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Andrea Berté, il ragazzo si farà (e intanto canta l’amore a distanza)

Articolo. Dopo un bel passaggio a The Voice a 16 anni, il cantante di Ponteranica torna con il singolo “80 giorni”. Dando l’impressione di essere uno che merita una chance

Lettura 3 min.
Andrea Bertè

Confesso che prima che mi arrivasse un comunicato della Shining Production non conoscevo assolutamente Andrea Berté. Diciotto anni, sedici quando partecipò a The Voice, talent che non guardo se non nei momenti in cui ho bisogno di staccare il cervello. Andrea mi era sfuggito, così eccomi a cercare su YouTube il video del suo nuovo singolo “80 giorni” e quelli delle esibizioni a The Voice, fra cui il live dell’inedito “Ferma questo istante”, un pezzo soul-pop che guarda Ghemon a debita distanza, cantato con una padronanza di palco e una sicurezza notevoli.

Andrea Berté canta bene, ha un buon falsetto, va su alto senza problemi. Insomma, non è un fenomeno ma ci sa fare. Quando guardo questi talent, The Voice o X-Factor, mi è subito evidente chi ha fatto un po’ di gavetta, e non è un caso che ad esempio X-Factor riempia ogni esibizione di tuoni, fulmini e saette. Quando il cantante si perde sul palco, meglio riempire – anche perché siamo in tv, mica a un concerto.

A The Voice, dove Andrea è arrivato in semifinale, è invece tutto molto più essenziale e se non hai esperienza la paghi. Andrea però in tutte le esibizioni che ho visto va via liscio e viene da dire che del buono c’è, ma va coltivato: “l’esperienza a The Voice – mi racconta lui – è stata sensazionale. Mi ha permesso di capire se ho la stoffa per fare questo mestiere, anche se non lo considero un punto d’arrivo ma d’inizio”. Applausi, standing ovation, apprezzamenti continui: l’esposizione mediatica di un talent è massima, sembra che il pubblico sia lì tutto per te. Poi la magia finisce e ti ritrovi, come Andrea, a costruire un proprio percorso, e non è sempre facile. Che fine fanno i concorrenti dei talent? Alcuni ci rimangono sotto, the show must go on e il rischio è di essere solamente carne da cannone per due o tre serate.

“Una volta uscito sapevo di dovermi rimboccare le maniche e lavorare il più possibile affinché il mio sogno si possa realizzare e devo dire che il mio percorso sta procedendo alla grande”. The Voice è stata una bella prova: “mi ha permesso di avvicinarmi a quel mondo che vorrei fosse il mio futuro e mi ha aiutato a constatare l’impegno e la determinazione che richiede. Mi è sicuramente servita anche per imparare ad affrontare un palco e un pubblico molto vasto e importante e pure per capire se ero pronto e in grado affrontare il mondo là fuori”.

Quello che stupisce di Andrea è che possiede una buona autorevolezza esecutiva nonostante non abbia fatto tutta questa gavetta: “al di fuori dei concorsi di paese o delle feste in casa, penso che i talent siano utili per affrontare quelli che sono considerati ‘palchi importanti’, con un grande pubblico e anche un sacco di esperti in grado di aiutarti e valutarti”. Fa niente se il capitano della tua squadra è Elettra Lamborghini, una di poca esperienza (soprattutto se pensiamo che in quell’edizione gli altri capitani erano Morgan, Gigi D’Alessio e Gué Pequeno) ma che i numeri su YouTube li fa eccome. “Elettra è una persona veramente solare, allegra, che trasmette serenità e tranquillità e soprattutto è una persona vera: non c’è differenza tra come appare in TV e com’era dietro le quinte con noi ragazzi; mi sono trovato veramente a mio agio a lavorare con lei”.

“80 giorni” è una ballad molto classica, un pezzo buono per Sanremo Giovani, forse si poteva osare di più alla luce dell’inedito presentato a The Voice. Nonostante ciò, non manca d’intensità: “è una canzone che riflette la condizione in cui ci trovavamo io, Andrea e Stefano, che insieme a Valerio sono i miei produttori artistici, e come noi anche molte altre persone che in questo periodo di lontananza hanno sentito la mancanza di una persona cara con la speranza e il desiderio, oltre che la voglia, di tornare insieme il prima possibile per poter ripartire più forti di prima”.

Tuttavia quello di “80 giorni” è solo un primo passo: “sto già lavorando ad altri brani e spero vivamente di arrivare alla produzione di un disco completo”. Intanto che i live non si possono fare: “spero vivamente che questa situazione di restrizioni possa giungere al termine il prima possibile così da poter ripartire alla grande, anche con la speranza di essere chiamato ad aprire qualche concerto”.

Personaggio interessante questo Andrea Berté. Forse con la canzone giusta e una produzione un po’ più scafata sentiremo ancora parlare di lui. Come diceva quella canzone: “Il ragazzo si farà / Anche se ha le spalle strette / Quest’altr’anno giocherà / Con la maglia numero 7”. Buona fortuna.

Pagina Instagram Andrea Berté

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