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Alberi da frutto a radice nuda, l’inno alla vita di novembre

Articolo. In questo periodo la natura si spoglia e radici e rami si confondono, così come il cielo e la terra. In tutta questa confusione, per riequilibrarci, basta riscoprire una tradizione. Ecco la storia delle piante da frutto a radice nuda, le regine indiscusse del mese di novembre

Lettura 4 min.

Credo che non ci sia modo di migliore di parlare del poetico rapporto fra generazioni degli esseri umani e quelle degli alberi che questa citazione. È tratta da un libro che ha profondamente segnato la mia infanzia: «Mio nonno era un ciliegio» di Angela Nannetti.

«Quando il nonno non era impegnato nell’orto o con i polli, mi ci portava lui sul ciliegio: si toglieva le scarpe, mi prendeva a cavalluccio sulle spalle e saliva con un’agilità incredibile, come una scimmia con il suo scimmiotto. Poi ci sedevamo lì tranquilli e lui mi raccontava un sacco di cose. Una volta disse: “Capito? Se ascolti con attenzione e ti concentri, puoi vedere un mucchio di cose, come se avessi gli occhi aperti. E adesso ascolta il ciliegio che respira”. Io chiusi gli occhi e sentii un’aria leggera che mi passava sul viso e tutte le foglie del ciliegio che si muovevano piano piano. “È vero, nonno, Felice respira” sussurrai.
Poi la nonna si ammalò. Anche il nonno si fece sottile e leggero e volò via.

Alcune notti dopo sognai di essere sul ciliegio con il nonno; facevamo i trapezisti, come al circo. Il nonno stava appeso al ramo più alto, a testa in giù, e io gli ero attaccato alle braccia. Il nonno si dondolava, avanti e indietro, sempre più veloce, e all’improvviso mi lanciava verso il cielo. Io volavo a braccia aperte, come un uccello, senza nessuna paura, e il nonno dal basso mi sorrideva.

Al mattino io capii che il nonno sarebbe restato sempre nel ciliegio e che io avrei ancora potuto incontrarlo: bastava salire sui rami e fermarsi ad ascoltare».

Nei racconti dell’infanzia bucolica dei nostri nonni spuntano sempre qua e là alberi da frutto, frutteti e marmellate. Infatti, le piante da frutto sono un vero e proprio inno alla vita che lega le generazioni: in primavera ci rallegrano con i loro fiori, d’estate ci saziano con i loro frutti e invece d’inverno tocca a noi prendercene cura. Le nuove generazioni di queste piante, ancora nude, cercano riparo nella vellutata coperta della terra proprio con i primi geli.

La tradizione di piantare le piante da frutto a radice “nuda” o “scossa”, come ciliegi, meli, peri, peschi, albicocchi, è un momento mistico della vita contadina che dovremo riscoprire per imparare ad apprezzare la bellezza della vita lenta. Questa tipologia di piante giovanissime, per non dire neonate, spesso spaventa persino i giardinieri esperti; perciò non oso immaginare l’inquietudine che può suscitare nei principianti. Si tratta di piccoli alberi che possono essere paragonati per l’aspetto a “ranocchie”, se comparate alle maestose piante in vaso, e dunque questa paura della fragilità è più che comprensibile. Anche il mercato attuale si sta spostando sempre più verso le piante coltivate in vaso. Tuttavia, le rose, i cespugli ornamentali, i piccoli frutti e gli alberi da frutto a radice nuda hanno molti vantaggi.

Innanzitutto, sfatiamo il mito della stagione avversa: l’inizio dell’inverno è il momento ottimale per piantare alberi a radice nuda perché il terreno è umido e le piante hanno più tempo per stabilirsi e sistemare le loro radici prima di entrare in crescita in primavera. Il succo nella questione sta nella santa pazienza tipica dei nonni, che non hanno solo nei nostri confronti ma anche per la natura. Una pazienza che bisogna portare per vedere i frutti di queste giovani piante, così come dei nostri sogni.

A chi non piace stare sotto le coperte?

