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Le guide turistiche della città di Bergamo, “attrici” (con garbo) di fronte alla magnificenza del Tempo

Intervista. Turismo a Bergamo significa anche guide turistiche. Preparate, spigliate, soprattutto appassionate. Ci hanno aiutato per la Millegradini e si preparano a Bergamo e Brescia Capitali della Cultura 2023. Ne ho parlato con Paola Dolci, Presidentessa dell’Associazione Culturale Guide turistiche città di Bergamo

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I leoni della Fontana Contarini in piazza Vecchia, Città Alta (foto Lopatin)

La Millegradini e la Millegradini dello Spirito (di cui vi abbiamo parlato qui e qui) non sarebbero tali senza l’apporto delle guide bergamasche, in particolare di quelle dell’Associazione Culturale Guide turistiche città di Bergamo che hanno aiutato gli organizzatori della camminata non competitiva segnalando i luoghi (spirituali e non) meritevoli di una visita. Le guide saranno inoltre presenti alla Chiesa del Monastero di Santa Grata durante la Millegradini dello Spirito e siccome sono una parte fondamentale per la ricettività del turismo a Bergamo ho deciso di fare due chiacchiere con Paola Dolci, che dell’Associazione Culturale Guide turistiche città di Bergamo è la Presidentessa.

“L’Associazione è nata nel 1988, si è adeguata nel tempo alle norme che regolano il Terzo settore; conta ora quarantadue soci e speriamo di crescere. Proponiamo ogni settimana visite guidate a Bergamo e nei dintorni con l’intento di far scoprire e apprezzare le bellezze del nostro territorio. Nel corso del 2021, nonostante tutto, avremo completato un calendario di circa una settantina di proposte, molte delle quali in collaborazione con altre agenzie culturali e imprenditoriali, perché crediamo nelle sinergie, come per la Giornata internazionale della Guida e per le manifestazioni Millegradini, Art2Night, I Maestri del Paesaggio”.

Magari là fuori c’è qualcuno come Paola che sogna di fare la guida nella vita. Quindi partiamo da qui: “Ho cominciato a fare la guida turistica nel 2006. La mia passione per l’arte e per la mia città che coltivavo da sempre ha avuto il sopravvento e così mi sono iscritta al bando della Provincia di Bergamo per sostenere l’esame che mi avrebbe dato l’abilitazione in lingua italiana, francese e successivamente in lingua spagnola”. Tre parole chiave: passione (per l’arte e la storia ovviamente), amore per la città di Bergamo e lingue. Sì perché, come tutti sapranno, Bergamo da qualche anno, anche grazie alla vicinanza di un aeroporto internazionale come quello di Orio al Serio, è diventata meta turistica, per un giorno solo (e poi trasferirsi a Milano, Venezia o Verona) o per un intero weekend. Turisti stranieri e ovviamente quelli italiani (lombardi e non), prima dello stop imposto dalla pandemia e anche oggi, piano piano, in ripartenza.

“I turisti che arrivano a Bergamo per la prima volta desiderano conoscere Città Alta – mi racconta – e quindi la nostra proposta è quella della visita classica che comprende i luoghi più rappresentativi: la salita alla Rocca, Piazza Vecchia e Piazza Duomo con le loro splendide chiese”. Ma Bergamo non è solo la triade Rocca-piazza-Vecchia-piazza-Duomo, c’è di più: in Città Alta ci sono angoli nascosti che meritano di essere conosciuti e dove noi guide amiamo condurre i turisti che dedicano un po’ più di tempo alla visita di Bergamo. Per questo, appena possibile percorriamo le vie ed i vicoli che ancora conservano l’atmosfera medievale di un tempo, entriamo nei chiostri degli antichi conventi che si celano all’interno della ‘corsarola’ o nelle corti dei palazzi, raggiungiamo le mura attraverso percorsi meno noti o saliamo ai colli attraverso le antiche scalette”.

In sintesi, le cose da vedere sono parecchie. Facile dire che quelli giunti a Bergamo sono turisti culturali, in realtà c’è tipo e tipo di turista: “quello che Lei chiama ‘culturale’ viene a Bergamo con il desiderio di approfondire le proprie conoscenze artistiche o storiche, quindi spesso ha già le idee chiare di quello che vuole vedere. La nostra città riesce sempre ad appagare la sua voglia di conoscere, perché ricca di luoghi e opere d’arte diffuse sul territorio”. L’Accademia Carrara, i Musei e le varie Chiese “che contengono le bellissime opere, tra cui quelle di Lorenzo Lotto, dei Fantoni, del Tiepolo tanto per citare alcuni artisti famosi”. Tuttavia ci sono anche turisti “che arrivano a Bergamo senza sapere cosa potranno trovarvi, e le assicuro, che restano tutti stupiti da tanta bellezza”.

E fra un gruppo di turisti e l’altro, anche le scolaresche: “in tempi normali pre-COVID, il turismo scolastico era intenso per far conoscere ai giovani della Provincia e non solo le bellezze di Bergamo e per approfondire le conoscenze storiche e artistiche non sui libri, ma su quel testo che è la città. Purtroppo però la pandemia ha ridotto drasticamente la richiesta di visite da parte delle scuole. Il nostro gruppo si è sempre dedicato con grande cura a questo aspetto del nostro lavoro: per loro abbiamo una serie di visite dedicate a seconda dell’età scolare. Molto stimolanti sono la ‘caccia al tesoro’ che permette, giocando, di conoscere e scoprire monumenti, particolari, storie”.

