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«La Bora» di Calusco d’Adda, il palio delle contrade che accende l’anima del paese

Articolo. Tradizione, giochi spettacolari e sana rivalità: dal 26 al 28 settembre torna uno degli eventi più attesi dell’Isola Bergamasca

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Le tradizioni non passano, possono fare anche giri immensi, ma alla fine tornano. Più forti di prima, ancor più cariche di passione e aspettative, magari con quel pizzico di competizione che ci consente di guardare avanti. Queste parole forse non bastano per raccontare cosa sia «La Bora», non un semplice palio delle contrade, ma un appuntamento che gli abitanti di Calusco d’Adda sentono più di ogni altra festività, quasi fosse un’Olimpiade da affrontare fra giochi tradizionali e prove di agilità. Un appuntamento – che quest’anno si svolgerà dal 26 al 28 settembre – così amato che sono numerosi gli spettatori che provengono dall’intera Isola Bergamasca, ma che trova le sue radici dai decenni passati.

«Il palio ha preso il via nel 1969 sotto la regia dell’oratorio di Calusco d’Adda, proseguendo sino al 1971 con gli organizzatori che, seguendo lo spirito di divertimento che contraddistingue questa manifestazione, hanno deciso di proporre come premio un tronco di legno che in bergamasco si chiama appunto “bora”. Ecco perché la manifestazione ha questo nome – spiega Massimo Cocchi, assessore alle Finanze, ai Lavori Pubblici, alla Pianificazione e allo Sviluppo del Territorio e alle Tradizioni locali del Comune di Calusco d’Adda – Negli anni Ottanta, il Comune ha poi deciso di riprendere questo appuntamento dal 1984 al 1996, aggiornandolo con nuovi giochi e con giochi della tradizione grazie al contributo della biblioteca e di un comitato organizzatore delle contrade. Negli anni Novanta, a causa della forte competitività, il Comune ha deciso di interromperlo ancora una volta, ma nel 2008, con la vittoria della nostra lista alle elezioni amministrative, abbiamo deciso di riproporlo con l’aiuto di tutte le contrade, rendendo la “Bora” un momento più conviviale e amichevole».

Alla base del successo della «Bora», in calendario da tradizione l’ultimo weekend di settembre, c’è senza dubbio il contributo delle contrade su cui si divide il territorio caluschese. Sette zone che cercheranno di fare del proprio meglio per portarsi a casa la fatidica Bora . Ma la festa è già iniziata! Domenica scorsa si è infatti svolta, in piazza San Fedele davanti alla chiesa Parrocchiale, una sfida di madonnari che si sono confrontati sul tema «Un secolo di storia su strada, 100 anni di tradizioni in chiave moderna sulle strade di Calusco d’Adda».

Baccanello, Capora, Centro, Montello, Luprita, Torre e Vanzone si incontreranno poi ufficialmente venerdì 26 settembre alle 21 al Cinema San Fedele per la cerimonia d’apertura del palio, impreziosita da un altro appuntamento aperto a tutta la comunità: lo spettacolo di burattini offerto da Foto Ottica Carminati fissato il sabato pomeriggio alle 16.30 in via Vittorio Emanuele. Il palio vero e proprio scatterà domenica 28 settembre dalle 14 nel cuore del paese con le contrade chiamate ad affrontarsi su dieci diversi giochi.

«Durante l’anno, le contrade sono delle vere e proprie associazioni che promuovono attività sociali e culturali, organizzando diverse feste ed eventi. Insomma, la “Bora” è sì una competizione, ma una volta terminato, si torna a vivere nella condivisione, nell’amicizia e nella solidarietà – sottolinea Cocchi – Chiaramente nei giorni della manifestazione ci sono sfide e rivalità, a volte un po’ più spinte perché le contrade prediligono alcune specialità o alcuni giochi. C’è molto agonismo, ma il giorno dopo finisce tutto. In occasione della cerimonia d’apertura, inoltre, si accenderà un braciere come alle Olimpiadi e tutti i capitani firmeranno un registro come impegno per il rispetto delle regole. Subito dopo questo rito, ci sarà uno spettacolo con i balletti preparati dalle contrade e poi si andrà tutti a festeggiare l’inizio del palio con birre, vino e salsicce».

Addentrandosi nel regolamento, si scopre che la «Bora» metterà a confronto i settecento partecipanti, ognuno con le proprie caratteristiche e doti. Si partirà con la corsa delle mele, dedicata ai più piccoli, chiamati a trasportare i frutti sulla fronte e a recuperarli da un secchio d’acqua.

Si passerà quindi alla staffetta baby, dove gli atleti gareggeranno con dei mini-trampoli ai piedi, a cavallo di un pallone e su di una biciclettina, per affrontare poi il puzzle, dove i partecipanti dovranno trasportare dei grossi cubi di cartone lungo un percorso misto per completare il logo della propria contrada. A chiudere la prima metà del palio ci saranno «La Bora in carriola», nel quale i rappresentanti della contrada avranno a che fare con un tronco di legno da trasportare in una carriola lungo un percorso a staffetta, e il «Cerchio», il classico gioco che prevederà di spingere un cerchio di una bicicletta con una bacchetta di ferro.

Il giro di boa del palio avverrà con il «Monopattino», una corsa a staffetta riservata ai più giovani che dovranno muoversi con il curioso mezzo di locuzione, e i «Boscaioli», gioco nel quale quattro partecipanti dovranno effettuare altrettanti tagli in un grosso tronco di legno. La «Staffetta mista» mischierà la corsa con i sacchi, la velocità e l’abilità con una palla in testa: vincerà chi taglierà il traguardo per primo. E poi l’«Uovo», specialità nel quale sette atleti saranno chiamati a portare con velocità, ma anche grande attenzione, un uovo fresco all’interno di un cucchiaio posizionato in bocca.

A decidere chi si porterà a casa la «Bora» sarà ovviamente la «Corsa dell’Oca»: il rappresentante della contrada, senza toccare il simpatico pennuto, dovrà convincerlo a correre o volare per tagliare il traguardo per primo. «Le oche vengono stabilmente accudite dall’Agriturismo Sadira che le cresce e le coccola tutto l’anno, utilizzandole anche per la fattoria didattica. La domenica verranno portate sul campo di gara, dove si estrarrà a sorte l’animale che toccherà a ciascuna contrada. A quel punto, senza che i conduttori possano toccarle, si lanceranno le oche lungo il percorso, indicando solo la traiettoria nei duecento metri di corsa. Chi arriverà primo, prenderà il massimo dei punti a disposizione e, in genere, vincerà anche il palio con la sua contrada».

A questo punto la domanda che tutti si chiederanno è: ma la Bora rimane a disposizione della contrada vincitrice oppure ogni anno cambia proprietario? «Negli anni Ottanta – conclude l’assessore – il tronco venne rifatto perché quello originario era andato disperso. Si sono ritrovate le corone in ferro che cingevano la Bora storica e ancora oggi quegli oggetti cingono il trofeo che è stato scolpito dallo scultore Bolis. La Bora rimane quindi alla contrada vincitrice per un anno e poi viene restituita, un po’ come se fosse una Coppa del Mondo».

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