Ora che abbiamo scoperto che l’acqua calda – ovvero che la pazienza è la chiave di volta per partire col piede giusto in questa sfida bucolica – occorre affinare la tecnica entrando gradualmente nei dettagli. Per prima cosa, è bene imparare come preparare le coperte per i nuovi ospiti. Liberate l’area del giardino in cui avete in mente di piantare il nuovo albero e arricchitela, poiché nulla crescerà se il terreno è compattato o povero di nutrienti. Rimuovete tutte le erbacce e i detriti, scavate il terreno e aggiungete un pizzico di stallatico.

Se il vostro terreno è pesantemente argilloso o diventa spesso acquoso, assicuratevi di comprare una varietà di albero più adatta a queste condizioni. Se il terreno è paludoso, piantate l’albero su un cumulo di circa 30 cm di altezza e 1 metro di diametro per sollevare le radici dal terreno pesante. Non appena il terreno è pronto, fate un salto nel vostro vivaio di fiducia e andate alla scoperta delle centinaia di varietà tra cui scegliere. A tal proposito, è bene notare che la quantità e la qualità delle varietà di piante da frutto a radice scossa in commercio sono sempre maggiori rispetto a quelle in vaso.

Una volta fatte le vostre scelte specifiche (mi raccomando, ponderate non solo con la pancia, ma anche in funzione delle caratteristiche fisiche del vostro terreno), scartate le piante dalla loro confezione e allentate delicatamente le radici. Controllate che le radici siano umide e non lasciatele asciugare, perché questo è il modo più veloce per ucciderle o per bloccarne la crescita. Se sono secche, immergete la zolla in un secchio d’acqua in modo che possano bere bene prima di piantarle.

Assicuratevi che il terreno sul fondo della buca sia allentato per fornire un buon drenaggio anche alle radici. Rassodatele, scuotendo l’albero in modo che il terreno entri in tutti gli spazi vuoti, poi attaccatele a un supporto e annaffiate bene. Purtroppo, o per fortuna per voi, anche la cura post-trapianto è fondamentale, perché il motto «dare amore per ricevere amore» non sbaglia mai.

Non lasciate che gli alberelli asciughino, ma non irrigateli eccessivamente, perché questo può affamare le radici di ossigeno. Mantenete l’area di piantagione libera dalle erbacce e assicuratevi che ci sia circa un metro di terreno nudo intorno al singolo albero, in modo che le sue radici non siano in competizione con altre piante per l’acqua e le sostanze nutritive. Anche la pacciamatura aiuta, ma assicuratevi che non tocchi il tronco perché può ammorbidire e far marcire la corteccia.

Il valore della tradizione

Una volta appresi per bene tutti i dettagli tecnici, occorre ribadire che il mio invito a ritornare alle tradizioni non è solo un grido nostalgico, ma implica anche un vantaggio economico. D’altronde, per essere “terra terra”, sempre di cibo si sta parlando. Mettere a dimora piante a radice scossa può essere utile e conveniente in un giardino. Infatti, queste piante costano il 30-50% in meno rispetto a quelle coltivate in vaso, di medesima dimensione. Il risparmio è determinato dai minori costi dovuti alla manodopera necessaria alle operazioni di messa in vaso e al mantenimento delle piante in contenitore; senza terreno, inoltre, le piante hanno minor peso e conseguentemente minori costi di spedizione.

In queste circostanze regge anche il detto «poca spesa, tanta resa»: alcune indagini svolte nella statunitense Cornell University dimostrano che un esemplare a radice nuda ha una quantità banalmente numerica di radici in più rispetto alla medesima pianta venduta con l’apparato radicale imballato e contenuto in teli. Inoltre, come dimostrato nei consigli di piantumazione, essendo piante più leggere possono essere trasportate facilmente ed è semplice metterle a dimora anche per una singola persona. Come se non bastasse, solitamente attecchiscono più velocemente rispetto a quelle vendute in contenitori, poiché le radici non devono traslocare dal terreno con cui vengono vendute a quello in cui sono trasferite.

Ora che non ci sono più segreti sulle piante a radice nuda, spero di essere riuscita ad appassionare soprattutto le nuove generazioni, che dovrebbero piantare piante giovani, perché come le loro menti daranno frutti. Immaginate di portare i vostri nipoti sui ciliegi che sono cresciuti con voi...

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