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Bergamoscienza: il festival che dà gli strumenti per capire (un po’ di più) il mondo

Articolo. Dall’1 al 17 ottobre, con il motto “Facciamo conoscenza”, torna al Sociale, al Centro Congressi Papa Giovani XIII e in piazzale Alpini l’evento incentrato sulla divulgazione scientifica. Fra conferenze, laboratori per le scuole, spettacoli e virtual tour. Prenotazioni degli incontri al via il 29 settembre

Lettura 6 min.
L’osservatorio nel deserto di Atacama, uno dei virtual tour di Bergamoscienza 2021

V ivere è imparare. La scienza si evolve in maniera darwiniana: attraverso tentativi ed errori”: basterebbe questa frase del filosofo Dario Antiseri per rispondere alla domanda che cosa è la scienza?, una specie di sottotesto in questi tanti mesi di pandemia, lockdown, vaccini, sì vax e no vax come se fossimo allo stadio a tifare per l’una o l’altra sponda.

Epidemiologi a contraddirsi in tv decuplicando all’infinito i famosi 15 minuti warholiani, dietrologie di ogni sorta, e la scienza spesso tirata per la giacchetta: diventata religione laica del contemporaneo per qualcuno, catastrofe totale e mortifera per qualcun altro; strumento del potere ma anche riprova che il potere con essa fatica a dialogare. Anche i media hanno fatto la loro, preferendo troppo di frequente un’informazione emotiva ad una, per quanto possibile, esatta. In altre parole i contorni della scienza, come materia conoscitiva, si sono slabbrati e hanno bisogno di essere ribaditi, secondo quell’affermazione di Antiseri che citavamo prima. In fondo è una questione di strumenti per capire (un po’ di più) il mondo.

In questo senso Bergamoscienza 2021 è ciò ci voleva in questo momento. Dall’1 al 17 ottobre, conferenze, laboratori, spettacoli e tour virtuali alla scoperta del mondo che cambia, laddove scienza è dubbio, errore, ma anche ricerca, scoperta e conoscenza: “Per due settimane ritorneremo ad animare la città con un’edizione che fa tesoro dell’esperienza dello scorso anno e combina sapientemente conferenze in presenza e contributi digitali, per raggiungere in tutto il mondo appassionati di scienza” spiega Raffaella Ravasio, che dell’Associazione BergamoScienza è l’indomita Presidente. “ Facciamo conoscenza è il motto del festival di quest’anno, ma è anche l’ispirazione che da quasi vent’anni ci guida nel seminare conoscenza, promuovendo una nuova cultura della divulgazione scientifica. Conoscenza perché solo conoscendo possiamo essere veramente liberi. Scienza perché nella scienza c’è il nostro futuro”.

Tante conferenze, nessuna sul covid-19

Chi ha già scorso il calendario di questa edizione del Festival si sarà accorto che non c’è una conferenza che riguardi direttamente la pandemia di covid-19. “È una scelta voluta – spiega Susanna Pesenti, segretaria generale dell’Associazione Bergamoscienza – Non volevamo unire la nostra voce al coro confusionario di questi mesi di pandemia, dove abbiamo trovato epidemiologi caduti nella trappola del protagonismo in tv e personaggi che dicevano la loro pur non avendo alcuna patente scientifica”.

Si parlerà dunque di vaccini, ma contro il cancro: “due scienziati autorevoli come Alberto Mantovani e Christopher Huber tratteranno il tema delle vaccinazioni, di cosa è un vaccino e per cosa è utile. Perché con questa conferenza e tutte quelle in programma vogliamo cercare una rotta, che nasca da una voce sola, quella del Festival”.

La rotta è quella di tornare al ragionamento e al metodo scientifico più che alle contraddizioni fra epidemiologi. “La pandemia ha alzato un polverone che ha appannato i fondamentali della scienza e della sua divulgazione: il pubblico deve essere in grado di affrontare le questioni scientifiche più importanti ragionando criticamente, non sapendo tutto, ma avendo sufficienti conoscenze per prendere decisioni di testa e non di pancia ”.

