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Gioc’onda, il fantastico è «più vicino a noi di quanto non si pensi»

Articolo. Al numero 4 di via Guglielmo d’Alzano, nel cuore di Bergamo, dal 2018 sorge lo spazio Gioc’onda, una libreria “laboratorio” dedicata al genere fantastico, in cui trova casa anche il gioco di ruolo. Abbiamo fatto due chiacchiere con il suo fondatore, Oscar Biffi

Lettura 5 min.
Uno scatto dello spazio Gioc’onda

Essere appassionati di fantasy e fantascienza è faticoso. Le grandi librerie spesso relegano questi due generi in spazi angusti, nascosti alla vista dei passanti perché etichettati come «letteratura minore». In alcuni casi, addirittura, non viene nemmeno fatto un vero e proprio distinguo tra i generi, ma è posizionato tutto in un asettico ordine alfabetico di cortesia.

Inutile precisare poi che se il libro richiesto è un manuale di un gioco di ruolo, oltre a dover essere pronti a esplorare i meandri più oscuri dei piani interrati del negozio di turno, il rischio è anche quello di essere additati come “perditempo” dal commesso di turno. Forse sto esagerando, ma chiunque segua il filone narrativo fantastico sarà d’accordo nel definire quantomeno “problematico” il fatto di non vedere presa sul serio la propria passione.

Fortunatamente, girovagando per le vie di Bergamo in un insolitamente soleggiato pomeriggio invernale, faccio la conoscenza di Oscar Biffi, un appassionato di fantasy, fantascienza e gioco di ruolo che non solo è riuscito a trasformare il proprio hobby in un lavoro, ma ha anche contribuito a rendere la vita dei fan orobici dei mondi immaginari più “semplice”, aprendo nel 2018 lo spazio Gioc’onda.

La passione di Oscar e la nascita del Gioc’onda

Entrando nel Gioc’onda, la prima cosa che si nota è che questo negozio non ha assolutamente l’aspetto di una normale libreria. Dalla scelta dei mobili in cartone, materiale resistentissimo ed ecologico, alla cura per la disposizione dei libri, l’idea che si ha è quella di essere entrati in una sorta di studio o di camera per gli hobby. Incuriosito da praticamente ogni cosa mi capiti per le mani e deciso a capire di più del posto in cui mi trovo, decido di fare due chiacchiere con Oscar.

«La mia passione per la letteratura fantastica è nata durante l’adolescenza, quando ho letto per la prima volta “Il Signore degli Anelli”. L’ho trovato illuminante, al punto da voler continuare a scoprire questo genere fino a dedicargli la mia tesi di laurea in Lettere. Per quanto riguarda il negozio, la mia prima esperienza in questo tipo di mondo risale al 2007, quando decisi di aprire a Medolago la Libreria Fluttuante. Già a quei tempi, la selezione dei libri nel negozio lasciava intendere quali fossero i miei gusti in fatto di letteratura, però essendoci pochissime librerie nella zona dell’Isola, lo spazio a mia disposizione doveva essere il più “generalista” possibile, per poter offrire anche un servizio agli abitanti della zona». Un inizio di carriera con tutti i presupposti per l’apertura di quella che sarebbe diventata ben più di una semplice libreria di genere.

«Nel 2018, io e la mia compagna abbiamo fatto il “grande passo” e siamo passati dalla Libreria Fluttuante di Medolago al Gioc’onda spazio ricreativo di Bergamo, con l’intento di non dedicarci più solo alla letteratura, dando spazio anche al gioco di ruolo».

Una casa editrice e un negozio “laboratorio”

Discutendo di giochi di ruolo, chiedo a Oscar di mostrarmi la sezione dedicata ai manuali. Scopro così che Gioc’onda non è solo uno spazio ricreativo ma anche la base operativa di «NessunDove», etichetta editoriale dedicata al role playing game fondata da Biffi insieme alla moglie Maria Guarneri nel 2015. «“NessunDove” è una casa editrice che abbiamo creato per pubblicare i nostri progetti. Negli anni abbiamo avviato campagne Kickstarter che hanno portato alla realizzazione di parecchi giochi e, dopo la pandemia, abbiamo cominciato anche a pubblicare opere di altri autori, oltre che ad adattarle in caso di giochi provenienti dall’estero».

