93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Nelle viscere delle montagne, tra minerali e duro lavoro: le miniere della provincia bergamasca

Guida. Piccola guida delle miniere visitabili sul territorio, per rivivere la memoria dei minatori e scoprire il mondo minerale attraverso gallerie e cunicoli sotterranei

Lettura 6 min.
Miniere di Dossena (Foto di Roberto Vitali)

Tra le viscere delle montagne bergamasche si cela un mondo dove pietre e rocce creano conformazioni geologiche preziose. È un mondo composto da tante storie di lavoro usurante e spesso pericoloso, ma anche di scienza e tecnologia affascinanti, entrambi aspetti che fanno parte dell’identità del territorio e con cui sarebbe un peccato non entrare in contatto.

Ecco quindi una piccola guida alle miniere visitabili sul territorio bergamasco, per addentrarsi in questa fitta e misteriosa rete di gallerie sotterranee e conoscere la vita che vi si svolgeva, e di cui noi che viviamo un’epoca e una quotidianità del tutto diverse sappiamo così poco.

Miniere di Gorno, visite guidate ogni seconda domenica del mese

Il territorio di Gorno, comune all’imbocco della Valle del Riso, fa parte di una conformazione geologica formatasi durante l’era Mesozoica, quando il territorio era un fondale marino. Qui sono presenti blenda, calamina e galena, tre minerali che vengono utilizzati per produrre zinco.

Le miniere sono state sfruttate forse fin dall’epoca romana e sicuramente dal 1500, poiché ci sono testimonianze della riapertura da parte della Repubblica Veneta, che vi mandò anche Leonardo da Vinci in veste di ingegnere governativo. Con il tempo, le miniere diventarono fondamentali per il tessuto economico e sociale della Valle del Riso e determinanti per le vite di intere famiglie di minatori, taissine, ovvero le donne che si occupavano della separazione manuale del minerale dai materiali sterili, e galecc, i ragazzi addetti a trasportare a spalla i minerali.

Le miniere sono state chiuse nel 1982, ma dal 2009 l’Ecomuseo delle Miniere di Gorno si occupa di preservare e raccontare la storia di questo territorio e della sua comunità, con un certo orgoglio nei confronti del lavoro svolto per anni e del livello di tecnologia raggiunto. Ogni seconda domenica del mese, è possibile partecipare a una visita guidata dell’ecomuseo e poi delle miniere stesse: il museo ospita molti oggetti recuperati dalle miniere o donati da privati che vi hanno lavorato, un’affascinante collezione di meraviglie minerali e testimonianze di storie incredibili legate all’attività mineraria, accompagnate da puntuali spiegazioni delle guide sui processi di lavorazione dei minerali.

La seconda parte della visita è dedicata alla Miniera di Costa Jels, sulle montagne a un paio di chilometri dal paese. Dotati di elmetto, si accede con un brivido ai dieci gradi delle gallerie che in quest’area si estendono per addirittura 200 chilometri!

La visita accenna all’aspetto geologico, ma si concentra principalmente sul lavoro in miniera e il processo estrattivo: i minatori avevano un bagaglio di tecniche, metodi, procedimenti e attrezzatura ben precisi. Tra le pareti umide e ricoperte di muffa, è facile immaginare le condizioni dei minatori mentre picconavano la roccia, coperti da uno strato di polvere e con il rumore delle esplosioni di dinamite che rimbombava nelle loro orecchie.

Le gallerie scavate nella montagna sono oggi il luogo perfetto per far riposare il vino Costa Jels, dell’Azienda Vinicola Nove Lune di Cenate, per cinque anni dopo l’imbottigliatura. Le prime bottiglie, a tiratura limitata, saranno pronte proprio quest’anno.

Le visite guidate all’Ecomuseo delle Miniere di Gorno si tengono ogni seconda domenica del mese, previa prenotazione. Tutte le informazioni si trovano sul sito ufficiale.

Miniere di Parre e le rocce vulcaniche rosse

Le miniere di Gorno fanno parte di un complesso minerario più grande che comprende anche i comuni di Oneta, Premolo e Parre. In alcune occasioni la Pro Loco di Parre offre la possibilità di effettuare visite guidate nella Galleria Santa Barbara, che era utilizzata per il trasporto dei giacimenti di zinco del Monte Trevasco.

La particolarità delle miniere di Parre è la colorazione rossa delle rocce, che si è scoperta essere conseguenza di un’esplosione vulcanica avvenuta più di 200 milioni di anni fa.

Per visitarle, contattare la proloco al numero 331 7740890.

Miniere di Colere e la ricostruzione della vasca di laveria

Il progetto del Museo delle Miniere Zanalbert di Colere vuole ricordare tutto il processo di estrazione della fluorite partendo da quello che era il villaggio dei minatori, ai piedi della parete nord della Presolana. Il museo è stato allestito nel vecchio edificio delle Laverie dove la flourite estratta a 1900 metri di quota, nei pressi del Rifugio Albani, giungeva tramite una teleferica, per una prima fase di lavorazione in cui veniva separata dal resto del materiale.

Il museo si compone di sale dedicate a rocce, minerali e attrezzi da lavoro, ma il pezzo forte è la ricostruzione di una vasca di laveria, per illustrare in maniera molto fedele il processo che si svolgeva proprio in questa struttura.

Il Museo è dedicato al minatore e storico gestore del Rifugio Albani, Domenico Giovanni Alberto Belingheri conosciuto come Zanalbert, ed è visitabile secondo i giorni e gli orari indicati sul sito della Pro Loco di Colere.

