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Quirino Gasparini e quel foglietto galeotto finito fra gli spartiti di Mozart

Articolo. Nel terzo centenario della nascita, Gandino accende i riflettori su un grande compositore settecentesco, maestro di cappella del Duomo di Torino. Un incredibile equivoco lo lega al grande salisburghese, ma forte è anche il legame con la Sacra Sindone

Lettura 4 min.
Quirino Gasparini

Un grande della musica settecentesca, finito suo malgrado al centro di una storia incredibile, nato in Bergamasca e divenuto riferimento per grandi compositori, a cominciare da Wolfgang Amadeus Mozart. A tre secoli dalla nascita, si accendono finalmente le (meritate) luci della ribalta su Quirino Gasparini. Gandino, suo paese natale, lo celebra con una serie di iniziative che fra settembre ed ottobre culmineranno in tre concerti d’eccezione nel suggestivo contesto della Basilica di S. Maria Assunta.

Quirino Antonio Ponziano Valentino Flaviano Gasparini (oltre ad Antonio portava il nome dei quattro SS. Martiri Patroni gandinesi) nacque a Gandino il 24 ottobre 1721, figlio di Francesco (c. 1673-1746) e Anna Sesini. Dopo avere studiato con Giovanni Francesco Silani, organista in S. Maria Maggiore a Bergamo e successivamente con Giovanni Andrea Fioroni, maestro di cappella del Duomo di Milano, fu allievo di padre Giovanni Battista Martini.

Ordinato sacerdote nel 1745 a Bergamo, nel 1751 divenne membro dell’Accademia Filarmonica di Bologna, superando l’esame di ammissione con una antifona a 5 voci dal titolo “Exi cito in plateas”, di cui la partitura autografa è tuttora conservata. Violoncellista e compositore, svolse la propria attività esclusivamente in Italia, articolata tra le città di Vercelli (dove fu chiamato nel 1758), Bergamo e in seguito Brescia, Venezia e infine Torino, dove divenne maestro di cappella della Cattedrale nel 1760, e successivamente maestro di cappella alla corte reale dei Savoia.

A caratterizzare la storia musicale di Gasparini c’è un mottetto intitolato “Adoramus te, Christe” che fu particolarmente apprezzato da un altro compositore dal nome chilometrico: Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart. Il grande salisburghese, dopo il suo viaggio in Italia (1769-1771) quando ancora era ragazzino, riportò in patria un florilegio di composizioni importanti. Ad affiancarlo c’era il padre Leopold, che si appuntò in particolare la partitura di Gasparini su un foglietto, poi rimasto (anche dopo la morte) fra le carte di casa Mozart. Da qui l’attribuzione a Mozart, con tanto di catalogazione ufficiale tra le sue opere nel catalogo Köchel con il numero d’ordine K327. La corretta (e doverosa) attribuzione a Quirino Gasparini fu rivelata nel 1922 da Hermann Spies, musicologo e maestro di cappella a Salisburgo, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista organistica tedesca GregoriusBlatt.

Di questa rivista (di fatto introvabile e mai giunta in Italia) i ricercatori di Gandino hanno recuperato una copia originale presso una libreria antiquaria di Berlino. Ma i gandinesi (a cominciare da Marco Guerinoni e Tobia Sonzogni, rispettivamente direttore ed organista della Schola Cantorum Luigi Canali) hanno fatto ancora di più: da Londra è arrivata una copia originale della prima edizione a stampa del catalogo Köchel, edito nel 1862, mentre a Cracovia, in Polonia, è stato rintracciato il “foglietto” all’origine dell’errata attribuzione, conservato nella Biblioteka Jagiellonska.

Va detto che l’archivio della Cattedrale di Salisburgo conserva una copia manoscritta del mottetto “Plangam dolorem meum” e una copia dell’“Adoramus te, Christe” provenienti dal Mozart-Nachlass, l’eredità mozartiana; si tratta di copie realizzate dai copisti di Mozart ad uso del coro della Cattedrale.

W.A. Mozart fu allievo di contrappunto del Martini nel 1770. Gasparini e i Mozart si incontrarono, nel gennaio 1771 a Torino. Come testimoniato dal loro ricco epistolario, i Mozart mantennero per il maestro Gasparini un rapporto di stima e di rispetto, studiando ed eseguendo in patria i brani del maestro gandinese.

