Volendo cercare nel corso della storia un personaggio in grado di rappresentare le caratteristiche del popolo bergamasco, non si può non pensare a Bartolomeo Colleoni. Figura autoritaria e ambiziosa dai modi duri nel proprio mestiere, ma estremamente amorevole con i propri cari. Per il 550° anniversario dalla scomparsa del Colleoni, la compagnia teatrale «La Gilda delle Arti» ha voluto celebrare il nostro illustre concittadino creando «Colleoni. Lo spettacolo», un’opera in due atti inserita all’interno del progetto «Terre colleonesche» di «Pianura da scoprire».
«Colleoni. Lo spettacolo»
Come detto, «Colleoni. Lo spettacolo» sarà un’opera in due atti, in cui undici attori ripercorreranno le vicende di Bartolomeo Colleoni, un uomo di tempra, capace di misurarsi con le più ardue sfide della vita, alle prese con il suo nemico più grande: l’oblio del tempo, che offusca la memoria dei più grandi eroi del passato. Il sipario si aprirà sull’anno 1448, quando Bartolomeo Colleoni, promettente capitano di ventura, si prodiga per conseguire il più ambito dei riconoscimenti: la nomina a Capitano Generale della Repubblica di Venezia. La sua ascesa è lenta e inarrestabile, e si dipana tra amicizie, agguati, voltafaccia e imprese guerresche. Assieme alle grandi campagne militari, che ne celebrano il volto eroico, sulla scena troverà spazio anche un lato meno noto di Bartolomeo Colleoni: quello umano, che si paleserà attraverso le difficoltà, le vicende familiari e il desiderio di lasciare un segno nella Storia. Rivalità, battibecchi familiari, ambizione, vittorie e sconfitte si alterneranno quindi sul palco, in un racconto vivace ed emozionante, capace di narrare le più importanti imprese del Capitano Colleoni.
L’intervista a Miriam Ghezzi
Per comprendere al meglio i metodi utilizzati per rendere al meglio il personaggio di Colleoni sul palco, abbiamo fatto due chiacchiere con Miriam Ghezzi, co-fondatrice della compagnia teatrale «La Gilda delle Arti» nonché scrittrice e regista insieme a Corti Marzia dello spettacolo.
GT: Da dove nasce l’idea di «Colleoni. Lo Spettacolo»?
MG: L’idea era già “in pentola” da tempo, ma non c’era mai stata l’occasione giusta per portarla in scena: richiedeva un grande impegno, anche produttivo. Quest’anno, però, ricorrono i 550 anni dalla morte di Bartolomeo Colleoni, e diverse associazioni del territorio bergamasco, in particolare «Pianura da Scoprire» e «Terre Colleonesche», hanno deciso di celebrare l’anniversario con una serie di eventi. Abbiamo preso contatto con loro circa un anno fa e, avendo riscontrato interesse, abbiamo iniziato a lavorare allo spettacolo. In un solo anno mettere insieme uno spettacolo da zero non è facile, ma questa è stata l’occasione perfetta per raccontare una figura a noi cara. Come compagnia siamo molto legati a Bergamo: abbiamo una vocazione culturale oltre che teatrale, e lavoriamo spesso con visite guidate teatralizzate. Unire divulgazione storica e arte scenica è, per noi, l’apice del nostro lavoro.
GT: Lo spettacolo è in due atti e coinvolge undici attori. Come avete deciso di raccontare la vita di Colleoni?
MG: Abbiamo scelto di concentrarci sugli ultimi trent’anni della sua vita, mettendoli in scena in forma drammatizzata. Ci siamo basati su studi approfonditi, cercando di rimanere il più fedeli possibile alla realtà storica. Il primo atto racconta la sfida che Colleoni si pone per diventare Capitano Generale delle milizie venete: è già un affermato condottiero, ma vuole ottenere il bastone del comando. Raggiunge questo obiettivo, ma il secondo atto mostra la parte successiva della sua vita, quando l’Italia entra in una fase di pace e lui, uomo votato alla guerra, deve reinventarsi. Raccontiamo quindi il suo invecchiamento, il confronto con la perdita della moglie, della figlia Medea, dei compagni d’armi. È un Colleoni forte fino all’ultimo, capace di affrontare tutto con determinazione, anche quando la vita lo mette a dura prova.
GT: Chi sono i personaggi principali dello spettacolo?
MG: Oltre a Bartolomeo Colleoni, ci sono sua moglie e le figlie Ursina, Caterina (entrambe legittime) e Medea, figlia illegittima ma molto amata. Poi compaiono altri grandi condottieri come Sforza, Piccinino, e nel secondo atto anche Galeazzo Maria Sforza. C’è anche Antonio Cornazzano, suo biografo e fonte fondamentale per noi, e Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza. Accanto a loro, cortigiani, traditori e una figura allegorica: la fama. È lei a fare da collante tra le varie scene, che spesso coprono periodi storici distanti tra loro. La fama accompagna lo spettatore nel tempo e nella comprensione della vicenda, ispirandosi all’estetica del Quattrocento, dove le allegorie erano parte integrante del linguaggio artistico.
GT: Lavorare su una figura come Colleoni, anche se con 550 anni di distanza, che tipo di esperienza è stata a livello personale?
MG: È stato molto bello, perché esistono studi approfonditi e documenti che permettono quasi di “toccare con mano” la sua personalità. Leggere le sue lettere, il testamento, conoscere le sue volontà: tutto questo ci ha dato l’impressione di avvicinarci davvero a lui. Colleoni era un uomo molto determinato, ma resta anche misterioso. Sappiamo molto delle sue imprese militari e della sua sete di gloria, ma poco della sua vita privata. Tuttavia, nonostante il grande dolore per non aver avuto figli maschi, amò profondamente le figlie e cercò di sistemarle con matrimoni vantaggiosi. La tomba che fece costruire per Medea, ad esempio, testimonia il suo affetto. In generale, dietro l’immagine del condottiero c’è una persona che ha vissuto il meglio e il peggio della vita, con grande forza. Per questo sentiamo una grande responsabilità nel raccontarlo: è già così interessante di suo, che qualsiasi intervento creativo dev’essere fatto con estrema delicatezza.
GT: Per che tipologia di pubblico è pensato lo spettacolo?
MG: «Colleoni. Lo Spettacolo» è pensato per tutti. Non è uno spettacolo per bambini, certo, ma vuole essere accessibile anche a chi normalmente non frequenta il teatro o non ha familiarità con la storia. L’obiettivo è coinvolgere, emozionare, far scoprire un personaggio così importante non attraverso una lezione, ma attraverso un’esperienza. Abbiamo lavorato tanto sulle emozioni, sulla biografia, sulla forza narrativa. Speriamo davvero che possa appassionare un pubblico il più ampio possibile.
«Colleoni. Lo Spettacolo» scritto da Miriam Ghezzi e diretto da Miriam Ghezzi e Marzia Corti, farà il suo debutto il 18 luglio in piazza Cavour a Trescore Balneario alle ore 21.
In caso di maltempo, lo spettacolo avrà luogo presso il teatro comunale
Per info e prenotazioni, consultare i canali social de «La Gilda delle Arti» o contattare il numero 346.0911169