Miniere di Schilpario, aperte la domenica e i giorni festivi

Anche in Val di Scalve la tradizione mineraria è storica e ha plasmato il territorio. Dopo secoli di estrazioni con metodi arcaici, fu la Repubblica di Venezia ad istituire la prima legge mineraria nel 1488 e ad introdurre l’uso della polvere da mina per l’estrazione del materiale, oltre ad esentare il commercio del ferro dai dazi.

Presso la Miniera Gaffione di Schilpario infatti si estraeva principalmente siderite, un minerale di ferro che poi veniva lavorato in valle. Si scavava oltre i 2000 metri di quota, da accessi chiamati bocche che scendevano nel profondo della montagna. I giovani che si occupavano di entrare nei cunicoli per poi trasportare il minerale a valle nelle gerle erano chiamati purtì . Negli anni Trenta del Novecento le concessioni minerarie vennero rilevate da grandi aziende siderurgiche che intensificarono estrazione e lavorazione del materiale, fino alla cessazione definitiva delle attività nel 1972.

Miniere di Schilpario
Miniere di Schilpario
Miniere di Schilpario
Miniere di Schilpario
(Foto Studio Alfa)
Anselmo Agoni Miniere di Schilpario. Vecchio trenino delle miniere e minatori
Anselmo Agoni Miniere di Schilpario. Vecchio trenino delle miniere e minatori

Quattro dei 60 chilometri di gallerie sono oggi visitabili, una prima parte per mezzo del trenino che percorre la ferrovia originale e poi a piedi con l’accompagnamento delle guide.

Le miniere di Schilpario sono inserite nel Parco Minerario Ing. Andrea Bonicelli, museo specializzato costituito nel 1998, che ripercorre la storia delle miniere attraversando le gallerie messe in sicurezza, alla temperatura costante di 7 gradi, e un percorso in superficie chiamato «Sentiero delle Miniere». La visita guidata permette di scoprire gli aspetti tecnici e sociali delle miniere, senza dimenticare mai il pesante lavoro di tanti uomini scalvini e anche dei molti bambini che venivano impiegati in condizioni durissime.

Il parco minerario comprende tre percorsi e un piccolo museo. Ѐ visitabile tutte le domeniche e i giorni festivi, mentre nei mesi estivi le aperture si fanno più frequenti. Informazioni su orari, prezzi e prenotazioni sono disponibili sul sito della Miniera di Schilpario.

Miniere di Dossena si presentano con un percorso attrezzato

In Val Brembana, le miniere più importanti sono quelle di Dossena, dove l’attività pare risalire addirittura all’epoca etrusca. Plinio il Vecchio le citò nell’opera Naturalis Historia, e in epoca romana Dossena diventò un importante centro minerario, dove lavoravano gli schiavi di Roma.

L’attività di estrazione fu poi ripristinata anche in questo caso dalla Serenissima, ed è interessante ricordare che Leonardo da Vinci, quando venne inviato a mappare la zona, studiò alcune tecniche utilizzate proprio nelle miniere di Dossena.

Dal 1929 le miniere vengono utilizzate in maniera massiccia per estrarre la fluorite, soprattutto nel sito chiamato Lente Martelli: il materiale cavato veniva trasportato tramite delle teleferiche alla laveria, dove le taissine dividevano a mano il minerale dalla roccia, un lavoro molto faticoso che continuò ad essere svolto anche con l’avvento dell’industrializzazione. Le attività sono cessate definitivamente nel 1981, a materiale esaurito.

Grazie al lavoro di parecchi volontari le Miniere di Dossena sono aperte al pubblico dal 2015. Oggi, oltre alla classica visita guidata delle miniere, è possibile divertirsi nell’unico Parco Speleologico in Europa: si tratta di un percorso attrezzato all’interno delle gallerie, dotato di ponti, teleferiche, passaggi sospesi, a cui si accede muniti di elmetto e imbragature in totale sicurezza. Un modo sicuramente originale per conoscere le misteriose viscere delle montagne, i minerali, le tecniche di estrazione e il lavoro in miniera.

Le visite alle Miniere e al Parco Speleologico sono prenotabili insieme a tante altre attività disponibili a Dossena sul sito di Visit Dossena.

Anche le miniere di Dossena, come quelle di Costa Jels, ospitano una specialità gastronomica: in questo caso si tratta di un formaggio, chiamato Ol Minadùr , che viene stagionato per tre mesi nelle gallerie ed assume così un sapore unico.

Il Museo della miniera e dell’emigrazione di Nembro

Visitando le miniere, ci si accorge ben presto di come le storie dei minatori bergamaschi non siano circoscritte solo all’interno del territorio, ma siano migrate in molti altri posti del mondo, fino ad arrivare addirittura in Australia o in India. Iconico è il caso di Modesto Varischetti e del suo salvataggio a seguito dell’inondazione della miniera di Bonnievale, raccontato nel documentario «My name is Charlie».

La storia del Cav. Lino Rota di Nembro, che come tante altri bergamaschi si è trasferito dopo la Seconda Guerra Mondiale per lavorare nelle miniere in Belgio, si può invece approfondire nel Museo della miniera e dell’emigrazione di Nembro, allestito proprio come se fosse l’ingresso di una miniera e ricco di preziose testimonianze. Le informazioni per la visita sono disponibili alla pagina dedicata del sito del Comune di Nembro.

Le miniere bergamasche sono dunque luoghi di grande valore, non solo per l’importanza geologica ma soprattutto per il bagaglio di conoscenze e di storie che portano con sé. Storie che anche se ci sembrano lontane fanno parte di noi, del nostro territorio, delle nostre radici.

Approfondimenti