93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Cinque libri per vivere il tempo magico dell’estate

Guida. L’estate deve ancora iniziare, ma molti di noi respirano già l’aria delle vacanze. Quale scusa migliore, allora, per riposare leggendo un buon romanzo? Il libraio Roberto Cecchinelli ci consiglia cinque titoli

Lettura 5 min.

Le relazioni che si allentano, i quartieri che si svuotano, l’arsura che avvinghia le case e le gole, le giornate pigre, come in attesa di qualcosa che debba accadere: forse ha ragione Clara, sfortunato personaggio di «Trilogia della città di K.» di Agota Kristof, quando dice che «L’estate è spaventosa […]. Tutto s’inaridisce, soffoca, s’immobilizza». Chissà. Sicuramente, un buon libro può riempire al meglio quel malinconico vuoto che, ogni tanto, in questa stagione dell’anno, assedia il nostro animo.

Ho chiesto dunque a Roberto Cecchinelli, libraio da 35 anni nonché titolare delle librerie Ubik di Bergamo e Stezzano, di suggerirmi cinque romanzi da divorare sotto l’ombrellone (o, se si preferisce, all’ombra di una baita di montagna).

Alessandra Selmi, «La prima regina»

(Editrice Nord, 2025)

«È la storia di due donne, quasi coetanee tra loro ma che occupano i due poli opposti della scala sociale: una è la regina Margherita, l’altra è Nina, la sua domestica – spiega Roberto – Fra loro si stabilisce un rapporto di fiducia. Entrambe sono relegate al ruolo imposto loro dalla società; entrambe sono impegnate nel non farsi dominare dalle regole di corte ma, alla fine, quando re Umberto verrà ucciso, la sovrana capirà che ha sacrificato tutta la sua libertà per assecondare un ruolo che qualcun altro le ha assegnato e per assecondare un marito che mai l’ha amata. Al contrario, Nina imparerà a leggere e diventerà una scrittrice, andando inoltre a convivere in un’epoca per la quale abitare assieme senza essere sposati era qualcosa a dir poco scandaloso. La scrittura è precisa e la trama piuttosto coinvolgente, in grado di ricostruire fedelmente un’epoca storica».

Gian Andrea Cerone, «La curva dell’oblio»

(Guanda, 2025)

«Quarto noir che ha come protagonisti il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno – continua con il secondo titolo il libraio – Una segnalazione anonima porta al ritrovamento di un uomo ucciso in una mansarda, in zona Lambrate: la vittima indossa una maschera da medico della peste e, apparentemente, è morta dissanguata. Il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno capiscono subito di trovarsi di fronte a un’efferatezza destinata a seminare altre vittime, e a un killer che vuole attirare l’attenzione lasciando una firma: la foto in bianco e nero di una rara specie di rosa. I personaggi, ben delineati, sono credibili e appassionanti, molto legati all’attualità. Simenon è uno dei modelli di Cerone».

Colin Walsh, «Kala»

(Fazi Editore, 2025)

«A Kinlough, una cittadina irlandese che si affaccia sul mare, è l’estate del 2003. Un gruppo di amici quindicenni sta vivendo il momento più bello della vita, quello dell’adolescenza: i primi amori, le prime sbronze, l’amicizia come può essere solo a quell’età. Ma sarà proprio quell’estate – conferma Roberto – che cambierà per sempre le loro vite: Kala, carismatica leader del gruppo, al culmine di quella stagione, scomparirà senza lasciare traccia. Quindici anni dopo, tre dei vecchi amici si ritrovano, ma, proprio in quei giorni, nella cittadina vengono scoperti dei resti umani. È un libro fra il noir e il romanzo di formazione, in cui campeggia il grande tema dell’amicizia, della nostalgia per l’innocenza perduta e del “cosa volevamo essere e cosa siamo diventati”. La trama, misteriosa, è emozionante e ricca di tensione. I critici, quando parlano di questo testo, citano sempre Donna Tartt, tracciando un’analogia fra l’opera di quest’ultima e il romanzo di Walsh».

Gian Marco Griffi, «Digressione»

(Einaudi, 2025)

«Forse il libro più impegnativo fra quelli consigliati, ma estremamente stimolante – precisa il libraio – Se si parla di questo romanzo, non si può non citare mostri sacri come Bolaño, Borges, Pinchon e DeLillo. Nonostante ci siano, come indica il titolo, tantissime digressioni e nonostante sia un testo tentacolare, quest’opera conserva una sua continuità. Insomma, c’è un capo e una coda, un inizio e una fine. Il fil rouge della vicenda è proprio un libro che passa di mano in mano e che dà vita alla trama. “Digressione” non è un romanzo confuso, è un romanzo di godimento, se così si può dire; complesso, vasto, labirintico, è per quei lettori forti che cercano qualcosa che non sia necessariamente allineato. Griffi è l’autore di “Ferrovie del Messico”, che, qualche anno fa, ha venduto fra le cinquanta e le sessantamila copie».