Tornando ai turisti stranieri, da che nazioni provengono principalmente? “Il turismo a Bergamo, prima della pandemia, era cresciuto davvero tanto ed i turisti arrivavano da ogni parte d’Europa ma anche dagli Stati Uniti, dalla Russia, dalla Cina e dal Giappone. Un turismo spesso frettoloso, di passaggio, che si stava però abituando a dedicare più tempo a Bergamo e alla bergamasca, anche grazie alle eccellenze enogastronomiche e alle offerte turistiche non solo cittadine. Gli stranieri cercano spesso in Italia ‘la dolce vita’, paesaggi armoniosi, clima dolce, piatti gustosi, buon vino, luoghi carichi di storia e di bellezza”.

“La dolce vita” e “La grande bellezza”: abbiamo raccontato attraverso il cinema un’Italia dove tutto è bello, buono, soddisfacente. Ci sono tantissimi problemi nel nostro Paese, ma agli stranieri interessa quel tipo di Italia (che è quasi ovunque, vedasi quanto di stupefacente può offrire una piccola città come Bergamo). Del resto a noi dell’America interessa, sempre attraverso l’immaginario cinematografico, New York con i suoi vari quartieri che sono ciascuno una faccia differente, le altre big city o la provincia più profonda, ma solo quando presenta l’occasione di ammirare straordinarie espressioni naturali (ad esempio il Gran Canyon in Arizona, o la Death Valley in California e Nevada). Dunque è “molto diversa la richiesta degli stranieri rispetto ai nostri italiani, abituati a vivere in un Paese, l’Italia, dove ogni angolo è un museo a cielo aperto”.

Per chi viene da oltreconfine “Bergamo è straordinaria! Con le sue mura veneziane, Patrimonio dell’Umanità dal 2017 e le tante bellezze naturalistiche che si coniugano con il patrimonio artistico. La visita guidata post pandemia è sempre più rivolta alla scoperta della natura, del cibo, dell’enogastronomia e delle tradizioni che la caratterizzano. Ci rivolgiamo a gruppi più piccoli, di poche persone, di famiglie, di gruppi di amici. Insomma il turismo oggi è molto più lento e più consapevole. E in questo conta anche la possibilità di informarsi attraverso la rete, che ha allargato le occasioni conoscitive prima dell’esperienza diretta.

Ogniqualvolta ho partecipato ad una visita guidata mi sono chiesto se una guida, prima di iniziare una visita, valuti la preparazione delle persone che compongono un gruppo e si regoli di conseguenza nella narrazione di ciò che si vede: “Direi che questo è un aspetto di cui la guida deve assolutamente tenere conto. Quando si incontra un gruppo è importante riuscire a creare un’empatia e a capire subito dal primo approccio quale siano le aspettative del gruppo che si ha di fronte così da proporre una visita ad hoc”.

Compito non facile quello di “stabilire un contatto” che sia fecondo, facilitando il lavoro della guida e rendendo piacevole la visita per le persone che vi partecipano: ognuno arriva con la propria storia e le proprie curiosità, senza contare che non tutti hanno la stessa capacità d’attenzione. “Non è certamente una professione facile, la nostra. Ma le assicuro che è sempre affascinante e che, alla fine di ogni tour, vedere che il gruppo lascia Bergamo con la voglia di tornare, ci riempie davvero di gioia perché ci rendiamo conto che la nostra missione è compiuta”.

Una “missione compiuta” richiede però studio, aggiornamento continuo, capacità retoriche una “strategia” con cui esporre (gesti, tono della voce, etc.): “Fare la guida è innanzitutto una passione; passione che spinge sempre a migliorarsi, a crescere e per questo abbiamo bisogno di aggiornarci sempre, con corsi, conferenze, libri. Altra parola chiave: curiosità, “che è sintomo di intelligenza e va sempre stimolata. Ma un’adeguata capacità di sapersi muovere, saper coinvolgere anche con gesti chi ascolta, è sempre un mezzo efficace per trasmettere le nostre conoscenze. Si deve cercare di entrare in sintonia con i clienti, ma senza diventare delle macchiette o degli istrioni. Si può dire una battuta di spirito, si deve sorridere e rendere piacevole la passeggiata, si raccontano aneddoti, si toccano gli aspetti più diversi della città, con garbo e professionalità, senza eccedere mai.

In fondo, almeno tecnicamente, il lavoro di un attore teatrale che interpreta un monologo e quello di una guida turistica hanno qualche punto in comune. La differenza sostanziale è che l’attore racconta una storia, magari non vera; mentre una guida racconta la Storia, quella con la s maiuscola. Entrambi non devono mettersi davanti a ciò che il testo dice. Non sono loro infatti i protagonisti, ma la magia del teatro e del testo e la magnificenza di ciò che il Tempo ci ha lasciato. E quel garbo di cui parla Paola è la riverenza di chi racconta un’eredità di pietra o di tela per fare in modo che continui ad essere conosciuta anche domani.

Intanto si avvicina il 2023, Bergamo e Brescia Capitali italiane della Cultura: “Questo evento è davvero una grande opportunità che Bergamo e Brescia devono saper cogliere al meglio per far ritornare il turismo. A Bergamo si sta lavorando. Tutte le Associazioni sono state chiamate a preparare un progetto che serva a costruire una programmazione condivisa dalle due città. Anche la nostra associazione sta lavorando per questo e speriamo che il Comune di Bergamo possa coordinare le proposte delle diverse guide presenti sul territorio bergamasco”. Vedremo come andrà. Sicuramente le guide turistiche dell’Associazione Culturale Guide turistiche città di Bergamo saranno un punto di forza del territorio quando la nostra città e Brescia dovranno rivolgersi all’Italia e al Mondo.

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