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Cyberbullismo e fragilità digitale, un workshop a Treviolo per affrontare il problema con consapevolezza

Articolo. Torna un nuovo appuntamento di «e-Family», il progetto che riconosce e affronta la fragilità digitale, toccando questa volta un tema estremamente complesso come quello del cyberbullismo. Il prossimo workshop, in programma giovedì 13 aprile presso la Sala Consiliare del Comune di Treviolo, sarà proprio dedicato a questa piaga sociale moderna, che ormai nessuno più, negli ambienti scolastici e non solo, tenta di minimizzare

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Il cyberbullismo è subdolo e, pur derivando dal bullismo propriamente detto, ha delle caratteristiche peculiari che lo rendono particolarmente complesso. Nei fatti è la manifestazione, in rete, di tutte quelle azioni violente e intimidatorie che identifichiamo come atti di bullismo e che possono essere compiute da una persona o da un gruppo. Si parla di molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi, però, la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi, inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web. Ecco come il bullismo diventa cyberbullismo, ma non cambia il fine ultimo della sua azione: trovare una vittima e perseguitarla.

Il motivo per cui il cyberbullismo è particolarmente subdolo è presto detto. Chiunque, anche chi è vittima nella vita reale, può diventare un cyberbullo. La violenza che subiamo, infatti, spesso genera altra violenza, in una catena senza controllo che è difficile spezzare. Non solo: grazie alle potenzialità del digitale, il cyberbullismo ha un’estensione territoriale potenzialmente infinita e, in ogni caso, molto più ampia rispetto ai muri scolastici. Potenzialmente, un video diffamatorio può viaggiare nella rete senza confini spaziali né temporali. Ecco un altro elemento: il tempo. Le comunicazioni aggressive possono avvenire 24 ore su 24 e restare in rete per mesi o anni.

Questo è ciò che rende il cyberbullismo tecnicamente più infido e strisciante, ma c’è altro. I cyberbulli hanno ampia libertà nel poter fare online ciò che non potrebbero fare nella vita reale. Lo schermo dello smartphone, del tablet o del pc, è un muro potentissimo e invalicabile, che protegge e nasconde l’identità e, al contempo, minimizza l’effetto della molestia. Non ci sono reazioni visibili della vittima, la sofferenza non è mostrata ma principalmente interiorizzata e il responsabile è sereno dietro al suo nickname e al suo avatar. Non vedrà mai un pianto o un lamento, eppure ne provocherà ugualmente.
«Ferisce più la lingua della spada»
dice un vecchio proverbio, in questo caso calzante, anche per la totale difficoltà nel rintracciare i nemici.

Giovanni Bonati, presidente dell’Associazione Cittadinanza Digitale che è partner dell’iniziativa «e-Family», racconta: «Spesso per spiegare questo fenomeno si tende a dire che sono i giovani ad essere diventati più cattivi e maleducati, ma in realtà è lo strumento a essere più potente. Un foglio di carta con un disegno o una scritta offensiva può essere strappato o gettato, mentre l’online dà una replicabilità potenzialmente infinita dello stesso gesto». Parlando invece dell’incontro del 13 aprile, aggiunge: «Per la prima volta in Italia, il progetto messo in atto a Treviolo mette in dialogo due problemi paralleli, il cyberbullismo e il divario digitale, che coinvolge anche i giovani. I ragazzi, infatti, non sono esenti dalla scarsa educazione digitale, anche perché spesso chi deve loro insegnare, siano professori o genitori, sono vittime delle stesse carenze. Come si possono spiegare gli effetti di Instagram o Facebook se chi spiega non li usa? Avere una fragilità digitale ed essere vittima di cyberbullismo possono essere condizioni concatenate e, per questo, insegnare un uso accorto della rete, senza drammatizzare lo strumento ma capendone tutti gli aspetti, è estremamente importane ed è quello che il Comune di Treviolo si è impegnato a fare».

Il progetto «e-Family», infatti, nasce dalla volontà di Martina Locatelli, assessora alle Politiche giovanili , comunicazione e innovazione, di incrementare le competenze digitali dei propri cittadini. Dopo gli incontri dedicati all’identità digitale e i primi workshop pensati più propriamente per le associazioni e gli operatori del territorio, questo sulla violenza digitale si apre alla cittadinanza. «I precedenti workshop sono andati molto bene, con una tavola rotonda interessante, partecipata e ricca di spunti, che useremo per avviare altre iniziative rivolte ad abbattere il divario digitale – spiega Martina Locatelli – Il prossimo incontro sarà particolarmente importante perché tocca una piaga moderna che non coinvolge soltanto i giovanissimi, ma anche gli adulti che hanno poca dimestichezza con i social network. Da tempo il comune di Treviolo è attivo su questo tema, grazie al nostro comandante della Polizia Locale, Matteo Copia, che ha già fatto diversi incontri nelle scuole, e ai servizi socio educativi, che hanno affrontato con alcuni professionisti la tematica, trovando modi per dare un supporto concreto».

L’incontro del 13 aprile, in programma a partire dalle 20, sarà introdotto da Damiano Amaglio, consigliere provinciale con delega alla famiglia e associazionismo e Beppe Pezzoni, presidente ABF (Azienda Bergamasca Formazione). Il dibattito, invece, vedrà protagonisti Martina Locatelli, assessore alle politiche giovanili, comunicazione e innovazione del Comune di Treviolo, Stefano Pabellini, segretario dell’Associazione Cittadinanza Digitale OdV, Alessandra Enrica Consonni, cofondatrice MigliorAttivaMente APS, Ivano Zoppi, segretario generale Fondazione Carolina Onlus, Marco Luciani, responsabile nucleo reati informatici della Polizia locale del Comune di Milano, Valentina Varvaro, psicologa di APS Cuore e Parole Onlus.

Il workshop si svolgerà in presenza presso la sala consiliare del Comune di Treviolo (Via Roma, 43) e sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube del Comune. La partecipazione in presenza è gratuita ed è obbligatoria l’iscrizione. Per ogni informazione e per iscriversi consulta il sito del progetto.

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