Michelle Candotti – concerto per pianoforte
Prosegue la 120esima edizione della Stagione Concertistica organizzata dalla Società del Quartetto di Bergamo. La quinta serata vede come ospite una new entry della Società del Quartetto: Michelle Candotti.
Non è un segreto perché ampiamente “risaputo” – per gli antichi romani “lippis et tonsoribus” – che la Società del Quartetto, nel corso della sua ultracentenaria storia, ha sempre avuto una grande predisposizione nell’individuare sul nascere giovani e promettenti musicisti che, poi, nel corso della loro carriera, hanno confermato ampiamente il loro valore artistico.
Evitando di stilare un elenco che fatalmente rischierebbe di incorrere in involontarie e/o arbitrarie omissioni, ci limiteremo ad invitare l’attento lettore a consultare i programmi contenuti nel libro del centenario della Società del Quartetto (da quest’anno disponibile sul sito della Società del Quartetto sia nella sezione “storica”; sia nella sezione “concerti”) integrando la lettura con la consultazione dei nostri concerti, successivi al 2003 sempre sul sito, e sino alla 120ma del corrente anno 2024.
Quest’anno la “new entry”, nel senso sopra specificato, è impersonata dalla giovane pianista Michelle Candotti, che la Società del Quartetto segue da quando frequentava il liceo scientifico della sua città (Livorno) e contemporaneamente aveva già iniziato una propria carriera musicale da pianista solista.
Michelle, per metà toscana e metà friulana (il padre Gianni, generale dell’aeronautica italiana, è originario di Enemondo, uno dei più antichi insediamenti della Carnia), ha una ammirazione immensa per Fryderyk Chopin, di cui scrive in una intervista: “per me è un padre musicale. La musica di Chopin è molto varia e mi permette di mostrare quei lati umani che spesso la timidezza impedisce di mostrare e questo mi piace molto. Fondamentalmente mi sento libera quando suono musica di Chopin: ha proprio questa capacità di facilitare l’espressione dell’umanità che è in ognuno di noi e ci permette davvero di viaggiare mentre lo suoni”.
Ascoltiamola in questo variegato programma, che non poteva non comprendere, a questo punto, la Barcarolle op.60 del suo amato Fryderyk Chopin: composizione contraddistinta da un andamento cullante e uniforme quasi a suggerire il movimento delle onde, originariamente canto dei gondolieri veneziani.
(Giampaolo Rosa)