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Con «Sacrae Scenae» il cinema esalta le devozioni popolari

Articolo. Tra le 16 pellicole in gara, si decideranno dal 13 al 15 ottobre ad Ardesio i vincitori della quarta edizione della rassegna organizzata da Vivi Ardesio. Oltre alle proiezioni, la manifestazione offrirà numerose iniziative ad ingresso libero, dai concerti a una preziosa anteprima interamente dedicata al tema dei cammini

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Nel segno di Maggio

«Ci chiediamo perché la gente viveva, vive e speriamo vivrà ancora processioni, feste e riti devozionali. Dietro ogni film c’è la ricerca di qualcosa di profondo. Una spinta interiore verso la ricerca del trascendente che accomuna l’uomo da ogni parte del mondo, c’è un cuore che batte in ogni rito». Così il parroco di Ardesio, don Antonio Locatelli, riflette sul senso profondo del Festival cinematografico «Sacrae Scenae», la rassegna dedicata alla valorizzazione delle devozioni popolari che si svolgerà ad Ardesio dal 13 al 15 ottobre, con un’anteprima speciale dedicata ai cammini in programma per la serata di giovedì 12 ottobre.

Ma cosa intendiamo per devozioni popolari? In molti credono che siano pensieri irrazionali, un po’ antiquati al limite della magia. Altri invece le considerano come espressioni prive di un significato concreto, scollegate dalla realtà delle cose. In molti propongono come alternativa «religiosità popolare» o «folclore religioso». Ed è proprio in quest’ultime definizioni che troviamo, come ben spiegato da don Antonio, quel sistema di valori, credenze ed espressioni che costituiscono in verità la saggezza di un popolo: le devozioni popolari sono infatti un dialogo tra la cultura di un territorio e il Vangelo. La rassegna, che vuole proprio raccogliere, documentare e tramandare questo patrimonio, è organizzata da Vivi Ardesio, con la direzione artistica dell’Associazione Cinema e Arte, con promotori Comune di Ardesio e Pro Loco Ardesio, e in collaborazione con la Parrocchia di Ardesio e il sostegno e patrocinio di numerosi enti e partner.

«L’idea del festival – spiega Fabrizio Zucchelli, presidente e ideatore del Festival nasce in un contesto storico e territoriale particolare. Ardesio ha infatti nel proprio dna culturale una grandissima devozione verso il proprio Santuario e io, da sempre, ho un grande interesse verso il turismo religioso. Quando mi è venuto lo spunto per realizzare la rassegna, ho trovato nel team di Vivi Ardesio la forza per concretizzarla, trovando fin da subito anche degli interlocutori istituzioni e privati interessati al progetto». «L’iniziativa – prosegue Zucchelli – ha un duplice obiettivo: valorizzare Ardesio e il suo Santuario e realizzare nel nostro paese un vero e proprio Centro Studi sulla religiosità popolare, un progetto che ha messo le radici con la nascita lo scorso anno della cineteca del festival, con tutti gli oltre 200 titoli che sono stati presentati nelle varie edizioni della rassegna. Vogliamo sempre più aprirci al mondo, rendere il festival sempre più internazionale, ma mantenendo i piedi ancorati alle nostre origini: uno sguardo “glocal” che ci permetterà di valorizzare le devozioni popolari di tanti Paesi».

I film e il programma

Quest’anno il bando internazionale ha permesso di riunire oltre 50 film provenienti da 10 Paesi del mondo. Oltre all’Italia, le pellicole rappresentano infatti le devozioni popolari di India-Australia, Belgio, Ghana – Togo, Malesia, Singapore, Slovacchia, Spagna, Sri Lanka, Ucraina e Stati Uniti d’America. La giuria del festival ha selezionato per la finale 16 film, tra corto, medio e lungometraggi, per un totale di nove ore di proiezione, da quello più lungo di 72 minuti a quello più corto di 3 minuti. Una bella novità porterà una nuova ventata di bellezza alla manifestazione: per la prima volta in gara ci sarà anche un film d’animazione, un cortometraggio dalla Malesia.

«Nei film in programmazione – spiega il direttore artistico Roberto Gualdi – tre sono legati a “Bergamo Brescia Capitale della Cultura” e raccontano delle devozioni e della fede delle nostre comunità. In collaborazione con l’Ente Bergamaschi del Mondo vi sarà anche la proiezione di un film fuori concorso, sabato dalle 20.30, “2020: Bergamo de fò. Un anno per Bergamo dal Mondo”».

