (Milano,1956), insegna Criminologia all'Università di Milano-Bicocca, è docente di Mediazione reo-vittima presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ed è Segretario Generale del Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale. Tra le sue ultime pubblicazioni: Il diavolo mi accarezza i capelli; Memorie di un criminologo (con Niccolò Nisivoccia, il Saggiatore, 2020); insieme a Marta Cartabia ha scritto Un’altra storia inizia qui. La giustizia come ricomposizione (Bompiani, 2020);
Prenotazioni:
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Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo presente il tema di quest'anno: "Appassionati al presente" si focalizza nel mutevole mondo vitale nel quale siamo inseriti, del quale siamo attori e simultaneamente custodi. Spesso abbiamo la percezione che tutto stia volgendo alla distruzione: il cambiamento climatico, le disuguaglianze crescenti, l’erosione della partecipazione, lo sviluppo economico a corrente alternata nei paesi del mondo, le guerre che imperversano e irrigidiscono i rapporti internazionali.
Ma nonostante ciò, probabilmente occorre semplicemente tornare ad appassionarci al presente, a ciò che abbiamo fragilmente tra le mani, e investire su ciò che ancora nemmeno immaginiamo. Se è vero che non tutto è sotto il nostro controllo, è anche vero che possiamo renderci docili alle metamorfosi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di fidarci, e nella fiducia agire. Non una rivalsa, non una conquista, forse una responsabilità leggera sentita come collettiva.