Quando ti trovi di fronte a un ostacolo, sei da solo. Devi imparare a impostare la tattica giusta per superarlo, consapevole che dovrai farlo in un tempo ristretto per evitare di incappare in conseguenze peggiori. Se devi fare i conti soltanto con te stesso e non con altri avversari, il destino è soltanto nelle tue mani e da lì puoi deciderti come muoverti, in totale autonomia.
Proprio per questi motivi Lorenzo Ambrosini, 18 enne di Curno , ha deciso di puntare sul trial , una specialità che si inserisce sì nel grande mondo del ciclismo, ma che al tempo stesso unisce tecnica e velocità. Una disciplina che prevede dei percorsi conditi da una serie di ostacoli naturali e artificiali, tutti da superare con una bicicletta ad hoc.
Uno sport da allenare non solo con il corpo, ma anche con la mente, aspetto che il portacolori del Motoclub Lazzate ASD – Sezione Bike Trial ha sempre tenuto in grande considerazione: «Negli ultimi anni della categoria Giovanissimi correvo per Le Marmotte in BMX, ma ho deciso di cambiare squadra trovando un appoggio a Caravaggio, dove c’è un bike park con sezione sia di BMX che di trial e mountain bike. Ho provato la MTB, ma non mi ha colpito particolarmente come il trial, così ho deciso di spostare il focus su quel settore. Da lì ho deciso di prendere lezioni una volta a settimana e poi ho aumentato gradualmente l’impegno – racconta Lorenzo – Sia la BMX che il trial sono due sport individuali, ma completamente diversi, perché nel primo gareggi insieme ad altre persone. Devi essere più scaltro degli altri, soprattutto in partenza e ciò significa che devi sapere farti spazio. Per me era qualcosa di complicato, anche perché quando c’era da frenare, probabilmente ero il primo a farlo. Nel trial sei da solo davanti agli ostacoli e quindi puoi decidere tu come muoverti».
Se è vero che nel bike trial si è da soli, tutto ciò non rende il compito più semplice visto che bisogna porre grande attenzione a come superarli. Serve un pizzico di pazzia e di imprevedibilità per completare l’impresa, altrimenti si rischia che il tempo scorra troppo velocemente e non si riesca a completare il tratto di percorso disegnato. Un sistema insomma non semplice, che chiama gli atleti a superarsi anche a livello mentale.
«È importante guardare le zone da affrontare prima a piedi e poi assicurarsi, in base alle varie geometrie dell’ostacolo, dove mettere le ruote. Da qui si misura con il cronometro il tempo necessario per compiere il passaggio – sottolinea il giovane atleta – Le penalità sono cambiate negli ultimi anni, perché il vecchio regolamento prevedeva che il percorso dovesse essere completato entro due minuti con una serie di ostacoli da superare e con un massimo di cinque penalità. Una volta raggiunto quel numero, si passava alla zona successiva e vinceva chi accumulava meno penalità. Per penalità intendiamo appoggiare il pedale su un ostacolo, una mano, un piede o qualsiasi parte della bicicletta che non siano le ruote. Dal 2021 è stato introdotto il regolamento internazionale che prevede l’attribuzione di dieci punti per ogni ostacolo che si supera fino a un massimo di sessanta. Ovviamente se prendo una penalità, guadagno zero punti, però posso proseguire finché non accumulo cinque penalità».
La capacità di adattarsi al nuovo regolamento ha consentito ad Ambrosini di farsi spazio a livello italiano e riuscire a centrare l’accesso in Nazionale. Un traguardo che è stato confermato negli ultimi Europei in Danimarca che hanno visto il giovane orobico sfiorare la top ten fra gli juniores, all’interno di un contesto particolarmente competitivo con molti atleti che gareggiano in una categoria superiore.
«Ho chiuso dodicesimo, ma direi che è un risultato particolarmente buono visto il contesto, tanto che il vincitore è riuscito a entrare in finale in una tappa di Coppa del Mondo fra gli élite. Sicuramente si trattava di una gara con grande pressione, però le sensazioni che ho provato erano migliori anche rispetto alle gare che ho affrontato a livello italiano. Purtroppo la pioggia non ci ha aiutato nel riscaldamento perché ha bagnato tutto e ciò ha ridotto i soliti quarantacinque minuti a una ventina. Un’altra cosa che ho notato rispetto alle gare italiane è che i passaggi si presentavano più elevati, aumentando così la pericolosità in caso di caduta. Si poteva fare forse qualcosina in più per chiudere nelle prime dieci posizioni, ma direi che può andar bene così».
Chi ha condiviso con l’atleta di Curno quell’esperienza internazionale è stato Marco Bonalda che da alcuni anni guida il settore trial in provincia di Bergamo. Un rapporto quello fra il 28enne di Ardesio e Lorenzo che si basa sulla fiducia e sulla possibilità di crescere insieme. «Con Marco ci conosciamo dal 2018-19 e, per certi sensi, ho iniziato con lui visto che quando ero piccolo mi ha dato diverse spiegazioni sulle tecniche, sugli ostacoli e praticamente ci vediamo ogni settimana. Spesso io vado da lui e viceversa. Insieme stiamo così crescendo».
Ora Lorenzo Ambrosini si prepara alla prossima stagione con un salto di categoria, motivo per cui ci sarà da aumentare l’impegno, soprattutto a fronte del valore degli avversari. Un passaggio che non spaventa il ciclista orobico, pronto a trasformare in realtà nuovi sogni: « Sicuramente sarà bello affrontare le gare internazionali come élite. Se ci sarà la possibilità di essere convocati per la Coppa del Mondo, sarò particolarmente soddisfatto perché significherà aver tagliato un importante traguardo. L’obiettivo principale per il 2026 rimarrà raggiungere l’accesso in semifinale in almeno una tappa di Coppa del Mondo, quindi entrare fra i migliori venticinque al mondo. Il livello si sta alzando sempre di più sia fra gli junior che nelle altre categorie giovanili, quindi dovrò farmi trovare preparato».