93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

10 idee per un Natale sostenibile in famiglia

Guida. Chiariamolo subito: sostenibilità non fa rima con mestizia. Vogliamo un Natale più consapevole e senza sprechi, ma non in tono minore. Per questo le nostre proposte, più che rinunce, sono possibilità per fare contenti tutti, anche i bambini

Lettura 5 min.
(foto SewCream)

L’eccessivo consumismo è dannoso tanto per l’ambiente quanto per le nostre anime, ma a Natale mi sembra più che lecito festeggiare con piena allegria, senza rinunciare a cibi speciali, albero, presepio, pandoro, panettone, luci, addobbi, regali, divertimento. Tanto più per i bambini, che hanno diritto a tutta la magia possibile. È possibile fare un Natale “tradizionale” senza inquinare come una centrale a carbone? Certo che sì, e non occorre nemmeno troppa fatica.

L’albero? Vero o usato

Da piccola i miei compravano l’albero di Natale vero. Talvolta qualcuno si è salvato ed è stato, ma il più delle volte moriva dopo le feste. In entrambi i casi – sia che muoia sia che viva – l’albero di Natale vero è più ecologico rispetto a quello di plastica, anche se comunemente si crede il contrario.

Secondo dati Ispra , un albero artificiale di 2 metri ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 kg di emissioni di gas serra, più del doppio di un albero reale che finisce la sua vita in discarica e più di 10 volte quello di un vero albero che viene utilizzato per produrre energia o sostanza organica nel terreno (e non consideriamo neppure il caso di un vero albero che venga ripiantato). In termini d’impronta ecologica la soluzione migliore è dunque di comprare un albero di Natale vero. Meglio ancora se quell’albero è prodotto da un’azienda vivaistica locale.

Certo, per tanti (anche per me lo confesso) l’albero finto è più comodo: non perde aghi, non serve curarlo, si può mettere vicino a un termosifone, non bisogna smaltirlo alla fine. In questo caso l’opzione migliore è tenerlo per almeno 20 anni, o meglio ancora comprarlo già usato. Considerando che i prezzi di un buon albero finto sono di svariate centinaia di euro, personalmente ho scelto di comprare il mio su subito.it (la sua famiglia precedente non aveva più spazio per metterlo in casa) e ne sono molto soddisfatta.

Il regalo di seconda mano

Considerato fino a ieri fuori luogo, secondo il bon ton moderno regalare cose di seconda mano oggi è assolutamente appropriato. Si tratta di oggetti senza un valore oggettivo (lo stesso piatto vintage possiamo trovarlo al mercatino per pochi euro oppure in un antiquario del centro) ma che diventano preziosi perché li abbiamo scelti noi.

Insomma, anche il regalo “riciclato” può essere bon-ton: basta farlo senza nascondersi: “Ho ricevuto questo maglione che per me è troppo stretto, ho pensato che a te potrebbe andare bene”.

I giocattoli usati

E allora perché non un giocattolo usato? L’anno scorso mio figlio aveva la passione per questo cartone animato con protagonisti dei cani pompieri impegnati in missioni di salvataggio. Prezzo del singolo modellino (cagnolino di una decina di centimetri in pura plastica made in Taiwan): 20 euro. È stato molto soddisfacente trovare il set completo su marketplace da una mamma di Nembro a un quarto del prezzo. Per i bambini non fa alcuna differenza, ma si evitano sprechi.

Sicuri che il maglione natalizio sia divertente?

Costano pochissimo, sono comodi e divertenti. Negli ultimi anni i maglioni natalizi “buffi” sono stati completamente sdoganati. Ma c’è un ma: sono uno dei peggiori esempi di fast fashion: prodotti scadenti, dannosi per l’ambiente e per chi li produce. Un quarto dei maglioni natalizi viene usato solo una volta, denuncia il Guardian, cosa che ritengo ancora più probabile nel caso di maglioni per bambini.

Ma – come ho detto all’inizio – non voglio rovinare la festa a nessuno: indossare un maglione con tre renne ubriache può effettivamente essere divertente sotto le feste. Allora che fare? Il punto è sempre lo stesso: non comprare un maglione nuovo ogni anno, riutilizzarlo il più possibile, passarlo ai cuginetti più piccoli e magari non scegliere proprio il maglione in plastica primo prezzo. Perché non prenderne uno vintage, tradizionale, in lana, da tenere negli anni? Qui abbiamo raccolto le alternative locali al fast fashion , magari hanno qualcosa per l’occasione.