Insomma è tutto un problema di comunicazione, e quindi di cognizione: “Fin dalla prima edizione non abbiamo mai voluto dare ricette, ma indicazioni su come si lavora e si ragiona secondo il metodo scientifico, dando strumenti chiari ed efficaci per capire le questioni in uno scenario molto intricato, dove sembra che il primo che passa abbia sempre la verità in tasca”.

Ovviamente non è così e il futuro che ci attende suggerisce che con il covid-19 dovremo convivere, intanto che gli esperti annunciano nuovi virus. “Di conseguenza rischiamo che tornino gli stessi problemi di comprensione”. Infine due parole “su un Festival che anche quest’anno è più ‘magro’ ma diffuso durante tutto l’anno. Vogliamo che Bergamoscienza diventi un sistema: i quindici giorni della manifestazione e gli incontri settimanali per tutto l’anno, che fino ad ora sono stati fatti online, ma speriamo che presto si possano fare in presenza”.

La conoscenza come antidoto all’ignoranza, alla superstizione e alla paura. Perché la scienza è una cosa interessante, è vero, ma soprattutto è una cosa intensa, che quando la incontri te ne innamori e non la lasci più. Succede a chi decide di percorrere una delle tantissime strade che formano oggi la ricerca scientifica; ma succede anche a chi alla scienza si è appassionato, grazie anche a Bergamoscienza, che ha portato fino ad oggi sul nostro territorio 31 premi Nobel, e tanti altri esperti delle materie più disparate: personaggi eccentrici o più normali della normalità, ma sempre vibranti di quella grande voglia di leggere il libro dell’universo e i suoi misteri.

Il programma

Dal 16 settembre è disponibile sul sito il programma completo del festival con tutti i dettagli. Dal 22 sono scattate le prenotazioni di laboratori (per bambini, ma non solo) e spettacoli. Dal 29 sarà possibile prenotare anche le conferenze e il concerto inaugurale di Stefano Bollani del 1 ottobre, “Piano Variations on Jesus Christ Superstar”, in collaborazione con il festival Contaminazioni Contemporanee.

Dal giorno dopo partirà un programma di 16 conferenze, in piazzale degli Alpini (nel weekend del 2-3 ottobre), al Teatro Sociale (nella settimana 4-10 ottobre) e al Centro Congressi (nella settimana 11-17 ottobre). Qualche nome? “Le sfide che ci attendono” con Marirosa Iannelli, intervistata dal giornalista ambientale Emanuele Bompan (2 ottobre). All’incontro interverrà poi il CEO di ONE Campaign Tom Hart che verrà intervistato dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

L’ultima conferenza sarà invece quella di domenica 17 ottobre alle 17 con il Premio Nobel per la Medicina 2001, Sir Paul Nurse, genetista e biologo che terrà la lectioChe cos’è la vita?”. In mezzo tanti altri appuntamenti. Il 2 ottobre Noam Chomsky, con un contributo video sul tema “Linguaggio, cervello e comunicazione”, di cui parlerà anche il linguista Andrea Moro. I 700 anni dalla morte di Dante Alighieri saranno celebrati dalla studiosa di letteratura italiana Elisabetta Tonello e dall’astrofisico e divulgatore Amedeo Balbi nell’incontro “Dante, un divulgatore scientifico” (3 ottobre).

Gli appassionati del regista Christopher Nolan non possono perdere “Il tempo di Nolan”, un dialogo fra il regista Mauro Zingarelli e l’astrofisico Luca Perri (3 ottobre). Barbara Mazzolai, direttrice del Centro di Micro-BioRobotica dell’IIT, ripercorrerà invece, nell’incontro “Copiare la natura”, le ultime conquiste della robotica bio-inspirata e i suoi studi sui robot (7 ottobre). Il biologo americano Michael Levin, in video-collegamento dagli Stati Uniti, spiegherà l’inatteso ruolo dell’elettricità nel coordinare i processi di sviluppo e rigenerazione dei tessuti nell’incontro “Il codice elettrico della vita” (8 ottobre).