In evidenza anche i “Mottetti per le Rogazioni” alla Sacra Sindone, composti da Gasparini nel maggio 1766, i cui manoscritti sono conservati presso il Fondo Musicale della Cappella dei Cantori di Torino. Si tratta di una serie di 4 mottetti: “Sicut cervus”, “Sicut cedrus”, “Aspice Domine” ed il conclusivo “Tuam Sindonem veneramur”, composti da Gasparini nel maggio 1766, i cui manoscritti sono conservati presso il Fondo Musicale della Cappella dei Cantori di Torino. Nel 1770 Gasparini stampò ad Amsterdam lo “Stabat Mater”, inno a due soprani con violini e basso dedicato a Massimiliano Duca di Baviera.

Quirino Gasparini fu compositore prolifico, in particolare per quanto attiene al campo della musica sacra, ma si dedicò con profitto anche alla musica strumentale e operistica. Si ricordano fra gli altri “Artaserse” (1756), “Mitridate” (1767, partitura conservata nella Biblioteca Nazionale di Parigi e alla Biblioteca dell’Accademia Filarmonica di Torino); una azione musicale, in collaborazione con Giuseppe Sordella, dedicata all’imperatore Giuseppe II in occasione della sua visita a Torino (13 giugno 1769). La maestria del Gasparini compositore d’opera è testimoniata efficacemente in una lettera di Leopold Mozart a padre Martini del 2 gennaio 1771 riguardante l’omonima opera del figlio, nella quale si legge che alcune delle cantanti chiamate a interpretare l’opera in questione, in particolare Antonia Bernasconi, pretendevano di inserirvi alcune arie e un duetto tratti dalla corrispondente partitura del Gasparini.

Recenti studi hanno dimostrato una reale conoscenza della struttura e dello spartito gaspariniano da parte di Wolfgang che con il “Mitridate, re di Ponto” ebbe il suo battesimo da operista proprio in Italia. Gli spartiti autografi delle composizioni sacre di Quirino Gasparini sono conservate nelle biblioteche di Gandino, Bergamo, Assisi, Genova, Bologna, Londra, Bruxelles, Berlino. Nel 2001 il Comune di Gandino diede alle stampe il volume “La Celeste Armonia” di Marino Anesa, con un’ampia parte dedicata a Gasparini, mentre nel 2002 fu inciso un cd con brani del compositore.

Inoltre alcune produzioni artistiche di Quirino Gasparini sono strettamente legate al tema della Passione di Cristo e, come dicevamo, alla Sacra Sindone. Il citato “Adoramus Te, Christe” attribuito a Mozart, fa parte per esempio dei Responsori del Venerdì Santo, composti per l’adorazione della Croce. Proprio quest’anno in Val Gandino è partito il progetto Lino Val Gandino, che ha portato alla realizzazione di una serie limitata e certificata di riproduzioni in lino della Sacra Sindone, destinate alle chiese di tutto il mondo (linovalgandino.com). Quirino Gasparini morì a Torino il 26 settembre 1778.

A puntare sulla riscoperta della figura e delle opere di Gasparini è innanzitutto la Schola Cantorum Luigi Canali di Gandino, affiancata da Parrocchia, Comune, Pro Loco, Distretto Cinque terre della Val Gandino, Gruppo culturale Lumen, Museo della Basilica, Civico Corpo Musicale di Gandino e Gruppo Filatelico Valgandino. Nella monumentale Basilica di Gandino sono previsti tre importanti concerti. Sabato 4 settembre si parte con la “Ghirlanda Musicale” diretta da Marco Maisano, mentre sabato 18 settembre toccherà alla Cappella di S. Maria Maggiore diretta da Cristian Gentilini. Domenica 24 ottobre alle 20.30 sarà la Corale Luigi Canali diretta da Marco Guerinoni a proporre l’antologico “Adoramus Te, Christe”.

In calendario (dal 4 settembre al 7 novembre) anche un’esposizione nel Museo della Basilica di partiture, strumenti e documenti, con costumi d’epoca originali. Domenica 24 ottobre annullo filatelico straordinario nel dies natalis del compositore. Tutte le informazioni su lecinqueterredellavalgandino.it.

Sito Le Cinque Terre della Valgandino

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