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Silvia Persico, la ciclista dei tre mondi: strada, ciclocross e gravel

Articolo. L’atleta di Cene, che ha partecipato alle scorse Olimpiadi di Parigi con l’UAE Team ADQ al fianco di Elisa Longo Borghini, ha ottenuto anche un bronzo ai Mondiali di gravel

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Silvia Persico vince la Veneto Women (Foto UAE Team ADQ)

Il ciclismo si trasforma, corre veloce verso la modernità e cambia pelle. Il tutto offrendo nuove occasioni e sviluppando ulteriori mezzi, più leggeri e più performanti per facilitare l’attività non solo ai professionisti, ma a chiunque si voglia avvicinare al mondo delle due ruote.

Eppure il progresso a volte coincide con il ritorno al passato, a quegli anni epici dove la polvere la faceva da padrona insieme alle strade dissestate e al legame con la natura. Questa possibilità di tornare a scoprire paesaggi mozzafiato attraverso l’utilizzo di uno dei mezzi più green del globo ha dato vita al mondo della gravel , una sorta di ciclo a metà fra una bicicletta da corsa e una mountain bike , o meglio, una versione della prima rafforzata con ruote più larghe e un manubrio più agevole da pilotare.

Questa tipologia di bicicletta, nata per il cicloturismo, si è fatta pian piano largo nel mondo dell’agonismo con la nascita di gare ad hoc su percorsi misti fra asfalto e ghiaia, in grado di richiamare i più grandi assi delle due ruote fra Europei e Mondiali da conquistare. Chi è rimasta decisamente colpita dal gravel è la ciclista bergamasca Silvia Persico, bronzo iridato ai Mondiali di Limburgo e vinti dall’olandese Lorena Wiebes e nota al grande pubblico per i suoi successi su strada.

La 28enne di Cene, che corre anche su strada, ha sempre preferito i terreni più ardui, come i tracciati fangosi del ciclocross che in passato le hanno regalato un oro nella staffetta a squadre e un bronzo individuale ai Mondiali 2022, ma al tempo stesso non ha mai nascosto la curiosità di aprirsi a nuove possibilità confermandosi un’atleta decisamente versatile.

«Il gravel e il ciclocross sono due discipline molto diverse: una gara di gravel dura dalle tre alle quattro ore e mezza, mentre una di ciclocross è di circa quarantacinque minuti dove sei sempre fuori soglia. Una prova di gravel è diciamo più simile a una su strada, dove però sei chiamata ad affrontare un terreno diverso – spiega la portacolori dell’UAE Team ADQ Mi sono avvicinata al gravel grazie a Daniele Pontoni (ex ciclocrossista vincitore della Coppa del mondo 1994 – 1995, di due edizioni del Superprestige e di dieci titoli nazionali elite, ndr) che mi aveva chiesto due anni fa di correre il Mondiale. Ho conquistato l’argento e devo dire che sono rimasta impressionata perché è una specialità che mi piace molto essendo un mix fra strada e ciclocross».

Per entrambe le discipline è necessario percorrere terreni accidentati, dove il rischio di una foratura o un guaio meccanico sono sempre dietro l’angolo. Se nel ciclocross si corre in un circuito con i tecnici presenti ai box a dare assistenza in caso di problema, nel gravel si rischia di perdere tempo per uscire dai tratti sterrati per poi sistemare il danno. In entrambi i casi però le sollecitazioni sul manubrio si fanno sentire, con i polsi che tremano anche ben oltre la fine della gara.

«Alla fine dei conti, per le gare che ho fatto finora, non ho trovato percorsi eccessivamente tecnici. Forse è stato un po’ diverso agli Europei dello scorso anno, ma avendo fatto per molti anni ciclocross in mezzo al fango e soprattutto in Belgio, la gestione mi viene quasi naturale – racconta Persico – Il podio al Mondiale è arrivato perché era una delle ultime gare della stagione e si trattava di una disciplina che mi piace, rendendo tutto molto più semplice. È vero che in gara c’erano molte olandesi, ma probabilmente hanno corso tutte contro tutte perché sono state selezionate individualmente e dell’Olanda indossavano soltanto la maglia».

Proprio la versatilità di Silvia è emersa sin da ragazzina, quando è approdata e cresciuta per il ciclismo su strada alla Valcar di Valentino Villa e di Davide Arzeni, una famiglia dove sperimentare e imparare senza troppe pressioni. Con la maglia della squadra di Bottanuco si è tolta una serie di soddisfazioni, fra le quali una vittoria al «Gran Premio della Liberazione» davanti alla compagna e amica Chiara Consonni e una tappa alla Vuelta Femenina.

Questa scelta di concentrarsi sulla strada ha consentito all’atleta seriana di giocarsela con le migliori al mondo, ottenendo nel 2022 un quinto posto finale al Tour de France Femmes e il bronzo al Mondiale, alle spalle soltanto dell’olandese Annemiek Van Vleuten e della belga Lotte Kopecky, due regine di quest’epoca. Il passaggio all’UAE Team ADQ e la decisione di mettersi a disposizione di Elisa Longo Borghini non le ha soltanto consentito di prendere parte alle Olimpiadi Estive di Parigi 2024, ma anche di potersi prendere qualche soddisfazione personale.

«Questa è stata una stagione iniziata molto bene con la vittoria all’UAE Tour Women per Elisa e il mio secondo posto nella classifica generale. Poi ho avuto qualche problemino durante la primavera: mi sono dovuta fermare a marzo perché avevo rotto una costola e poi ad aprile per una frattura del capitello radiale. Per il resto alla fine sono rientrata, ho fatto il Giro d’Italia Women e abbiamo fatto un grande Giro, quindi direi che è stata una stagione positiva – aggiunge Silvia – Il prossimo anno speriamo che sia migliore. Corriamo tutte per un obiettivo, per Elisa che ci rende orgogliose di farlo. A fine stagione ho poi vinto la Veneto Women e sicuramente è stato un successo cercato e voluto perché lo attendevo da molto e mi auguro che possa essere di buon auspicio per il prossimo anno».

L’affermazione nell’ultima gara stagionale è stata quindi la ciliegina sulla torta di un’annata spesso al servizio delle altre, ma pur sempre da protagonista. Il tutto prima delle agognate vacanze perché la stagione 2026 si preparerà già nel corso degli ultimi mesi del 2025. «Non credo sinceramente di fare gare quest’inverno di ciclocross, ma non voglio pensarci per ora. Per il 2026, a breve decideremo con la squadra e stileremo un calendario nel prossimo training campo in programma fra qualche giorno. L’obiettivo però rimane quello di poter vincere una classica».

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