Parlando con Oscar, mi è sempre più chiaro come l’idea alla base dello spazio Gioc’onda sia quella di un laboratorio più che quella di un negozio. È come se Oscar fosse un artigiano che mette a disposizione dei clienti la sua esperienza, offrendo un servizio che va dal semplice consigliare libri al promuovere e creare prodotti d’intrattenimento. «Mi piace pensare a questo posto come a un luogo in cui la gente possa ritrovarsi per sperimentare qualcosa di nuovo. Se dei clienti entrano chiedendomi di provare un gioco nuovo, fornisco loro lo spazio in maniera totalmente gratuita. L’idea è quella di far affezionare la gente a questo posto. Ovviamente l’obiettivo finale è quello di vendere, però la volontà è quella di rendere il Gioc’onda uno spazio per la condivisione di esperienze, in cui non solo puoi acquistare il tuo libro o il tuo gioco preferito, ma anche informarti sull’autore e magari incontrarlo durante le presentazioni».

Perché appassionarsi al genere fantastico?

Da appassionato, mi rendo conto che potrei passare ore saltando di scaffale in scaffale per sbirciare tra le pagine di un libro illustrato o cercando informazioni su determinate meccaniche di gioco. Questo, però, è dovuto al fatto di aver sviluppato fin da piccolo il mio interesse per il genere. Viene quindi da chiedersi in che modo un avventore totalmente estraneo a questo mondo possa appassionarsi al fantastico, un genere visto come estremamente “lontano” dalla narrativa tradizionale.

«Io credo che il fantastico sia molto più vicino a noi di quanto non si pensi – mi confida Oscar – Basti pensare, facendo un paragone volutamente “forte”, che sugli scaffali di ogni biblioteca ci sono tomi dedicati ai miti greci o della Divina Commedia, prodotti ovviamente di valore storico e artistico incommensurabile, ma comunque frutto dell’immaginario al servizio di qualche significato o scopo particolare. Poi è chiaro che il fantasy moderno è una cosa diversa, ma ha il grande pregio di parlare di temi universali attraverso dei simboli. Il problema è che il fantastico tende a fare un po’ paura ai lettori perché hanno l’idea che si troveranno davanti al classico tomo gigantesco ambientato in una terra lontana pieno di personaggi con dei nomi che sembrano medicinali».

«Appunto per questo motivo – continua – è importante che esistano posti come il Gioc’onda, in cui puoi chiedere consigli sull’approccio al genere. Stai cercando il romanzo di intrattenimento da leggere d’estate in una settimana? Va benissimo, non c’è niente da vergognarsi, ce l’abbiamo, ne abbiamo diversi. Non sei abituato a leggere fantastico, ma cerchi un romanzo che ti possa far ricredere? Abbiamo anche quello, e se non sei affascinato dall’estetica del fantastico, cosa perfettamente lecita, esistono romanzi che vanno oltre anche questo tipo di barriera. Però, per arrivare a questo, hai necessariamente bisogno di una sorta di guida».

Un pensiero non solo totalmente condivisibile, ma anche ben rappresentato dalla stessa collezione di libri in negozio. Partendo dal presupposto che ogni romanzo ha una propria dignità, è noto quanto il genere fantasy abbia avuto un exploit di pubblicazioni negli ultimi decenni, con un conseguente impoverimento della qualità in favore di una diminuzione dei tempi di lavorazione e una maggior presenza sul mercato. In questo, l’esposizione del Gioc’onda va in controtendenza, perché i titoli presenti sono frutto di una selezione. Tra gli scaffali, infatti, troviamo uno spaccato dei generi legati al fantastico in base a quella che è stata l’esperienza di vita di Oscar.

Saluto il fondatore dello spazio Gioc’onda lasciandolo tornare al suo lavoro, non prima però di aver acquistato il manuale di «Drama Lama» (un gioco di ruolo in cui ogni giocatore interpreta la parte di un lama partecipante a un reality show) e un libro game ambientato in un mondo distopico. Sono felice di essere passato in questo posto, perché l’atmosfera che ho trovato mi ha ricordato le prime esperienze da ragazzino nella mia libreria di fiducia, un posto in cui grazie ai consigli del libraio ho imparato a leggere e, con il tempo, a scrivere.

Vorrei concludere quindi con una frase di Oscar che a mio avviso descrive da sola lo spazio Gioc’Onda. «In un mondo in cui abbiamo tutte le opportunità per leggere ma facciamo fatica a trovare il tempo per farlo, secondo me trovare degli altri appassionati e un ambiente adatto può essere quell’incentivo che ci può dare la voglia di prendere in mano un libro e, perché no, magari anche di scriverne uno».

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