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Il libro di Superbergamo: la limpida semplicità di chi sa che da solo non si salva

Articolo. Durante i primi mesi del Covid-19, oltre 270 persone hanno prestato il loro aiuto volontario a un progetto senza precedenti di solidarietà e mutuo soccorso. Le studiose di scienze sociali Carmen Pellegrinelli e Laura Lucia Parolin ne raccontano la storia in “Bergamo Resiste”, che sarà presentato sabato 17 luglio a Daste per la Fiera dei Librai

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L’illustrazione sulla copertina di Bergamo resiste

Il 18 marzo 2020 è riassunto in una sola immagine: i camion militari carichi di bare che attraversano Borgo Palazzo. Bergamo diventa un caso mondiale. Città martire. Lazzaretto di dolore, come la definisce la testata inglese The Guardian. La Wuhan d’Occidente si legge altrove.

La narrazione dominante si costruisce tra i bollettini giornalieri con i dati sul contagio, lo strazio, il senso di impotenza, la paura e l’impegno eroico di medici e infermieri in trincea. Bergamo è trafitta e sofferente, anche se non molla, lo urla sugli striscioni appesi un po’ ovunque e si fa coraggio da lontano, senza potersi abbracciare. Chi non è costretto ad andare al lavoro si chiude in casa, chi per paura, chi per scrupolo, chi per sentirsi più al sicuro. Anziani bloccati nei loro appartamenti, famiglie intere paralizzate dalla paura e persone rimaste sole, terrorizzate anche solo dall’uscire a fare la spesa.

Ma c’è anche un’altra storia, che si sviluppa in parallelo già giorni prima di quell’immagine raccapricciante delle bare nei camion, una storia fatta di persone comuni che hanno messo da parte la paura, cominciando ad attraversare la città deserta per consegnare cibo, farmaci o ossigeno dagli spiragli delle porte, ricucendo frammenti di quotidianità perduta e dimostrando che ci si salva solo insieme.

È la storia di Alessandra, Anna, Jesus Armando, Daniele, Matteo, Paolo, Simona e tutti gli altri che hanno partecipato a Superbergamo, “un progetto di mutuo soccorso che ha mobilitato circa 270 volontari e volontarie a supporto della comunità bergamasca durante la prima ondata dell’epidemia Covid-19”, che da servizio di consegna di generi di prima necessità è cresciuto tra azioni solidali sulle nuove povertà, arte, musica, cinema, educazione non formale, sostegno ai migranti e sul supporto alla cultura e allo spettacolo dal vivo.

Un caso di solidarietà e autorganizzazione dal basso capace di sopperire a un “welfare nazionale frammentario, corporativo, debole ed enormemente appesantito dalla crisi Covid-19, interagendo giocoforza a livello istituzionale”, come ha scritto Sarah Gainsforth su Internazionale il 29 marzo 2021. Un caso unico, a cui Carmen Pellegrinelli e Laura Lucia Parolin, due studiose italiane di scienze sociali di stanza a Copenhagen, hanno dedicato “Bergamo Resiste – Storia di Superbergamo, solidarietà e attivismo al tempo del Covid-19”.

Un volume che aggiunge un tassello fondamentale alla narrazione della pandemia a Bergamo, un tassello fatto di persone comuni e processi partecipativi capaci di fornire soluzioni efficaci a problemi immediati in tempi ridottissimi, ancora prima che le istituzioni si potessero organizzare: il Comune di Bergamo entrerà in gioco solo in un secondo momento e riconoscerà in seguito il valore di Superbergamo con la benemerenza civica.

Un’altra versione della Bergamo del Covid che passa dal “Noi”

Nei tempi strettissimi in cui è nato il progetto è venuto alla luce anche il volume, pubblicato dalla casa editrice People di Pippo Civati e frutto di un ricchissimo lavoro di raccolta di oltre 50 interviste, voci, messaggi, esperienze e vissuti tra i volontari di Superbergamo, considerato da Pellegrinelli e Parolin un caso di studio dalle caratteristiche uniche.

