Il rapporto tra le comunità e il cibo possiede un’autenticità profonda. Non si tratta di ricette tramandate o di tecniche secolari, ma di un’identità che si cristallizza nei gesti quotidiani, nelle materie prime, nella capacità di trasformare le risorse del territorio in nutrimento e convivialità. Ponteranica ne è consapevole, e sabato 18 ottobre aprirà le porte dello Spazio BOPO per celebrare questo sfaccettato patrimonio con la sesta edizione dell’«Orobic Street Food Festival», evento che ambisce ad essere molto più di una rassegna gastronomica.
L’iniziativa, sostenuta da Regione Lombardia attraverso il bando «Lombardia Style» e promossa dal Distretto del Commercio dei Colli e del Brembo, nasce dall’esigenza di dare voce a una realtà economica e culturale spesso schiacciata tra le urgenze della modernità. Gli otto comuni del Distretto hanno deciso di fare rete, progettando e realizzando un festival che valorizzi non solo l’enogastronomia, ma l’intero ecosistema gravitante attorno al cibo: i produttori, i ristoratori, le attività commerciali, quel tessuto che intesse la trama delle città di provincia e al quale, troppo spesso, non viene riconosciuto il giusto valore.
La struttura del BOPO rimarrà chiusa dalle proprie attività ordinarie per dedicarsi interamente alla manifestazione, una scelta che garantirà lo svolgimento anche in caso di maltempo e che rivela la volontà di creare uno spazio protetto, dove il pubblico potrà sentirsi attivamente partecipe. L’appuntamento è fissato per le 16, quando prenderà il via il laboratorio didattico «Dal latte al formaggio», primo tassello di un programma destinato a snodarsi fino a tarda sera.
Raccontare il territorio
L’intento sarà nell’accompagnare i visitatori in un percorso che non si limiti all’assaggio, ma che sveli i processi, le scelte, i saperi che si celano dietro ogni piatto. Perché il cibo, quando viene raccontato con passione e attenzione, diventa specchio del territorio: nelle pentole di polenta taragna che borbottano sulle fiamme si riconosce la pazienza delle mani che mescolano, nei formaggi stagionati si assapora il tempo che lavora accanto all’uomo, nei ragù di cinghiale si scorge il dialogo antico tra bosco e cucina.
Gli showcooking si susseguiranno durante tutto il tardo pomeriggio: alle 17 la polenta taragna, alle 17.30 la polenta con ragù di cinghiale, alle 18 il risotto del Distretto dei Colli e del Brembo. Ogni preparazione rappresenterà un’occasione per cogliere antiche sfumature della cucina orobica, che non teme la lentezza e che fa della sostanza il proprio primo principio. Nel mezzo, due degustazioni guidate di vini e formaggi locali, alle 17.15 e alle 18.00, pensati per educare il palato, riconoscendo profumi, tracce aromatiche e suggestioni.
L’«Orobic Street Food» non si limiterà a pentole e fornelli: l’evento vuole porsi come un’occasione di scoperta a 360 gradi del territorio, come dimostra la presenza delle visite guidate al Polittico di Lorenzo Lotto, custodito nella chiesa di San Vincenzo e Sant’Alessandro. Dalle 16 alle 17.30, in due turni, sarà possibile ammirare uno dei capolavori del maestro rinascimentale, accompagnati da guide esperte che ne illustreranno simbolismi, dettagli compositivi e contesto storico. Arte e gastronomia si fonderanno pe raccontare un territorio che ha saputo coltivare bellezza e qualità, investendo nella cura e nella trasmissione del sapere.
Nel tardo pomeriggio, dalle 17.30 alle 19, l’associazione bandistica musicale Vivace e l’associazione giovanile Stevia animeranno la manifestazione con momenti musicali: una piacevole colonna sonora spontanea che contribuirà a generare la festosa atmosfera collettiva. La musica, come il cibo, possiede l’innata capacità di aggregare, di sciogliere le distanze, ricordando come le comunità si costruiscano attraverso la condivisione di semplici gesti ed emozioni.
Alle 19.30 scatterà il momento della cena, l’unico appuntamento a pagamento della giornata. I piatti della cucina orobica saranno proposti a coloro che vorranno assaporare le creazioni dei ristoratori locali. Le parole si mescoleranno ai profumi, i bicchieri si eleveranno in un brindisi che onorerà non solo il cibo, ma la comune appartenenza al territorio. La serata si chiuderà alle 21 con lo spettacolo «Le Sommelier», di e con Alessandro Vallin e Stefano Locati, sotto la regia di Philip Radice. I Freakclown vestiranno i panni di improbabili sommelier in una performance che unirà teatro comico, musica dal vivo, poesia e acrobatica. Il vino, ancora una volta protagonista, diventerà pretesto per una celebrazione ironica e affettuosa della cultura enogastronomica.
Il saper fare rete
Ponteranica ha lavorato con cura alla costruzione di un evento che non si limiterà a mettere in fila degustazioni e spettacoli, ma che proverà a tessere un racconto organico. «Con l’”Orobic Street Food Festival” vogliamo dare vita a un momento di incontro e condivisione, in cui i cittadini e i visitatori possano riscoprire le nostre tradizioni e apprezzare le eccellenze che caratterizzano Ponteranica e i comuni limitrofi. Ringraziamo Regione Lombardia per il sostegno concreto che ha reso possibile questa iniziativa», ha dichiarato Susanna Pini, sindaco di Ponteranica.
«L’ “Orobic Street Food” è un’occasione concreta per rafforzare il legame tra territorio e comunità. Un evento che, grazie alla collaborazione con il Distretto, sostiene i nostri commercianti e ristoratori, valorizza il patrimonio culturale locale e offre un momento di convivialità aperto a tutti i cittadini», aggiunge Cristian Rota Nodari, assessore all’Ambiente, Cultura, Commercio e Turismo di Ponteranica. «Il riconoscimento ottenuto attraverso il bando “Lombardia Style” assume un’importanza particolare, perché sancisce la validità di un progetto che guarda al territorio come risorsa da coltivare, non da sfruttare. E che riconosce nelle piccole imprese locali – i ristoratori, i commercianti, gli artigiani – i veri custodi di un patrimonio che rischia di disperdersi se non trova spazi e occasioni per essere raccontato».
In fondo, il senso più autentico di un festival risiede proprio qui, nel dare dignità all’ordinario, quel quotidiano fatto di gesti, sapori e relazioni che costruiscono, giorno dopo giorno, l’identità di un luogo.