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Vegan, solo una moda? «Col cavolo!»

Articolo. A chi ancora pensa che «vegano» sia sinonimo di «proibitivo», chi se ne intende risponde «Col cavolo!». È questo il nome del festival organizzato il 4 dicembre negli spazi di Daste, che per l’occasione si trasformano in sala espositiva con un vegan market ricco di espositori, produttori e associazioni animaliste. Concerti, documentari e street food completano il tutto, per una full immersion nel veganismo (o veganesimo: è uguale!). Ma prima di partecipare all’evento, facciamo un po’ di chiarezza su questa – spesso criticata – scelta di vita

Lettura 4 min.

I vegani – come spiega Treccani «sono coloro che seguono una dieta esclusivamente vegetale». E fin qui, lo sapevate già. Un trend che ha preso sempre più piede negli ultimi anni, frutto di una maggiore consapevolezza che riguarda la sfera dell’alimentazione e le problematiche che derivano dalla produzione intensiva di carne.

Già a inizio 2021, la FAO denunciava uno scioccante studio pubblicato dalla rivista Nature Food, secondo il quale i sistemi alimentari di tutto il mondo sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni mondiali di gas a effetto serra di origine antropica. Per sistemi alimentari si intende l’utilizzo del suolo, la produzione agricola, la refrigerazione, l’imballaggio e così via. Ebbene, è ora di dirlo chiaro e tondo: le nostre abitudini alimentari non fanno bene al pianeta.

Vegan, freegan e “consapevoliani”

In contrasto a questa situazione, prevista già molti decenni fa, sono nate diverse correnti di pensiero che si distinguono per uno stile di vita attento e consapevole, che va ben oltre le scelte alimentari. Oltre a chi sposa una dieta vegana, ci sono i freegan – ovvero «chi pratica un vegetalismo senza spese, basato sul rifiuto del consumismo e degli schemi del commercio e sul recupero degli alimenti indispensabili tra i rifiuti della società opulenta» (definizione Treccani) – e i “consapevoliani”.

Di questi ultimi si fece portavoce Carlin Petrini (fondatore di Slow Food) in un articolo scritto per L’Espresso nel 2016 dove riportò che le parole chiave di uno stile di vita “consapevoliano” sono «stagionalità, varietà, agricoltura e allevamento locali. Perché il punto non è cosa mangiare, forse. Ma come. Ovvero la nostra maniera di alimentarci. Facendo del bene alla nostra salute e non minacciando la biodiversità».

Cosa significa essere vegani?

Spesso si tende a confondere il termine «vegano» con la scelta di evitare il consumo di carne e di qualsiasi altro alimento derivato dagli animali (uova, latticini e così via). Non fraintendetemi, il veganismo presuppone anche questo tipo di dieta, ma non solo: essere vegani va ben oltre. Un vegano si veste con abbigliamento in fibre vegetali, artificiali o sintetiche, per esempio; utilizza prodotti per la pulizia, cosmetici e make-up certificati e non testati su animali; non vi accompagnerà mai ad una gita allo zoo, all’acquario o ad uno spettacolo di circo.

Ma quando e dove è nato il veganismo? Era il 1944 quando, dopo che il consumo di latticini e prodotti caseari divenne oggetto di forti dibattiti all’interno del movimento vegetariano inglese, due membri della Vegetarian Society decisero di formare una nuova società di “vegetariani che non consumavano latticini”. Furono Elsie Shrigley e Donald Watson, poi eletto presidente, a fondare la prima Vegan Society della storia e a coniare il termine vegan, come contrazione del termine vegetarian.

Ma i vegani mangiano solo insalata?

La dieta dei vegani è varia e saporita e no, qualora aveste il dubbio, non mangiano solo insalata. Verdure, frutta, legumi, grano e derivati (come la pasta e il riso) sono adatti al veganismo e – credetemi – con queste famiglie di ingredienti si possono preparare infinite ricette in grado di accontentare il palato di tutti. Anche di chi segue una dieta onnivora. Moltissime sono le bevande vegetali, alternative al latte vaccino: “latte” (che per legge si dovrebbe chiamare «bevanda») di soia, di mandorla, di cocco.

E poi ci sono il tofu, il seitan e molte altre proteine alternative. Negli ultimi anni, inoltre, l’alimentazione vegana si è arricchita di diverse proposte di “carne vegetale”, proteine di origine non-animale (ma che assomigliano alla carne nel gusto e nell’aspetto) perfettamente in linea con le scelte plant-based.
E anche sul dolce non ci si risparmia: vi avevamo già raccontato di alcune semplici e gustose ricette di dessert vegani da preparare a casa.

Ingredienti che i vegani non mangiano

Se state per invitare a cena un vegano, quello che segue potrebbe tornarvi molto utile. Pensando alla lista della spesa per cucinare il menù della serata, ci viene naturale scartare la carne, il pesce, le uova, il formaggio e qualsiasi altro prodotto caseario. Ma… sapevate che i vegani non mangiano il miele? Si tratta di una scelta etica che coincide con la volontà di non nuocere né sfruttare in alcun modo gli insetti che lo producono. I vegani non mangiano i fichi, in quanto questi frutti producono un enzima che, talvolta, cattura e “divora” le vespe che si avvicinano per l’impollinazione.

Se state pensando di preparare una crostata, attenzione alla marmellata! Alcuni prodotti venduti al supermercato contengono una gelatina addensante prodotta con (andate oltre se siete schizzinosi) cartilagine animale. Meglio scegliere quelle certificate come vegane, che contengono invece l’agar agar, addensante di origine vegetale.

Attenzione anche a quello che mettete nel calice: scegliete un vino che riporti in etichetta il simbolo vegano. Questa tipologia di vino nasce già in vigna, dove i concimi sono totalmente naturali. Nel processo di produzione, infine, i vignaioli vegan non utilizzano albumina e caseina – proteine di origine animale – che vengono spesso utilizzate per chiarificare il vino, ovvero per renderlo cristallino.

Una full immersion nel vegano: a Daste torna «Col Cavolo»

Volete approfondire il mondo del vegan da vicino? Allora prendete l’agenda e segnatevi questo appuntamento. Dopo il grande successo della prima edizione, tenutasi il 3 e 4 settembre all’Edonè di Bergamo, «Col Cavolo» torna nella sua veste invernale a Daste Bergamo, in via Daste e Spalenga. L’ex centrale termoelettrica è, oltre che bistrot, spazio adatto ad eventi e manifestazioni culturali e ospiterà, il prossimo 4 dicembre, una giornata interamente dedicata al mondo vegan, organizzata da Nutopia e Colletivo Antispecista Octopus.

Spazio al buon cibo all’interno del bistrot che offre un menù 100% vegan per tutta la giornata, a partire dalla colazione e fino alla cena. La prenotazione è consigliata al numero 320 720 3193. Sarà inoltre operativa, per tutta la durata del festival, una postazione street food gestita da Veg Eat Gastronomia biologica. Nello spazio espositivo di Daste sarà allestito un vegan market con oltre 40 banchetti tra commercianti, autoproduzioni e associazioni per i diritti animali attive sul territorio, aperto dalle ore 10 alle ore 20.

La cultura sarà poi protagonista di due appuntamenti pomeridiani: alle ore 16.30 proiezione del documentario «Watson», la storia del capitano Paul Watson fondatore di Sea Shepherd, mentre alle ore 18.30 il concerto folk punk di Menagramo e Gab De La Vega.

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