Alberto Locatelli, «Airù»

(Italo Svevo Edizioni, 2024)

«Alberto Locatelli è un giovane autore bergamasco di 35 anni; lavora in libreria, ha fatto la Scuola Holden e si interessa di teatro. Insomma, è un letterato a tutto tondo. “Airù”, per certi versi, è un libro d’altri tempi. Questo, però, non è un difetto, anzi: il mercato è pieno di libri minimalisti, piuttosto semplici. Locatelli, invece, dà vita a delle frasi che durano mezza pagina e che riesce comunque a governare benissimo. La storia è quella di un giovane medico che arriva in un paese che, già dal nome, dà l’idea dell’immobilità: San Fermo. Il paese è modellato sui paesini della bassa bergamasca: ci sono del resto parecchie espressioni bergamasche ma “Airù” è tutto fuorché un libro folcloristico. Oserei dire, al contrario, che è un libro filosofico. Il medico è molto apprezzato dalla gente che lo ribattezza affettuosamente “ol duturì”. L’arrivo improvviso di una donna, però, venuta fin lì apposta per cercarlo, rompe inesorabilmente l’idillio e getta un’ombra sul dottore. È un testo scritto estremamente bene, carico di emozioni. Insomma, non è un libro che potrebbe scrivere l’intelligenza artificiale».

Venerdì 20 giugno, durante la «Notte Bianca nel Borgo», la libreria Ubik di Borgo Santa Caterina ospiterà alcuni autori che presenteranno i propri libri: alle 17 Luca Nardi con il suo «Pianeti mancanti» (edizioni Dedalo, 2025); alle 20.30, Barbara Frandino con il suo «Tremi chi è innocente» (Einaudi, 2025). Alle ore 19, invece, il firmacopie con Sky Anderson e il suo «Midheaven» (Mondadori, 2025).

La passione di un libraio

Basta una chiacchierata di pochi minuti con Roberto per rimanere incantati dal suo garbo e dalla sua ricca cultura letteraria, aperta all’ascolto e al dialogo e innervata da una profonda dose di empatia. «La mia è una tipica storia da libraio e, come ogni tipica storia da libraio, è incominciata in tenera età, con l’amore per la lettura: Emilio Salgari, Alexandre Dumas, Charles Dickens e tanti altri – racconta Cecchinelli – Finito il liceo classico, ho iniziato a lavorare in una libreria universitaria di Milano. Era il 1990. Quattro anni dopo, sempre come dipendente, ho trovato lavoro a Bergamo, alla Galleria del libro, che, all’epoca, sorgeva in via XX Settembre. In seguito, nel 2010, ho aperto la mia prima libreria, a Stezzano, firmando un contratto con Mondadori. Nel 2018, sono passato al franchising Ubik e ho rilevato anche la libreria in via Borgo Santa Caterina».

Una passione che non si esaurisce mai e che si manifesta sottoforma di autentica gioia. «A distanza di anni, questo mestiere suscita in me ancora un grande e forte entusiasmo – afferma Cecchinelli – Mi emoziono come se fosse il mio primo giorno di lavoro, anche perché, molto spesso, c’è qualcosa di nuovo da imparare e da scoprire. I libri fanno di me un grande sognatore e se mi si domandasse se volessi aprire una terza libreria la mia risposta sarebbe naturalmente affermativa». Un’energia contagiosa, quella del libraio, che non teme nemmeno l’evoluzione dell’intelligenza artificiale. «Credo che certi fenomeni non si possano arrestare – dice Cecchinelli – Molti di coloro che operano nella dimensione della letteratura e dell’arte in generale si sono domandati come si potrà, un domani, comprendere davvero se un testo sia stato prodotto artificialmente o, al contrario, se sia stato creato dall’ispirazione umana. La paura è che la creatività possa essere resa inutile da meccanismi sostanzialmente automatici. Come mi ha confidato una volta uno scrittore, però, forse l’intelligenza artificiale in futuro spazzerà via tutta la banalità e la mediocrità del mercato: chi avrà qualcosa da dire di veramente originale e toccante riuscirà ancora a farlo».

E questo perché solo un’opera scritta da mano umana può veicolare quei sentimenti che, per natura, appartengono all’uomo. «A volte, mi viene detto: “A me non piace leggere!” – conclude Cecchinelli – Io rispondo che a ognuno di noi piace leggere se il libro è quello giusto, compatibile con il momento che stiamo attraversando. Leggere, difatti, significa allargare i propri orizzonti, ma anche essere coinvolti in dinamiche che interpellano la nostra storia personale, la nostra intimità. C’è un simpatico slogan che recita: “Leggere crea indipendenza”. È vero ed è bene, quindi, che si legga e che si leggano opere di qualità, poiché il libro, soprattutto quello fisico, non è un mero oggetto ma un’emozione. E di emozioni, in questo tempo presente non sempre edificante, ne abbiamo ancora bisogno. Più che mai». Anche per questo, allora, bisogna fare tesoro dei titoli selezionati da Roberto e, magari, far loro spazio in valigia, così da vivere il tempo magico e sospeso dell’estate e delle vacanze in totale pienezza. Ne va delle nostre emozioni.

Approfondimenti