Realizzare in casa la propria carta regalo

Non tutta la carta regalo (specie quella patinata) è riciclabile. Per ovviare al problema possiamo scegliere carte biodegradabile o meglio ancora usare per i nostri pacchetti carta di riciclo, come quella di riviste e giornali. Un’opzione triste? No, può anche essere molto creativo e divertente.

Non sono una grande fan dei lavoretti fatti in casa dai bambini (perché io per prima ho poca manualità e pazienza nel seguirli) ma questo non richiede alcuna particolare abilità né materiali difficili da reperire. Bastano le classiche tempere e una patata da usare come timbro. Come procedere? Incidere la patata con il classico stampo dei biscotti per creare il timbro desiderato (ad esempio cuore, stella, alberello) ed eliminare con il coltello le parti in eccesso.

Se non si possiedono stampi da biscotti si possono incidere a coltello semplici figure geometriche come triangoli o quadrati. Fatto questo, la palla passa ai bambini, che possono immergere la patata in un piattino di tempera e poi stampare (ripetutamente, con più colori) sul foglio. Una volta asciutto, ecco la vostra carta di Natale personalizzata.

Evviva i produttori locali

Personalmente, il mio regalo preferito è sempre il cibo. Meglio ancora se di qualche produttore locale che non trovo al supermercato. Che sia miele dalla Val Seriana, il panettone artigianale o i biscotti al mais, particolarmente apprezzati da me che sono celiaca, internet offre il vantaggio di potersi documentare facilmente sulle possibilità di acquistare a chilometro zero. Oppure si può scegliere tra le tante idee regalo mangerecce già selezionate da Sara Fracassetti per questo Natale oppure affidarsi alla lista di soluzioni local che Luca Barachetti aveva preparato lo scorso anno.

Darsi all’handmade

L’ho già detto: a me fare i lavoretti non rilassa particolarmente, ma se piace è un’attività meravigliosa, soprattutto se riesce anche a coinvolgere i bambini. Un dono fatto a mano è particolarmente gradito perché implica che il fatto di regalare il proprio tempo.

Senza contare che possiamo essere certi che quell’oggetto non sia stato fabbricato da un lavoratore sfruttato, magari minorenne, in una qualche pericolosa fabbrica sud-est asiatico. Bergamo conta una folta schiera di hobbisti, cui affidarsi per idee regalo originali e sostenibili, qui qualche proposta raccolta da Marialuisa Miraglia.

Luci di Natale a led

Un passo molto semplice è sostituire le vecchie luminarie a incandescenza con moderne luci a tecnologia led. Regalano maggiore efficienza, durata e soprattutto un risparmio energetico compreso fra il 50 e l’80%. Senza rinunciare a nessuno scenografico effetto di colore.

Un’altra scelta (anche se confesso di non averle ancora sperimentate) sono le luci natalizie solari. Adatte per un uso esterno (in giardino, sulla facciata o sul cancello di casa) le luci che vanno ad energia solare funzionano come quelle tradizionali, ma sono caricabili – a costo zero – tramite pannello fotovoltaico.

La tombola degli orrori

Si sa, a Bergamo per i bambini arriva Santa Lucia. Babbo Natale, di solito, è in tono minore. Per non parlare dei regali fra adulti, che spesso sono solo un rito stanco e poco creativo. Allora perché non rivoluzionare completamente il concetto di regalo di Natale? La tombolata degli orrori unisce la tradizione – la tombola in famiglia – con la possibilità di riciclare oggetti accumulati durante l’anno e per noi inutili o sgraditi.

Ognuno porta qualcosa da mettere in palio: possono essere cimeli oggettivamente brutti e di cattivo gusto – che strapperanno comunque una risata prima di finire smaltiti ecologicamente nel sacco della plastica – o oggetti che altri potrebbero avere piacere ad utilizzare, ma che noi mai avremmo osato regalare.

Vacanze e gite a chilometro zero

È una questione di sostenibilità e di prudenza per via della situazione sanitaria, d’accordo, ma per molti genitori è anche un fatto di sopravvivenza: limitare la durata dei viaggi è vitale con i bambini. Quindi, specialmente per una gita sulla neve, perché prendere un aereo o fare centinaia di chilometri? La bergamasca offre diverse possibilità.

Qualche idea? I piani dell’Avaro, d’inverno un luogo ideale per divertenti passeggiate a piedi o con le ciaspole; una gita a Valbondione, meta adatta anche per chi non scia. Oppure immergersi nell’atmosfera natalizia di Selvino. E se nevicasse anche in città? Meglio ancora: basta pochissimo per divertirsi e rilassarsi nella neve, grandi e piccini insieme.

Approfondimenti