Il loro sguardo però, prima di essere accademico, è di vicinanza: Carmen infatti è originaria di Bergamo e come molti residenti all’estero ha vissuto l’esordio della pandemia in città attraverso le notizie provenienti da parenti e amici. “Il mio primo ricordo di Superbergamo in quel periodo drammatico erano le foto sui social di molte persone a me care, che andavano a portare la spesa agli anziani, tra loro anche Kino e Pietro, del Circolo Arci Maite di Città Alta – spiega – Sono stati loro la scintilla di tutto, hanno messo a capitale la loro generosità, da sempre non si muovono per i soldi, ma per qualcosa di più grande e in un contesto di emergenza come quello in cui ci si trovava, con la loro etica fuori dal tempo, hanno buttato il sasso e da quel primo gesto si sono formati un sacco di cerchi”.

Al Maite infatti si sono uniti tanti singoli volontari, ma soprattutto numerose realtà artistiche e culturali del territorio come Ink Club, Barrio, Upperlab, Club Ricreativo di Pignolo, La Popolare Ciclistica, Pacì Paciana e Arci Bergamo (qui la nostra intervista). “Non è un caso, che siano proprio i soggetti culturali ad essersi attivati e organizzati, abituati come sono ad anni di pratiche collaborative e azione sul territorio – commenta ancora Carmen Pellegrinelli, che accanto alla carriera accademica, ha anche esperienze legate al teatro – Per lavorare in ambito culturale devi essere pronto a tutto, a risolvere qualsiasi problema che si presenti e a fare rete, se no non lavori. Pietro Bailo, che ha proposto l’idea del gruppo di volontari in supporto agli anziani del quartiere Città Alta da cui è nato tutto, ha alle spalle una carriera teatrale come attore e tecnico, Kino con cui ha fondato Maite è voce di una band come gli Arpioni. L’autorganizzazione è all’ordine del giorno in questi settori”.

Un caso di studio unico nella storia dei disastri umanitari

Laura Lucia Parolin si occupa di sociologia delle organizzazioni, studiando come queste collettivamente imparino, si strutturino e si evolvano: per lei Superbergamo rappresenta “un caso di studio eccezionale, una realtà totalmente orizzontale, che ha saputo utilizzare la creatività collettiva in un momento di estrema urgenza – spiega – Questo tipo di dinamica è poco indagata in un mondo dominato dall’etica eroica del singolo che compie l’impresa, dalla figura dell’uomo forte che risolve la situazione, anche se nella realtà dei fatti le dinamiche sono collettive. Inoltre il fatto che Superbergamo non fosse gerarchica riflette il funzionamento delle pratiche associative sperimentate dalle realtà promotrici, che hanno un modo collettivo di gestire le cose, analizzarle e proporle e che, in quanto legate al mondo della cultura e dello spettacolo, lavorano tantissimo con la creatività: anche la scelta di fare raccolte fondi con aste di opere d’arte, film in streaming, concerti e spettacoli deriva proprio dalla storia di queste realtà”.

Tra racconti in prima persona dei volontari, riflessioni di studiosi e sociologi, ricostruzioni dei fatti attraverso frammenti di saggi, articoli e testimonianze, Pellegrinelli e Parolin tessono un racconto corale, che è un piacere leggere nel suo far luce su un’azione collettiva cruciale per un’intera città in un momento così scuro, raccontandola in modo accattivante e coinvolgente grazie anche alle doti di drammaturga della Pellegrinelli.

La narrazione si muove limpida, lontano da ogni sensazionalismo, pur senza nascondere il fatto di trovarsi davvero davanti a un caso eccezionale: “studiando le diverse risposte ai disastri umanitari nel mondo, in nessun caso abbiamo trovato un legame tra solidarietà e cultura come nel caso di Superbergamo – spiega Laura Parolin – Inoltre quest’esperienza rappresenta un qualcosa che ci dice chi siamo e che cosa possiamo fare: in un momento di distruzione della normalità ricostruire legami relazionali significa ricostruire la società e per farlo c’è stato tantissimo lavoro di cura, sia materiale, sia relazionale. Prendersi cura della collettività in questo modo è stato un atto di resistenza, che come comunità sarà importante custodire e ricordare”.

Bergamo Resiste – Storia di Superbergamo, solidarietà e attivismo al tempo del Covid-19” verrà presentato sabato 18 luglio alle 22 da alcuni volontari di Superbergamo, ospiti dell’edizione estiva della Fiera dei Librai, che per la prima volta si terrà a Daste, l’ex centrale di via Daste e Spalenga a Celadina. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria sul sito fieradeilibrai.it.

*il titolo è un estratto del testo di Rosita Poloni contenuto in “Bergamo Resiste”.

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