Tra i film bergamaschi selezionati «Il talacimanno di Gandino» di Paolo Colleoni, che racconta un’antica tradizione della comunità gandinese (sarà proiettato durante la prima serata, venerdì dalle 21) e «Tu mi ami» di Marco Foresti e Tomaso Pirotta, tratto da una lettura scenica svoltasi nella parrocchiale di Gazzaniga e ispirata al libro «Gesù un racconto sempre nuovo» (sarà proiettato sabato pomeriggio dalle 16). «Nel Segno di maggio» di Angelo Mazzola (domenica dalle 15.30) spiega di quando, negli anni della seconda guerra mondiale, il cappellano militare don Vittorio Bonomelli, in fuga verso Bergamo, incontra un gruppo di pellegrini diretti alle Ghiaie di Bonate.

La Giuria del Festival, presieduta da Nicola Bionda, assegnerà al vincitore assoluto della quarta edizione il «Campanile d’Oro», riproduzione in miniatura del campanile del Santuario di Ardesio, e i «Campanili d’Argento» ai film menzioni speciali. Vi sarà poi un ulteriore premio assegnato dalla giuria popolare presieduta da Umberto Zanoletti.

Per quanto riguarda il programma, l’inaugurazione ufficiale della rassegna si terrà venerdì 13 ottobre, presso il cineteatro alle ore 20, con la prima serata di proiezioni e si concluderà domenica 15 con le premiazioni alle 18 delle pellicole in concorso. Le proiezioni, divise tra venerdì, sabato e domenica, saranno a ingresso gratuito. Numerose saranno le iniziative che arricchiranno ancor più il programma. Venerdì e domenica le proiezioni saranno aperte da un concerto: venerdì con Carla Mercante e Marco Trifone (20.30) e domenica (17.30) con il Duo Podera Mezzanotti, composto dalla flautista Michela Podera e dal chitarrista Raffaele Mezzanotti. Sabato alle 12, piazza Moretto ospiterà un altro coinvolgente momento musicale con il trio «Musicanti del Piccolo Borgo».

Sabato mattina ci sarà un momento interessante che coinvolge gli studenti e i docenti dell’Istituto Superiore Andrea Fantoni di Clusone. Dalle 9 alle 12, nel Cineteatro dell’Oratorio vi sarà la presentazione del progetto «Un passo alla volta - Cinema per la scuola» e poi la proiezione del documentario «Peso Morto» di Francesco Del Grosso. Al termine della visione gli studenti dialogheranno con i registi Francesco del Grosso e Fabio Segatori, quest’ultimo regista di «Lo Sguardo di Rosa», film vincitore della prima edizione di Sacrae Scenae.

Durante la manifestazione si potrà partecipare anche ad una visita guidata al Santuario di Ardesio, fissata per la domenica alle ore 14, un’occasione per scoprire la storia dell’Apparizione della Madonna delle Grazie, e il santuario a lei dedicato meta di pellegrinaggi e luogo di devozione. Tra le novità di questa edizione, spicca un prezioso “assaggio” culturale. Giovedì 12 ottobre, alle 20 sempre nel cineteatro, si terrà una serata interamente dedicata ai cammini, con la presentazione della guida dell’Alta Via delle Grazie e la proiezione del film «Il cammino per Santiago». Tutte le iniziative sono gratuite. Per le proiezioni è consigliata la prenotazione sul sito ufficiale della rassegna.

La collaborazione con l’Università

«Sacrae Scenae» può vantare una profonda e significativa collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo che, anche quest’anno, ha scelto di patrocinare il festival. La sinergia iniziata da alcuni anni sta portando infatti alla costituzione di un archivio che raccoglie i film di tutte le edizioni della rassegna, costituendo un prezioso materiale didattico per la nuova laurea magistrale in valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.

«Questa collaborazione – sottolinea la professoressa Elisabetta Bani, prorettrice alla Terza missione e ai rapporti con il territorio dell’Università di Bergamo – ha particolare rilevanza perché contribuisce a valorizzare l’importanza storica, paesaggistica e culturale della Val Seriana e lo scambio con molti ambiti di ricerca e saperi coltivati in Università. Il Festival di Ardesio e l’Università di Bergamo sono accomunati da un forte radicamento al territorio e al contempo da una spiccata propensione internazionale. Attraverso il cinema documentario e la sua capacità di preservare luoghi, persone, eventi e tradizioni culturali secolari – ma sempre fragili – le opere del Festival si offrono a ricerche di studenti e studiosi nell’ambito della storia, dell’antropologia, della teologia, della sociologia, della linguistica».

Oltre all’archivio, mercoledì scorso si è tenuto in Università l’evento «Sacræ Scenæ. Folklore e devozioni popolari» nell’ambito dell’iniziativa di Public engagement «Cinema docet. Proiezioni sull’attualità in UniBg». L’incontro ha previsto la proiezione del film «Il profumo dei fiori di carta» del regista bergamasco Emilio Corbari, prodotto dalla casa di produzione Bergamasca Oki Doki Film, vincitore assoluto della scorsa edizione del festival.

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