Una buona parte delle attività dell’ESA – Agenzia Spaziale Europea è concentrata sullo studio della Terra: lo racconteranno Stefano Ferretti e Ilaria Zilioli della stessa Agenzia in “Bergamo, città verde… grazie allo spazio” (9 ottobre). Alberto Mantovani, l’immunologo italiano più citato al mondo, e Christopher Huber (unico conferenziere straniero che ha voluto esserci dal vivo), professore emerito di ematologia e co-fondatore di BioNTech – l’azienda che ha sviluppato uno dei più efficaci vaccini contro Covid-19 – saranno i protagonisti dell’incontro “Un vaccino contro i tumori” (9 ottobre). Di Marte, e del grande interesse attorno al pianeta (tre missioni l’hanno raggiunto nel giro di una decina di giorni) ci racconterà Teresa Fornaro nell’incontro “L’anno di Marte” con il giornalista scientifico Giovanni Caprara (10 ottobre).

Bergamofestival continuerà poi con l’antropologa e paleobiologa americana Nina Jablonski, “Il colore della pelle, dalla biologia alla cultura” (10 ottobre); “Le particelle che potrebbero riscrivere la fisica” con Dario Menasce (14 ottobre); Carola Frediani, scrittrice ed esperta di cybersicurezza, privacy, sorveglianza e diritti digitali, parlerà di “Guerre digitali” (16 ottobre); “La coscienza delle api” sarà il tema del neuroscienziato e appassionato divulgatore Giorgio Vallortigara (17 ottobre).

Tour virtuali e tanto altro

Tuttavia Bergamoscienza non è solo conferenze. Dopo il successo dello scorso anno, tornano i tour virtuali, ovvero un’esplorazione di luoghi poco accessibili come i Laboratori Nazionali del Gran Sasso scavati sotto 1.400 metri di roccia, oppure il tour dentro Virgo, l’interferometro rilevatore europeo di onde gravitazionali, lungo tre chilometri e installato a Cascina, in provincia di Pisa. Atacama, il cielo più spettacolare del pianeta è invece il virtual tour che permette di osservare in diretta il cielo di uno degli ambienti più estremi della Terra, il deserto di Atacama (reso famoso dal bellissimo film “Nostalgia della luce” di Patricio Guzmán). Il pubblico potrà “visitare” lo ZKM – Zentrum für Kunst und Medien, il museo delle meraviglie, istituzione culturale a Karlsruhe, in Germania. Ci saranno poi tour aziendali alla Montello, all’ABB, alla Brembo, alla Radici Group.

Torna anche “La scuola in piazza”, dopo un anno di stop forzato, nel primo weekend del festival: fiera scientifica on the road giunta alla sua VII edizione con 24 scuole coinvolte. Tanti anche i laboratori (36 in totale, tutti da remoto) rivolti alle scuole, per bambine e bambini, ragazze e ragazzi dai 3 ai 18 anni (per la prima volta a Bergamoscienza, un laboratorio per i bimbi dai 2 ai 3 anni). “Il mondo scuola – commenta Pesenti – ci chiede di essere un pezzo in più di formazione”. E poi, sempre online, 13 spettacoli virtuali, riservati alle scuole, e 2 mostre fotografiche in centro città.

Infine BergamoScienza anche quest’anno sarà partner di Meru Art* Science Research Program, il programma di ricerca finalizzato alla realizzazione di interventi site-specific dedicati al rapporto tra arte e scienza. Non mancherà il secondo capitolo della mostra alla GAMeC “Nulla è perduto. Arte e Materia in Trasformazione”.

“[La] nobile e vera scienza, / [...] non ha mai dimostrato verso la superstizione / tanta intolleranza quanto quest’ultima / ne ha nutrita verso di lei” scrisse il poeta ungherese Frigyes Karinthy a cavallo fra ‘800 e ‘900.

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