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La gita scolastica? In Val Cavallina è tra arte, archeologia, natura, storia e cultura

Articolo. Promuovere il territorio significa anche farlo conoscere tramite la scuola. Per questo il comitato turistico inValCavallina ha pensato a interessanti proposte didattiche per studenti di ogni età

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Si fa presto a dire gita, una parola che fa sempre serpeggiare l’entusiasmo fra i banchi. Ma dove andare, come organizzarsi, quali mete prediligere? Fra le diverse opzione ce n’è una a portata di mano, già collaudata da centinaia di scolaresche: la Val Cavallina.

Sul sito dedicato troviamo 6 proposte diverse, già studiate al millimetro per combinare in una sola giornata più attività. Proposte che fanno parte di un più alto coinvolgimento delle scuole nella promozione del territorio, come i corsi di formazione per aspiranti guide nelle Giornate Fai di Primavera cui hanno partecipato una ventina di studenti degli Istituti Lotto e Federici di Trescore. “Insieme con il Comitato turistico, i musei hanno fornito la loro esperienza per rendere fruibile tutta la Valle”, spiega Carlo Pinessi, consigliere del comitato InValCavallina e tra i soci fondatori del museo Luzzana.

Il museo come uno scrigno didattico

“Il museo si apre e diventa uno scrigno didattico”, racconta Isabella Misso Branca, illustratrice e coordinatrice delle attività didattiche. Il Museo d’arte contemporanea di Luzzana valorizza il borgo medioevale di Luzzana di cui il Castello è parte integrante ed espone le sculture di Alberto Meli. “Proprio a partire dalle opere dell’artista invento i laboratori per i bambini, che facciamo scrivere e disegnare dopo la visita guidata, spesso in collaborazione anche con le insegnanti della classe”. Le visite possono essere effettuate già a partire dalla scuola dell’infanzia, fino alle secondarie: “Ci facciamo travolgere dall’entusiasmo dei ragazzini, che vogliamo coinvolgere fino da piccoli nell’arte e nella natura”.

Il museo di Luzzana ha sempre puntato molto sulla didattica, tanto che nel 2019 ha visto la presenza di più di duemila ragazzini delle scuole. “Le nostre scolaresche vengono da Bergamo e dalle Terre del Vescovado, ma anche da Treviglio e da Brescia – spiega Isabella Misso Branca – Sono proposte interessanti anche per i Cre estivi che fanno gite nella Val Cavallina”.

Una gita “componibile”

La pandemia ha bloccato le visite di istruzione, che ora stanno ripartendo nel pieno rispetto della normativa anti Covid. Ma la pausa forzata ha anche aguzzato l’ingegno dei diversi operatori culturali, che hanno pensato a come realizzare – novità per questo anno scolastico – delle “gite condivise”, che abbinano più tappe di interesse in una sola giornata. “Una sorta di pacchetto pronto, dove sono calcolati anche i tempi degli spostamenti e delle pause, con proposte didattiche minuziose che danno la possibilità di scoprire i tesori della Val Cavallina”.

Ad esempio, lo stesso giorno è possibile la mattina visitare l’ area archeologica di Cavellas a Casazza, con un con percorso interattivo alla scoperta del villaggio di epoca romana e un laboratorio finale. Nel pomeriggio, invece, ci si sposta al Castello Giovanelli, sede del Museo d’Arte Contemporanea di Luzzana – Donazione Meli, dove è possibile anche mangiare al coperto.

Diverse le combinazioni possibili. Per una giornata dedicata all’arte, ad esempio, è possibile visitare gli affreschi di Lorenzo Lotto nell’Oratorio Suardi a Trescore Balneario, con una diversità di approccio a seconda dell’età degli studenti.

Ma è possibile puntare anche agli aspetti più naturalistici, con la passeggiata all’aperto nel museo diffuso attraverso l’antico borgo di Luzzana, fino alla suggestiva imponente opera “Il Gigante” (1841) di Giosuè Meli scolpita nella roccia viva. Il percorso di interesse naturalistico comprende la passeggiata avventurosa: “Chi ha paura del bosco?” lungo il sentiero che porta alla romantica cascatella della Valle dell’acqua lungo il Torrente Bragazzo.

Antichi castelli e bachi da seta

Tra le meraviglie da visitare in Val Cavallina, il castello Suardi di Bianzano costruito fra il XIII e il XIV secolo. Un vero gioiello medievale che custodisce affreschi ancora perfettamente conservati, da cui si può ammirare un panorama splendido, ascoltare storie di fantasmi e seguire le tracce dei cavalieri templari disseminate in tutto il castello.

Interessante anche la possibilità di immergersi nella tradizione locale, con la visita guidata al Museo Fal’fil – il nome viene dal bergamasco “Fare il filo” – a Ranzanico. Dall’intreccio di fili di seta nasce questo luogo un po’ Museo, un po’ laboratorio. Come si fa il filo di seta lo si impara tra i camini in pietra e le decorazioni liberty del Palazzo Re a Ranzanico, in un viaggio tra storia e artigianato che parte dalla bachicoltura, per arrivare alla realizzazione della preziosa seta. Un percorso a tappe che presenta attrezzi e tecnologie originali che vanno dal XVII al XX secolo. Senza contare che da settembre fino a metà ottobre (oltre a maggio) è possibile osservare dal vivo i bachi da seta al lavoro.

I piani superiori del Palazzo Re ospitano la Raccolta “C’era una Volta”: antichi arredi, costumi e oggetti per permettere anche ai bambini di oggi di immergersi in una suggestiva e accurata ricostruzione di ambienti famigliari del 1800, ammirando anche una piccola classe in miniatura stile romanzo “Cuore”. Degna di nota anche la sala dei giochi antichi con un originale teatro delle marionette bergamasco completo di burattini.

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