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Tra fede, cinema e comunità: Ardesio accende i riflettori su «Sacrae Scenae»

Articolo. Dal 17 al 19 ottobre, il borgo seriano ospiterà la sesta edizione della rassegna internazionale dedicata alle devozioni popolari: protagonista il tema della speranza

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Il film vincitore nel 2022 Il profumo dei fuori di carta

Nella devozione popolare di una comunità si misura il dialogo dell’uomo con il divino, ma anche la memoria di una collettività che, nell’eterno ripetersi di riti e tradizioni, difende la peculiarità della propria identità. È lo spazio inviolabile del sacro: il luogo dove l’essere umano incontra Dio, ma soprattutto se stesso. Non per niente, in un mondo sempre più globalizzato (e dilaniato da sanguinosi conflitti), il tema centrale della prossima edizione di «Sacrae Scenae», festival cinematografico internazionale dedicato alle devozioni popolari, che si svolgerà nel cineteatro parrocchiale di Ardesio dal 17 al 19 ottobre, sarà la speranza.

Giunta alla sua sesta edizione, la kermesse (inserita nel progetto «Ardeo et Renascor» del Comune di Ardesio, finanziata dall’Unione europea - NextgenerationEU, attraverso il bando per «L’attrattività dei borghi storici» del Ministero della Cultura per la rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici) è organizzata da Vivi Ardesio (con direzione artistica dell’associazione Cinema e Arte) e promossa dal Comune e dalla Pro Loco di Ardesio, in collaborazione con la parrocchia del paese ( e con il contributo di Regione Lombardia - Il Consiglio, Provincia di Bergamo, Camera di Commercio Bergamo, Comunità Montana Valle Seriana, Fondazione Cariplo, e il sostegno di partner).

«Credo che, in un certo senso, Ardesio sia un posto d’elezione per questo evento – spiega Fabrizio Zucchelli, presidente del festival – Innanzitutto, perché qui sorge un santuario importante, ovvero quello della Madonna delle Grazie e poi perché la nostra comunità è una comunità curiosa, interessata alle usanze religiose di altri popoli. Questo progetto, inoltre, ha lo scopo di archiviare in una cineteca tutti i film iscritti alla rassegna. Il sogno è quello di dare vita a un centro studi sulla religiosità popolare. A tal proposito, si sta rivelando proficua la cooperazione con l’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Bergamo e con l’Università degli studi di Bergamo».

Diciannove film per tre continenti

Raccontano le devozioni popolari di tre continenti le diciannove pellicole che saranno proiettate durante «Sacrae Scenae». Selezionati dalla giuria del festival, i film (corti, medio e lungometraggi, con una durata dai 9 ai 52 minuti) provengono infatti da Italia (come, per esempio, «Sul dorso della folla», di Martina Giannone), Brasile («La torre di Itapetim», di Jefferson William), Francia («17 agosto alle 5 pm», di Patrice Guillain), Germania («Beautiful smile», di Sophia Albrecht), Giappone («La preghiera», di Kazuya Ashizawa), Spagna («The way to the sea», di Javier Sánchez Martín), e Stati Uniti d’America («Santa Claus in Baghdad», di Raouf Zaki). Tutti concorreranno per il premio assoluto, ovvero il «Campanile d’oro», e per i «Campanile d’argento», nonché per il premio della giuria popolare.

Tre film saranno candidati anche per il premio della sezione «La speranza come orizzonte di vita», tre, invece, quelli che raccontano di devozioni del territorio e che si contenderanno il premio speciale. «Il festival, in questi ultimi anni, è cresciuto molto – afferma Zucchelli –, lo si comprende dalla qualità delle proposte (che tende sempre a migliorare) e dal grande afflusso di gente che, a ogni proiezione, riempie il cinema. D’altronde, questa è una rassegna dal respiro internazionale, che è stata presentata anche alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica, al Parlamento europeo, alla sede nazionale del CSI. Certo, sono film un po’ particolari, non dico “di nicchia”, ma quasi; sicuramente non hollywoodiani. Fanno un po’ fatica, quindi, a raggiungere i più giovani ma, grazie alla partecipazione anche di giovani registi, prevediamo di superare questo divario generazionale».

La comunità, ovvero da dove inizia la società

Un entusiasmo, quello di Fabrizio Zucchelli, condiviso anche da Luigi Ferraiuolo, giornalista e regista, vincitore, durante la scorsa edizione di «Sacrae scenae», del «Campanile d’oro» con «Padre Pio: tornerò tra cent’anni» e, nel 2022, del «Campanile d’argento», con «Libera nos a malo». «“Sacrae scenae” è un appuntamento unico nel suo genere ed è un’idea geniale – spiega Ferraiuolo – Un evento come questo dedica all’arte dei fratelli Lumière il tentativo di riagganciare l’immaginario collettivo globale agli usi popolari; un qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Spesso, infatti, tutto ciò che ha a che fare con la tradizione viene snobbato se non censurato. Ma la tradizione è il sale e l’anima di una comunità. E anche quando essa non ha a che fare necessariamente con la fede, ci parla di quel che un gruppo di persone sente e crede e, così facendo, ci dice da dove quel gruppo di persone viene».

E Ardesio pare proprio lì a dimostrarlo. «Ardesio è un piccolo paese, confinato in una valle, abbarbicato alle montagne, eppure, nonostante il bombardamento incessante della globalizzazione e dei social, funziona ed è capace di mobilitarsi per sostenere un’idea e un modo di fare cultura – afferma Ferraiuolo – Cosa significa tutto ciò? Che la comunità, sovente, si fortifica nei microcosmi e nelle realtà periferiche (non nei grandi centri dove, ormai, non ci si saluta nemmeno fra condòmini) e che è necessaria, quindi fondamentale. Tutto inizia con lei. Se la si demolisce (assieme ai suoi riti e ai suoi simboli), si distrugge la società».

In programma, da venerdì a domenica, la proiezione gratuita dei film, con premiazioni il pomeriggio dell’ultimo giorno, alle 18.30. Venerdì sera ci sarà il concerto inaugurale «African Market», con Roger Rota al sax e Luca Brembilla alla chitarra. Domenica alle 18 gli appuntamenti musicali proseguiranno con un excursus nella musica di Miles Davis, con Fabio Brignoli alla tromba e Francesco Chebat al pianoforte. Sabato mattina, alle 9.30, presso la sala consiliare del Municipio, ci sarà un incontro di approfondimento, dal titolo «In dialogo tra Cinema e Giubilei», con il critico Domiziano Pontone e monsignor Dario Edoardo Viganò, presbitero, critico cinematografico e presidente della Fondazione memorie Audiovisive del cattolicesimo (modererà il direttore de L’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli).

Sabato sera, prima delle proiezioni, ci sarà invece il collegamento con don Luigi Portarulo dalla St. Patrick’s Cathedral di New York. Domenica, inoltre, non mancherà la possibilità di una visita guidata gratuita al Santuario (alle 14.30). «Il cinema, come il teatro nell’epoca d’oro greca, rivela una grande forza catartica – riflette Ferraiuolo –, ma permette pure la trasmissione della memoria. È quello che tende a fare Ardesio con “Sacrae Scenae”, in modo che le radici non si dimentichino, che i legami fra le persone perdurino e che, in un mondo in cui ci si sente sempre più soli e smarriti, ci possa essere un luogo da condividere e da poter chiamare “casa” ».

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