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La cultura in quarantena – Paolo Bonfanti (Calamari Union): “sono abituato alla precarietà, quindi l’emergenza non mi ha colto impreparato”

Articolo. Il videomaker e regista indipendente: “Io mi sentivo in clamoroso ritardo e stavo faticando non poco. […] la clausura forzata mi ha permesso di rimettere mano a progetti che continuavo a rimandare”

Lettura 2 min.

La mia situazione è strana. Direi paradossale. Io faccio parte della categoria dei liberi professionisti. Le famose partite IVA. Che tradotto significa che sono un precario. Da precario spesso mi sono ritrovato a dover perdere interi mesi di lavoro per insolvenze da parte dei committenti oppure mi sono ritrovato dall’oggi al domani fuori da progetti che davo per scontati ma dal quale mi sono ritrovato escluso senza preavviso ne spiegazione alcuna. È così che va. Non sei un dipendente, non puoi rivalerti di nessun diritto e buonanotte al secchio…

Diciamo quindi che questa emergenza non mi ha colto impreparato, anzi! Se non fosse per la tragedia dei morti direi che un periodo di stop forzato all’anno non farebbe male. Ovviamente è una provocazione la mia, ma nemmeno troppo. Vorrei analizzare solo i lati positivi se mi è consentito…

RALLENTARE... È la parola magica in un mondo che non permette a chi rimane indietro per molteplici motivi di rimettersi al passo con il gruppo di testa. Io mi sentivo in clamoroso ritardo e stavo faticando non poco. Ora sto recuperando e francamente mi sento più capito perché molta altra gente si è ritrovata in questa situazione. A volte certe esperienze bisogna viverle di persona per capirle. Non voglio essere frainteso… Nelle mie parole può sembrare che si nasconda rabbia o risentimento (in parte sì!).

Detto ciò, per quanto riguarda il lavoro, fortunatamente non ho mai smesso un secondo. Da insegnante faccio lezioni online tutti i giorni e la risposta dei miei ragazzi è incredibilmente positiva. Certo, molto meglio vedersi di persona ma queste nuove forme di insegnamento sono una grande risorsa (non per tutti però). Prosegue pure il mio lavoro di grafico e videomaker. Ovviamente non posso occuparmi di progetti che richiedono riprese in giro con altre persone ma proseguo in altri modi con montaggi e piccole animazioni che sto sperimentando.

Il grande rammarico è che ad aprile sarei dovuto partire per Chios in Grecia, per seguire una carovana umanitaria dell’associazione Stay Human di Pesaro. Sarei partito per filmare e raccogliere materiale per un nuovo documentario che racconta l’attività di questi volontari in parallelo alla storia del fondatore dell’associazione, il mio amico Musli Alievski, un rom che ha vissuto per metà della sua vita in un campo nomadi e ora, a 33 anni dedica tutto il suo tempo libero (oltre al lavoro) per aiutare gli altri… Comunque il progetto è vivo e vegeto ed è solo rimandato.

A parte il lavoro, la clausura forzata mi ha permesso di rimettere mano a progetti che continuavo a rimandare, così ho ripreso a frequentare corsi online per affinare la tecnica dei programmi di montaggio video che solitamente utilizzo. L’idea è quella di specializzarmi in modo tale da poter a mia volta organizzare corsi per chi vuole imparare.
Se aggiungo a tutto questo il fatto che i miei bambini stanno con me un giorno sì e uno no essendo a casa da scuola, me li posso godere pienamente e mi aiutano a stare allegro e a non sentirmi solo.

Poi vorrei spendere due parole sui social che molto spesso vengono denigrati. Io penso invece che questa situazione abbia creato molti ponti (seppure virtuali) tra persone e non tutto quello che passa è negativo. Anzi…
Poi tanto cinema e musica! Musica tutto il giorno e film la sera…. Ho ricominciato anche, con gran piacere, a leggere.

Io mi rendo conto di essere tutto sommato uno dei pochi che possono definirsi fortunati in una situazione del genere, ma ho molti amici musicisti, attori o artisti che sono davvero preoccupati perché lasciati soli e poco considerati.

La cosa che più mi preoccupa, francamente, è che mi sarei aspettato, da parte delle istituzioni, una seria riflessione che portasse a rivedere il modello di società alternativo a quello attuale basato solo sul consumo e la produzione sfrenata. Quando riaprirà il tutto, basterà poco per dimenticare l’accaduto e i più competitivi continueranno la loro corsa per distaccare chi non sta al passo e chi sarà costretto ad abbandonare la corsa con conseguenze drammatiche. Il ragionamento attuale è quello di voler riprendere esattamente come prima.

Chiudo con un pensiero rivolto alla natura che si è ripresa un po’ i suoi spazi ed è una cosa meravigliosa. Quando mai rivivremo senza traffico, con i fiumi limpidi e l’aria pulita?

Paolo Bonfanti, regista, videomaker e grafico, è il titolare unico di Calamari Union. Ha lavorato con Massimo Zamboni dei CCCP / CSI insieme a Massimo Corsini. Ha realizzato i documentari “Opre Roma! e “La linea immaginaria” su Zingonia.

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