C’è la “fase dei perché” che attraversiamo da bambini, quando siamo curiosi di conoscere il motivo di tutto ciò che vediamo. E poi cresciamo, diventiamo adulti, l’entusiasmo si affievolisce e diamo tante cose per scontate. Soprattutto a tavola, dove le abitudini sono spesso tramandate dalla famiglia o dalla comunità. Le prendiamo come sono senza porci domande. Ed ecco che, senza pensarci, cuciniamo lenticchie e cotechino per il Capodanno e brindiamo con le bollicine perché «così si è sempre fatto».
Questo vale per molti ma non per me, che di natura sono una persona curiosa. E proprio con l’avvicinarsi della fine dell’anno mi sono chiesta perché in queste occasioni mangiamo alcune pietanze, da dove hanno origine le abitudini e come mai esistono veri e propri riti portafortuna.
Il cenone e il brindisi di Capodanno sono infatti momenti intrisi di convivialità e, sia in Italia che nel resto del mondo, di profonde radici culinarie. Ogni Stato, regione e a volte ogni città, custodiscono riti e piatti da scoprire… e imitare!
Il rito dell’uva in Spagna e America Latina
In Spagna e in molti Paesi dell’America Latina, la tradizione vuole che allo scoccare della mezzanotte si mangino esattamente dodici acini d’uva, uno per ogni rintocco dell’orologio. Ogni acino rappresenta un mese dell’anno venturo. Chi riesce a mangiarli tutti entro i dodici secondi avrà fortuna per tutto l’anno. Io ci ho provato e, vi garantisco, l’impresa non è semplice! Ecco forse perché la fortuna è riservata a pochi…
Dopo il brindisi si continua a festeggiare tutta la notte, senza paura dei postumi. Perché, anche per questo, gli spagnoli hanno una soluzione. Per contrastare l’hangover del 1° gennaio è infatti abitudine diffusa bere un Bloody Mary , ottimo rimedio per rimettersi in sesto dopo gli sgarri della sera prima.
Lenticchie, fagioli e spinaci come simbolo di ricchezza
Immancabili sulla tavola italiana, le lenticchie, tradizionalmente servite con il cotechino o lo zampone, sono il simbolo per eccellenza della ricchezza e dell’abbondanza. La loro forma tondeggiante e piatta ricorda quella delle monete e si dice che più se ne mangiano, più soldi si avranno nell’anno nuovo.
Con lo stesso scopo propiziatorio, negli Stati Uniti si cucinano alimenti di colore verde, come spinaci e verdura a foglia, ma anche piselli e fagioli (nello specifico quelli della varietà black-eyed e pane fatto con la farina di mais. Il motto degli americani? «Peas for pennies, greens for dollars, and cornbread for gold».
I noodles della lunga vita: il rito dei Giapponesi
La sera del 31 dicembre in Giappone si preparano i Toshikoshi Soba . Si tratta di noodles di grano saraceno serviti in una ciotola con brodo caldo. I noodles di questa ricetta sono particolarmente lunghi, a simboleggiare una vita lunga e prospera, ma sono anche sottili, perché vogliono essere l’augurio di un futuro senza preoccupazioni.
Al contrario delle tradizioni più comuni, spesso svolte esattamente alla mezzanotte, secondo i giapponesi i noodles andrebbero mangiati prima o nei giorni seguenti, e non “a cavallo” dei due anni. I giapponesi sono particolarmente legati a questo rito, e credono inoltre che sia fondamentale non spezzarli mentre si mangiano per ottenere salute, longevità e serenità.
Le ricette portafortuna tra Nord ed Est Europa
Secondo le tradizioni popolari dei Paesi del Nord, alcuni cibi serviti e consumati in occasione della fine dell’anno porterebbero fortuna. In Olanda ad esempio si preparano gli oliebollen , frittelle dolci con uvetta o ribes, spolverate di zucchero a velo. Nate nel 1600, si crede che questi dolcetti possano proteggere dagli spiriti maligni e salvare dalle notti più gelide.
In Germania e in Austria, dove il maiale è un simbolo di progresso e abbondanza, è tradizione regalare i Glücksschwein, piccoli portafortuna di marzapane a forma di maiale, e servire piatti a base di carne di maiale, come il Schweinebraten (arrosto di maiale). In Estonia, si punta invece sull’abbondanza: più il cenone sarà ricco, più si godrà di abbondanza nell’anno a venire. Per questo, nel menù si prevedono sempre molte portate, tra le sette e le dodici. Non è necessario finire ogni piatto: lasciare del cibo per gli spiriti dei defunti è considerato un gesto di rispetto… bando agli sprechi proprio!
Fortuna a chi trova il tesoro nascosto
Avete mai sentito parlare della vasilopita? Si tratta di una torta soffice che viene tradizionalmente preparata per il giorno di San Basilio (il 1° gennaio) tra Grecia, Cipro e alcuni Paesi balcani. La particolarità di questa ricetta è che al suo interno viene nascosta una moneta e chi trova la fetta preziosa, si dice, avrà fortuna per il nuovo anno.
Molto simile è la tradizione della Galette des Rois, dolce francese di pasta sfoglia ripieno di crema frangipane e consumato per celebrare l’Epifania. Al suo interno è nascosta una piccola fava o una statuetta colorata: chi la trova viene incoronato «re» o «regina» della giornata e indossa una corona di cartone.
