Se d’estate la ValSeriana svela la sua veste più luminosa, è in autunno che rivela la sua anima più autentica: i boschi si accendono di sfumature dorate, i borghi profumano di caldarroste appena sbucciate e di polenta che borbotta sulla stufa, mentre l’aria frizzante invita a rallentare e a vivere atmosfere intime e avvolgenti. È la stagione delle sagre, dove i sapori della tradizione diventano protagonisti e si intrecciano con racconti, canti e incontri che scaldano il cuore. Ma è anche il momento ideale per scoprire il patrimonio culturale della valle: musei, chiese affrescate e antiche dimore che, proprio nel silenzio dell’autunno, sanno raccontare con più forza la storia e l’identità di questo territorio.
Si tratta di un viaggio che ogni visitatore può tracciare in base alle proprie curiosità ma che può anche seguire itinerari tematici, come è il caso del percorso suggerito da «Intrecci condivisi», progetto che unisce otto borghi del territorio, ognuno con le proprie peculiarità culturali, naturalistiche ed enogastronomiche e manifestazioni ideate per valorizzarle. Un palinsesto di appuntamenti che ha preso il via la scorsa primavera e proseguirà fino alla fine del 2025, grazie a una rete tra i Comuni di Albino, Ardesio, Cerete, Clusone, Parre, Piario, Rovetta e Villa d’Ogna, coordinati da Promoserio.
Partendo da Albino, porta della valle e città dalla forte identità culturale, si incontrano ville nobiliari, chiese affrescate (su tutte la chiesa di San Bartolomeo e la parrocchiale di San Giuliano con tre capolavori d’arte sacra di Giovan Battista Moroni), chiostri silenziosi che raccontano la floridezza rinascimentale del borgo. Lungo le sue vie, anche l’arte contemporanea trova spazio, grazie a installazioni urbane e progetti artistici che rivisitano la tradizione con uno sguardo innovativo. Alla ricchezza culturale si aggiunge un patrimonio naturalistico unico, tra valli laterali con boschi e colline verdeggianti.
La storia si unisce alla natura anche a Parre, piccolo comune posto su un altopiano da cui è possibile prendere il via verso alcune camminate in alta quota. Nella terra degli Scarpinòcc, si può fare direttamente un salto nell’antichità con la visita al Parco Archeologico degli Oppidum degli Orobi. Un luogo citato anche da Plinio il Vecchio nella sua «Historia Naturalis» e che permette di ripercorrere le antiche vesti di Parra, la città degli Orobi, popolazione italica che abitava le nostre terre prima dei Romani.
Con il passare dei secoli Parre è diventato però anche un territorio particolarmente vicino al mondo della pastorizia, come testimoniato dalla «Santùsa di Tacolèr», la tradizionale «Festa dei Pastori» in programma il prossimo 20 settembre e che chiude idealmente la stagione estiva. Dalla processione religiosa di Sant’Eurosia alla tosatura delle pecore, i partecipanti avranno modo di conoscere i segreti della pastorizia con tanto di laboratori per bambini e per adulti legati alla produzione casearia locale e una mostra fotografica dedicata al tema.
Risalendo la valle, si incontrano gli abitati di Villa d’Ogna e Piario, due piccoli borghi immersi nel verde, ideali per passeggiare a fianco del Serio o fare qualche pic-nic nella natura. Qui, nonostante il passare dei secoli, rimane centrale la devozione, a San Rocco a Piario e al Beato Alberto a Villa d’Ogna. Proprio legata a questa figura il 6 settembre alle ore 10 si svolgerà una visita guidata a cura della guida turistica Tosca Rossi. Dalla casa natale del Beato aperta in via eccezionale per l’occasione, si proseguirà poi lungo il Ponte che balla e, passando dalla pista ciclabile, si raggiungerà l’antica Parrocchiale (ex Santuario); concludendo infine la visita alla chiesa parrocchiale, dove è deposto il corpo del Beato Alberto.
Proseguendo verso i Giganti delle Orobie si incontra il borgo di Ardesio, «Bandiera Arancione» del Touring Club Italiano e punto di partenza dell’«Anello delle Orobie Orientali», un trekking di quasi 90 chilometri che fa tappa tra i picchi più famosi della nostra provincia. Ardesio è però anch’esso un centro di devozione grazie alla presenza del Santuario della Madonna delle Grazie, centro di pellegrinaggio da secoli, ma anche luogo di arte con l’organo seicentesco e i numerosi ex voto raccolti in una delle collezioni più grandi d’Europa.
