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Da Villa d’Almè a Bergamo in bici, un asse (per ora) critico per la Val Brembana

Articolo. Le biciclette condividono in questo tratto l’intero percorso con le auto. Una situazione pericolosa che potrebbe migliorare con la costruzione della nuova pista ciclabile che correrà a fianco della nuova tramvia T2

Lettura 4 min.

Negli ultimi anni, in molti contesti urbani, tra cui quello bergamasco, sono stati realizzati nuovi percorsi ciclabili dei quali, tuttavia, non è sempre evidente il beneficio. Per questo, inforchiamo la bicicletta e percorriamo insieme i principali itinerari che collegano Bergamo e il territorio circostante. L’obiettivo è valutare la ciclabilità dell’hinterland bergamasco, analizzando nel modo più possibile oggettivo l’efficacia e la sicurezza di due percorsi: quello più idoneo alle due ruote e quello solitamente percorso dalle auto. Un percorso è tanto più efficace quanto più diretto e continuo; è tanto più sicuro quanto minore è la possibilità di incorrere in incidenti, in primo luogo con veicoli a motore e in secondo luogo con pedoni e ciclisti di entrambi i sensi di marcia.

In questa prima puntata consideriamo la direttrice della Val Brembana, da Villa d’Almè alla stazione dei treni di Bergamo. Secondo il «Piano della mobilità sostenibile» del Comune di Bergamo, su quest’asse si muove circa il 13% del traffico in entrata a Bergamo.

La statale 470

Dal municipio di Villa d’Almè percorriamo via Locatelli e ci immettiamo sulla statale della Val Brembana. Procediamo in direzione Bergamo, costeggiando Almè, Petosino, Sorisole e Ponteranica fino a giungere al nodo di Pontesecco, porta d’accesso al capoluogo. In questo primo tratto, lungo circa 4.5 km, la strada è priva di corsie ciclabili: siamo costretti a pedalare a bordo carreggiata, stretti tra le auto e il margine, spesso disconnesso. Superata la strettoia di Pontesecco, proseguiamo in città in via Ruggeri da Stabello fino alla parrocchia di Sant’Antonio, dove iniziano le corsie ciclabili tratteggiate. Stando in corsia percorriamo via Baioni, superiamo piazzale Oberdan e via Battisti e raggiungiamo la torre del Galgario. Svoltiamo a destra in via Frizzoni sino all’incrocio con via Madonna della Neve, abbandoniamo la corsia ciclabile, svoltiamo a sinistra e ci portiamo su via Mai. Pedaliamo fino a viale Papa Giovanni XXIII, che ci conduce alla stazione ferroviaria.

Una strada pericolosa per i ciclisti

La statale 470 costituisce il collegamento tra la Val Brembana e Bergamo. Priva di piste ciclabili, molto trafficata, spesso stretta e poco illuminata, rappresenta un serio rischio per chi si sposta in bicicletta. Particolarmente critici sono i tratti di Almè e Petosino, dove il margine stradale è ridotto o sconnesso e il transito di mezzi pesanti o auto ad alta velocità mette in pericolo i ciclisti.

Anche seguendo l’itinerario alternativo consigliato, resta inevitabile il passaggio sulla 470 tra Petosino e Ramera, a meno di non allungare notevolmente il tragitto e affrontare maggiori dislivelli attraversando integralmente i centri di Petosino, Sorisole e Ponteranica.

Il varco di Pontesecco

Pontesecco costituisce il nodo di congiunzione tra la Val Brembana, la città e la Val Seriana. La realizzazione di due rotatorie, costate 3.5 milioni, non ha portato un significativo miglioramento della viabilità. Risulta una maggior fluidità del traffico solo in una direzione di marcia, a discapito dell’altra, tanto che si è dovuto ricorrere ad aggiustamenti posticci come lo smussamento dei cordoli e il reintegro dei birilli.

La situazione è critica, per tutti i veicoli. Le rotonde, al più, possono incidere sulla velocità di transito e dunque sulla fluidità del traffico, ma il problema è il numero di auto, che va ridotto a favore di biciclette e trasporto pubblico.

