Quindici
Le Acque Compagnia Teatrale porta in scena i ragazzi del corso del terzo anno.
L’idea è stata quella di costruire con gli allievi uno spettacolo/mosaico, nel quale le storie che apparivano disparate fossero accostate per vicinanza e per contrasto. Ho cercato di cogliere la loro verità e sincerità, aiutando l’elaborazione e la crescita della loro forma scenica. Di fatto appare un imprevedibile rituale: con un aereo caduto su un’isola, i gatti di Istanbul, case vacanza e RSA, attese, sogni, ricordi, canzoni, citazioni poetiche e quant’altro… Ma il valore pedagogico di questo lavoro non risiede tanto nei singoli quadri, quanto nella presenza costante di tutti gli attori sulla scena, dimostrando di essere un gruppo, che sa dove è e che cosa fa. Per gli spettatori un’occasione per togliere la maschera di una quotidianità prigioniera del consueto e del banale, per aprirsi con stupore infantile davanti a una performance viva e sincera.