Tornando a valle e spostandosi verso est si giunge quindi sull’Altopiano di Clusone, un’area ricca sia da un punto di vista naturalistico che culturale, che nei secoli ha rappresentato un centro di riferimento per i centri minori circostanti. Tutto ciò ha consentito a Clusone di espandersi e di pregiarsi con numerose eccellenze artistiche come l’Orologio Astronomico costruito da Pietro Fanzago nel 1583 e ancora oggi attivo, caricato manualmente al fine di segnare il passaggio nel tempo nell’omonima piazza.
Poco distante è possibile visitare il MAT (Museo Arte e Tempo) che conserva, fra gli altri, una splendida collezione di meccanismi di orologi, mentre salendo gli scalini della Basilica si possono osservare il museo adiacente, contenente splendidi esempi di arte sacra, e l’Oratorio dei Disciplini sulla cui facciata esterna emerge uno degli esempi più celebri in Europa del ciclo medioevale della «Danza macabra e trionfo della Morte». Un affresco diviso in tre registri («Danza Macabra», «Trionfo della morte» e «Incontro tra i tre vivi e i tre morti»), che ricorda a coloro che la osservano come l’obiettivo sia preservare ciò che sta oltre la vita.
Poco distante dal centro e immerso nella pineta di Clusone, negli ampi spazi della Casa dell’Orfano, dal 27 al 29 settembre prossimi, andrà in scena la settantatreesima edizione della «Fiera Zootecnica», una rassegna che permette ai partecipanti di scovare i segreti dell’allevamento e della pastorizia, fra giochi, laboratori, attività ed esperienze tutte da vivere. Un appuntamento che prevede fra gli altri la tradizionale sfilata, la rassegna di puledri e stalloni, il galà equestre, il battesimo della sella e l’esposizione di bovini e ovini.
Vicino a Clusone non può mancare una tappa Rovetta che da una parte offre numerose occasioni agli appassionati di sport, fra trekking al Monte Blum ai lanci in parapendio, e dall’altra è anche il luogo giusto per scoprire la culla della famiglia Fantoni, una delle dinastie più rinomate nell’arte del legno. Dalla Casa Museo alla chiesa parrocchiale, sono numerose i capolavori che la famiglia ha saputo creare con il legno del corso di quattro secoli di storia. Rovetta è anche tradizione e per questo non può mancare la «Sagra della Patata» il 13 e 14 settembre, due giorni in piazza Ferrari e lungo via Fantoni alla scoperta del legame fra il comune seriano e le produzioni locali, in particolare con il Mais Rostrato Rosso, con mercatini di artigianato, prodotti tipici e hobbistica senza dimenticare la tradizionale sfilata in costumi d’epoca dei primi del Novecento. Oltre a ciò, saranno presenti stand con vendita della patata di Rovetta, prodotta dalle aziende agricole della zona, delizie a base di mais locale, spettacoli teatrali in dialetto per ricordare le tradizioni ereditate da inizio Novecento, punti di ristoro, aree dedicati agli animali della fattoria e attività per bambini.
Prima di inerpicarsi lungo le strade impervie del Passo della Presolana e lasciare la ValSeriana, non va dimenticata una tappa a Cerete, un suggestivo borgo tutto da scoprire. A Cerete Alto la cappella dell’Annunciata conserva uno dei cicli pittorici più suggestivi della cultura bergamasca del primo ‘500, mentre a Cerete Basso nella Chiesa di San Rocco, ora sede del Macer – Museo della macinazione e dei cereali, è stata da poco restaurato un affresco cinquecentesco attribuito alla Bottega della Famiglia Marinoni. Non può poi mancare una visita all’Ecomuseo della Val Borlezza con i suoi mulini perfettamente conservati e al NAB, Natura Ambiente Borlezza, centro didattico per l’osservazione della natura.
Un percorso lungo, ma tutto da scoprire nei weekend d’autunno della ValSeriana, la stagione dove la natura si spoglia, ma regala alcuni degli scorci più affascinanti dell’intero anno.
Programma e informazioni sul sito ufficiale.
Il progetto «Intrecci Condivisi: un viaggio tra le autenticità della ValSeriana» è realizzato dai Comuni di Albino (Capofila), Ardesio,Cerete, Clusone, Parre, Piario, Rovetta e Villa d’Ogna con il coordinamento di Promoserio e con il contributo di Regione Lombardia, nell’ambito del bando «Lombardia Style».