Il percorso ciclabile

Rimontiamo in sella e partiamo dal municipio di Villa d’Almè. Questa volta, anziché immetterci direttamente sulla statale 470, imbocchiamo via Moro e successivamente via Brughiera, che ci consentono di evitare il traffico e raggiungere la statale una volta attraversato il centro abitato, a pochi metri dal confine con Petosino. Stando attenti alle auto che sfrecciano al nostro fianco, procediamo lungo l’asse principale per circa 3.5 km fino al quartiere di Valtesse. Qui inizia la direttrice ciclabile N che prosegue fino a piazzale Oberdan. La seguiamo fino alla torre del Galgario, dove intercettiamo la direttrice I Martinella-Porta Nuova. Svoltiamo a destra in via Frizzoni e proseguiamo lungo la corsia riservata ai bus e poi ancora su corsia tratteggiata fino a Porta Nuova, dove ci portiamo sulla direttrice B che collega Città Alta con piazzale Marconi.

Efficacia e sicurezza dei percorsi

Per chi viaggia in bici è preferibile evitare la statale 470 e privilegiare le strade secondarie e le corsie ciclabili. Sia l’itinerario suggerito per le due ruote, sia quello delle auto si sviluppano per circa 9 km e richiedono più di mezz’ora di tempo. In entrambi gli itinerari, le biciclette condividono l’intero percorso con le auto, per cui bisogna prestare attenzione, soprattutto quando la carreggiata è stretta e le auto corrono veloci. La ciclabile N nel Comune di Bergamo migliora la visibilità delle biciclette agli occhi degli automobilisti, ma da sola non è sufficiente a incentivare una mobilità sostenibile tra la città e Villa d’Almè.

Oggi nella bassa valle, in attesa della pista parallela alla linea T2 del tram, manca un’infrastruttura ciclabile che consenta di evitare la direttrice Brembana, proibitiva per le bici.

Corsie d’emergenza per le due ruote

Le uniche infrastrutture ciclabili dell’itinerario sono le corsie tratteggiate a bordo carreggiata, le bike lines. In particolare, in entrata a Bergamo da nord è presente la direttrice N che corre per poco più di quattro chilometri tra Valtesse e piazzale Oberdan lungo la strada principale. Si tratta di un percorso ciclabile monodirezionale, presente su entrambi i lati della carreggiata ma condiviso con i veicoli a motore. Queste corsie sono definite emergenziali in quanto realizzate nel periodo post covid appositamente per rilanciare la mobilità dolce. Sarebbe interessante capire se rimarranno tali a vita o se verranno convertite in piste ciclabili vere e proprie.

La ciclopedonale ai piedi dei colli

Oltre agli itinerari che seguono la statale 470 fino a Pontesecco e attraversano Valtesse e Conca Fiorita in direzione del centro città, esiste la Greenway: un percorso ciclopedonale che si sviluppa tra Valmarina e via Baioni, costeggiando i torrenti Quisa e Morla, ai piedi dei colli di Bergamo.

Identificato come direttrice G del Biciplan comunale, è un tracciato suggestivo, immerso nel verde, ideale per il tempo libero. Tuttavia, è poco adatto agli spostamenti quotidiani casa-scuola o casa-lavoro tra la bassa valle e il capoluogo, a causa del dislivello (+121 m, -139 m) e del tracciato tortuoso (9,7 km) che corre lontano. È frequentato soprattutto nei fine settimana.

La nuova tramvia T2

È in fase di realizzazione la T2, la nuova tramvia che collegherà la stazione di Bergamo con Villa d’Almè. La viabilità su ferro nella bassa Val Brembana era già presente prima del 1966 quando il trenino per Piazza Brembana venne definitivamente smantellato. Gli 11.5 km di rotaie e le 17 fermate, attive per fine 2026, agevoleranno il pendolarismo tra il centro e la periferia nord. Si stimano 4.5 milioni di passeggeri all’anno e una riduzione del traffico di circa 26 milioni di km. I tempi di percorrenza Villa d’Almè – piazzale Marconi si aggirano sulla mezz’ora, poco più di quanto si impiega oggi ad attraversare Pontesecco negli orari di punta. Parallelamente alla realizzazione della linea tramviaria T2 tra Borgo Palazzo e Villa d’Almè, è prevista la costruzione di una pista ciclabile lunga circa 10 km, da via San Fermo a Villa d’Almè, larga 2.5 metri e connessa con le reti ciclabili esistenti. Si auspica che, a differenza della linea T1 tra Bergamo e Torre Boldone, questa nuova sia ampia e continua lungo tutto il tracciato, in modo da incentivare l’uso quotidiano delle due ruote.

Il vantaggio sarebbe duplice: favorire la mobilità a pedali tra la bassa Val Brembana e Bergamo contribuendo a ridurre il traffico e promuovere il turismo lento dalla città, consentendo di raggiungere la ciclabile del Brembo sui pedali.

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