Carlo Pinchetti non è di certo un nome nuovo nel panorama musicale nazionale. I suoi Lowinsky si stanno conquistando in breve tempo la meritata fama di band indipendente in grado di unire l’introspezione del cantautorato italiano alle sonorità del rock d’oltremanica e d’oltreoceano. Il 19 settembre pubblicheranno il loro terzo album «Alice inizia a capire», un lavoro che conferma la cifra stilistica di Pinchetti ma che restituisce anche la sensazione di un lavoro corale, in cui ogni elemento della formazione – da poco rinnovata – è stato in grado di infondere nel gruppo parte del proprio bagaglio esperienziale e musicale. L’album verrà poi presentato ufficialmente il 27 Settembre all’Ink Club di Bergamo.
La band nasce come un progetto collettivo di Carlo Pinchetti dopo le passate esperienze con i Daisy Chains, i Finistère ed un album da solista. Nel 2020, a pochi giorni dall’inizio della pandemia, è stato pubblicato il primo album della band «Oggetti Smarriti», seguito nel 2023 da «Triste sbaglio sempre lontani». Il nome dei Lowinsky si fa strada nella comunità musicale indipendente italiana anche grazie alla pubblicazione di diversi Ep, tanto da permettere loro nel 2024 di aprire il concerto degli americani Nada Surf in Santeria Toscana e di ripetere l’esperienza il prossimo 17 settembre al Legend Club di Milano.
Il nuovo album
In uscita il prossimo 19 settembre per Waddafuzz Records e RocketMan Records, il terzo album dei Lowinsky «Alice inizia a capire» sembra volersi inserire nella discografia del gruppo come una sorta di nuovo punto di riferimento per quelle che saranno le future sonorità. Alla guida dell’opera, come sempre, si sente la figura di Carlo Pinchetti, affiancato da Linda Gandolfi alla voce, Elena Ghisleri al violoncello, Davide Tassetti alla chitarra e Federico Inguscio alla batteria. Poco più di 28 minuti per nove tracce che seguono un continuo sali-scendi sonoro e ritmico, collegando idealmente più stili e sensazioni dal profumo tanto britannico quanto americano, senza però dimenticare lo stile cantautorale «nostrano» tipico di Pinchetti. I testi, in italiano e in inglese, sono caratterizzati da un’ironia sottile e una visione talvolta surreale della realtà. Non mancano riferimenti letterari e la scrittura di Pinchetti riflette un percorso di crescita artistica che alterna introspezione e osservazione del mondo, in un’atmosfera che fluttua tra sogno e realtà. La produzione di Ettore Gilardoni delle tracce registrate presso il Real Sound Studio restituisce un audio pulito e preciso, che in cuffia regala l’impressione di trovarsi vicino ai musicisti in carne ed ossa.
La cantante Linda Gandolfi non è un’estranea ai fan dei Lowinsky. Oltre ad essere la compagna di Pinchetti, negli anni ha collaborato più volte con la band. «Alice inizia a capire» segna però a tutti gli effetti il suo ingresso nella formazione. Per capire come è stata questa esperienza, abbiamo discusso con lei di questo ultimo lavoro.
GT: Partiamo dal nuovo album dei Lowinsky, «Alice inizia a capire». Che cos’è per voi questo lavoro?
LG: Per me è sicuramente l’album che sento di più in assoluto, perché è il primo a cui partecipo al 100%. In passato avevo collaborato con la band solo con cori o parti vocali, ma senza entrare davvero nel processo creativo. Questa volta, invece, ho vissuto tutte le fasi, dalla scrittura alla registrazione, e credo che rispecchi molto anche il mio universo musicale. In generale, penso sia un lavoro che segna una svolta per i Lowinsky: c’è più contaminazione rispetto ai dischi precedenti, che erano più “quadrati” e coerenti nello stile. Qui si percepisce anche l’influenza delle sperimentazioni soliste di Carlo, che è sempre il punto di partenza per la scrittura dei brani. Lui porta lo scheletro del pezzo, e poi lo sviluppiamo insieme in sala prove. È un album coerente con il nostro percorso, ma più fresco e dinamico.
GT: Quindi si potrebbe dire che in questo disco avete introdotto un po’ di “caos” rispetto alla linearità dei precedenti?
LG: Sì, un caos controllato. Ci sono brani con influenze più punk e altri molto melodici e soft. Questa commissione di stili crea dinamismo e rende il disco più vario.
GT: Come avete lavorato alla realizzazione delle canzoni?
LG: In maniera molto collettiva. I pezzi, all’inizio, erano davvero grezzi: voce e chitarra acustica. Li abbiamo costruiti insieme, spesso direttamente in fase di pre-produzione, a un mese dalle registrazioni. Alcuni brani hanno trovato subito la loro strada, altri hanno richiesto più lavoro di aggiustamento. Anche i testi sono nati così: Carlo arriva con testi quasi definitivi, poi insieme adattiamo parole o frasi per questioni di musicalità o interpretazione vocale, ma il contenuto resta suo. Un altro aspetto fondamentale è la varietà dei background musicali della band: Carlo e io abbiamo gusti simili, mentre gli altri provengono da mondi diversi – punk, classico, jazz, industrial – e ognuno porta la propria influenza. Questo rende il suono dei Lowinsky molto sfaccettato, pur mantenendo una base pop-rock.
GT: Avete già in programma dei concerti per presentare l’album?
LG: Sì! Il 17 settembre suoneremo a Milano, al Legend, aprendo ai Nada Surf, anche se lì proporremo ancora una scaletta “mista”. Il vero release party sarà il 27 settembre all’Ink Club di Bergamo, dove presenteremo l’intero disco nuovo.
GT: Cosa dobbiamo aspettarci dal live?
LG: Anche dal vivo ci sarà una svolta. Stiamo ancora provando molto, perché la “gestazione” del disco è stata veloce e non abbiamo avuto tempo di suonare e risuonare i pezzi prima. Ora stiamo sperimentando e ci divertiamo parecchio. Ci sarà un alternarsi di momenti molto soft, quasi acustici, ad altri in cui “spingeremo” forte, ancora più che nelle versioni in studio. Sarà una scaletta borderline, a tratti schizofrenica, ma crediamo che sia proprio questo a renderla coinvolgente.
GT: Avete già pensato a come bilanciare i brani nuovi con quelli dei vecchi dischi?
LG: Le nostre scalette sono sempre in progress. Alcuni pezzi nuovi li abbiamo già portati dal vivo per testarli, e sicuramente da ora in poi avranno più spazio. Però non abbandoneremo i nostri cavalli di battaglia: ci sono brani che continueremo a suonare perché fanno parte della nostra identità. L’incastro tra nuovo e vecchio avviene in maniera naturale. Personalmente non vedo l’ora di portare i brani freschi sul palco: ci divertiremo di più e credo che anche il pubblico lo percepirà.
Dove e quando vedere i Lowinsky
La prima data utile per vedere dal vivo i Lowinsky sarà quella del 17 settembre, quando si esibiranno al Legend Club di Milano in apertura ai Nada Surf. L’evento che consiglio è però quello del 27 Settembre all’Ink Club, in via Giosuè Carducci a Bergamo. In quella data verrà infatti proposto per intero il nuovo album «Alice inizia a capire» e i Lowinsky saranno i protagonisti della serata. Sarà quindi un’ottima occasione per celebrare la band «Giocando in casa»