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Giovedì
17
Febbraio

Nel tempo che ci resta

Nella rassegna Appuntamento con la Storia, il Teatro Donizetti porta in scena un'elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

EVENTO CONCLUSO

Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual è la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. È Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.

I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del ‘92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo. Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento.

 

La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo. Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.

 

Lo spettacolo è frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Tommaso Buscetta. Dalle loro biografie emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino agli anni ’90 e la denuncia dell’intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica, servizi segreti deviati. Allontanandosi dall’idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d’amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie non dimentica, nello spettacolo, i momenti di luce, di gioia, di ironia: l’amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese; gli scherzi tra i due amici; la serenità della loro infanzia.

testo e regia César Brie
scene a cura della Compagnia tappeto Giancarlo Gentilucci
assistente scene e costumi Camilla Gaetani
si ringrazia per i costumi Teatro dell’Elfo
musiche Pablo Brie - variazioni su temi di Verdi e su “Avò” di Rosa Balistreri
arrangiamenti musicali Matìas Wilson
luci Stefano Colonna
con César Brie, Marco Colombo Bolla, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile
produzione Campo Teatrale e Teatro dell’Elfo

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Al termine dello spettacolo, giovedì 17 febbraio 2022 alle ore 22.00 al Teatro Sociale incontro aperto al pubblico con César Brie, regista dello spettacolo
Modera Maria Grazia Panigada, Direttrice artistica della Stagione di prosa e Altri Percorsi

Informazioni

Prezzo: da 15 a 19 euro

Contatti

Telefono: 035.4160612
Email: [email protected]

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Data e Ora

Inizio: giovedì 17 febbraio 2022 20:30

Fine: giovedì 17 febbraio 2022 22:00

Giorni di apertura
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Luogo
Teatro Sociale, Città Alta

Bergamo, Via Bartolomeo Colleoni, 4,