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Al Museo delle Storie, le Mura di Bergamo si mettono in mostra

Articolo. Manca una settimana all’inaugurazione della mostra che chiuderà l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, organizzata e promossa dal Museo delle Storie con il Comune di Bergamo e il Segretariato UNESCO. Dal 1° dicembre, visitando «Le Mura nella Storia. Tesori di una città – fortezza del Rinascimento», il pubblico potrà compiere un viaggio nel Cinquecento, attraverso le storie dei 50 prestigiosi pezzi in esposizione

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«Sarà come entrare nel cantiere di una città-fortezza del Cinquecento» racconta Roberta Frigeni, Direttore Scientifico del Museo delle Storie di Bergamo. «Impareremo a conoscere cosa sia una fortezza “alla moderna” del Rinascimento e il ruolo particolarissimo di Bergamo, avamposto strategico del sistema difensivo della Repubblica di Venezia».

Le Mura bergamasche furono costruite a partire dal 1561 proprio dalla Serenissima, per respingere le mire espansionistiche degli spagnoli. Allora, l’estremità occidentale dei domini veneti sulla terraferma era proprio la città di Bergamo, che cominciò a rivestire un ruolo strategico di primissimo piano. Da qui, la necessità di protezione. Così, tra il XVI e il XVII secolo, la Repubblica di Venezia stabilì delle ampie e innovative fortificazioni tra la Lombardia e la costa adriatica orientale a difesa dello «Stato da Mare» e, soprattutto, lo «Stato da Terra». Tra queste, c’erano anche le Mura bergamasche.

Seguì una vicenda di «progettazione e costruzione» che, grazie alla mostra «Le Mura nella Storia», tra poco si potrà rivivere, come sottolinea Frigeni. Operai, soldati, architetti e ingegneri militari contribuirono alla realizzazione della cinta muraria attorno alla città. Prima però dovettero demolire centinaia di edifici, orti e vigne, ma anche luoghi di culto, come la cattedrale di Sant’Alessandro. Il lavoro di migliaia di “guastatori”, dal 1561, ha permesso la costruzione delle nuove Mura “bastionate” che inizialmente convivevano con alcuni tratti ancora esistenti delle antiche mura medievali. L’imponente sforzo organizzativo generò un’elevata richiesta di manodopera, fatta di maestranze specializzate e non, fino al 1588, quando terminarono i lavori.

«“Le Mura nella Storia” – continua Nadia Ghisalberti, Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo –nasce dopo un intenso lavoro di ricerca archivistica con l’obiettivo di restituire ai cittadini e ai visitatori la storia avvincente della costruzione del sistema difensivo che cinge la città». Cinquanta i pezzi esposti, tra documenti, carte, quadri, strumenti, armi, manoscritti e libri a stampa, frutto della selezione accurata di un Comitato Scientifico che lavora con il Museo delle Storie di Bergamo dal 2019. A fare da cornice alla mostra sarà l’incantevole scenario della Sala dei Giuristi, nel Museo del Cinquecento in Palazzo del Podestà, uno degli edifici simbolo della Bergamo veneziana, situato in Piazza Vecchia

«Sarà un percorso di grande impatto e di immediata comprensione – prosegue l’Assessora – che racconterà con modalità innovative un lavoro di sofisticata ricerca scientifica grazie alla collaborazione con l’Università di Bergamo e le prestigiose istituzioni culturali di Bergamo, Brescia, Venezia, Torino, Firenze e Milano alle quali esprimiamo tutta la nostra gratitudine». Sono 16 infatti le collaborazioni con i principali istituti di conservazione in Italia che hanno reso possibile la mostra: coinvolti archivi, musei, biblioteche e collezioni private. Hanno inoltre prestato le loro competenze quattro istituzioni del territorio bresciano, a dimostrazione del forte legame che unisce Bergamo e Brescia nell’anno del loro sodalizio a Capitale Italiana della Cultura.

«Il progetto possiede un elevato rigore scientifico – ribadisce Claudio Cecchinelli, Responsabile Servizio Cultura e UNESCO del Comune di Bergamo – a conferma del livello di eccellenza e competenza nella valorizzazione della componente di Bergamo del sito UNESCO, assegnato dal Comune di Bergamo, di concerto con il Segretariato UNESCO, al Museo delle Storie per elaborare progetti di ricerca e valorizzazione, attività di studio e ricerca scientifica». Il Museo delle Storie di Bergamo ha infatti da sempre condiviso con il Segretariato UNESCO del Comune la progettualità dedicata alle Mura. E così la mostra, curata con grande rigore dal Museo, soddisfa anche «il compito di divulgazione richiesto dal riconoscimento del World Heritage UNESCO», come conclude Ghisalberti.

Le Mura di Bergamo dal 2017 fanno infatti parte del sito seriale transnazionale « Opere di difesa veneziane tra il XVI e XVII secolo: Stato da Terra – Stato da Mar Occidentale », costituito da sei strutture dislocate in Italia, Croazia e Montenegro, per un’estensione di 1000 km. «Il valore inestimabile delle Mura incarna e afferma la filosofia e i valori UNESCO – spiega il Responsabile Servizio Cultura e UNESCO del Comune di Bergamo Cecchinelli – Il loro riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell’Umanità trova risposta in ciò che non si vede, nella bellezza architettonica strutturale nascosta che sottende la meravigliosa cortina delle Mura. Una cortina che ha protetto un’anima che la Mostra svelerà al pubblico».

Ancora oggi, il volto di Bergamo si identifica con il profilo delle Mura di Città Alta, insieme ai Forti di San Vigilio, di San Domenico, la Cittadella e la Rocca. Il percorso espositivo «Le Mura nella Storia» intende allora celebrare e ricordare il passato di un bene comune che ha difeso la città orobica e che l’ha resa famosa ai più. Perfino lo scrittore francese Stendhal definì Bergamo «il luogo più bello della terra». Guardando il panorama che si apre davanti alle Mura, si capisce perché.

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