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«La cultura bergamasca in Russia». Cosa lega il capoluogo orobico alla terra degli zar?

Articolo. Il picarismo di Francesco Locatelli Lanzi e l’amore di Giuseppe Terzi di Sant’Agata, ma anche le idee tolstoiane (e visionarie) di don Casciola e monsignor Portaluppi: sabato 25 novembre alle 15.30, il primo appuntamento alla libreria Incrocio Quarenghi dal titolo «Spigolature russo-bergamasche di arte, cultura e società»

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Qual è il fil rouge che, inscindibilmente, lega Bergamo alla Russia? Sicuramente quello che conduce alla figura di Giacomo Quarenghi – tra i principali realizzatori dell’architettura neoclassica in Russia – non c’è dubbio – ma non solo. Di “fili rossi”, infatti, ne esistono molti di più. Alle ore 15.30 di sabato 25 novembre, alla libreria Incrocio Quarenghi, il professor Ugo Persi, già docente di lingua e letteratura russa presso l’Università degli Studi di Bergamo, ne parlerà all’interno di «Spigolature russo-bergamasche di arte, cultura e società». Sarà il primo di due incontri che compongono «La cultura bergamasca in Russia», un appuntamento pensato assieme alla professoressa Rosanna Casari e dedicato alle relazioni storico-artistiche che intercorrono fra il capoluogo orobico e la terra degli zar.

«Tutto ha inizio nel 1968, con la fondazione, da parte della professoressa Nina Kauchtschischwili, della sezione di slavistica presso l’Università degli Studi di Bergamo, da lei diretta fino al 1994 – racconta Persi – Nina Kauchtschischwili ha svolto un’intensa attività di ricerca che ha coinvolto allievi e collaboratori, fra cui il sottoscritto. L’impostazione metodologica con cui la professoressa ha condotto i suoi (e i nostri) studi è di carattere comparatistico: la cultura russa non viene concepita come qualcosa di settoriale, serrata da compartimenti stagni, ma aperta e continuamente posta in relazione alle altre letterature, soprattutto europee. Questa forma mentis è forse causata dalla storia della slavista stessa che, nata a Berlino da madre russa e padre georgiano, immigrò a Milano e, prima di dedicarsi completamente al russo, insegnò pure lingua francese al liceo Manzoni. Un approccio teorico portato avanti, come accennato, da studenti e collaboratori, fra i quali Rosanna Casari. E quando la professoressa Casari è andata in pensione, noi, suoi amici, le abbiamo fatto dono proprio di un volume che conteneva diversi studi di comparatistica, tra cui alcune ricerche a riguardo dei rapporti artistici fra Bergamo e la Russia. In concomitanza con «Bergamo Brescia 2023», la collega ha quindi deciso di proporre due pomeriggi che potessero presentare al grande pubblico intrecci e legami sconosciuti ai più».

Francesco Locatelli Lanzi e il pamphlet anti-russo

Il primo incontro verrà inaugurato e condotto dal professor Persi che, per l’occasione, parlerà del conte Francesco Locatelli Lanzi, avventuriero e scrittore, autore di un pamphlet anti-russo che si intitola «Lettres moscovites».

«C’è una prima fase, nella biografia di Lanzi, in cui egli appare come un giovane dalla testa calda, uno scapestrato impegnato a combattere al soldo dei vari eserciti europei – spiega Persi – Aveva rubato i gioielli della madre per poter disporre di un gruzzolo che gli permettesse poi di viaggiare in autonomia. In Russia, venne però imprigionato e sarà proprio l’esperienza carceraria a fornirgli materia letteraria per il pamphlet contro il governo che, in quel periodo, era dominato dalla zarina Anna I di Russia la quale, parente di Pietro il Grande, si era distinta per la sua incapacità di comando e la sua rozzezza. Il testo di Lanzi, anche perché composto in francese, rischiava quindi di trasformarsi in un caso diplomatico e, sicuramente, di diventare un elemento di disturbo per tutti quegli stati che, in quel periodo, stavano allacciando relazioni e alleanze con la Russia. La corte russa scrisse pure un contro-pamphlet, pubblicato in Germania, in tedesco».

Non solo Lanzi, però: all’interno di «La cultura bergamasca in Russia» (il cui secondo incontro si svolgerà sabato 2 dicembre e si titolerà «Bergamo-Pietroburgo-Mosca: una triangolazione artistica e culturale») ci sarà spazio anche per altri personaggi importanti, come, per esempio, l’architetto Michail Bykovskj e il conte Giuseppe Terzi di Sant’Agata. Il primo, impressionato dalla Cappella Colleoni, costruì, all’interno del monastero Ivanovskij di Mosca, una chiesa che ricorda, architettonicamente, la struttura del mausoleo del condottiere bergamasco; il secondo, arrivato in Russia con la Grande Armée, fu fatto prigioniero dei russi: solo l’intervento di Giacomo Quarenghi, a quel tempo già famoso e osannato, permise di individuarlo e, nonostante il suo stato di prigioniero e sorvegliato, di garantirgli una vita agiata nell’ambito dell’aristocrazia pietroburghese. Alla fine, Giuseppe Terzi di Sant’Agata conobbe e sposò la principessa Golicyn con la quale ritornò a Bergamo: i due vissero assieme a palazzo Terzi, in Città Alta.

Che dire, inoltre, di Pavel Muratov? «Storico dell’arte, Pavel Muratov, sotto l’influenza di Giovanni Morelli, scrisse “Immagini dell’Italia”, opera fondamentale per la conoscenza dell’arte italiana in Russia – dice Persi – I russi, che, nei primi anni del Novecento, venivano in Italia, portavano con loro questo libro come se fosse una sorta di “baedeker” spirituale: il volume (un testo davvero fantastico) non soltanto presentava i vari monumenti ai viaggiatori, ma introduceva quest’ultimi nello spirito dell’arte italiana del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco. Nel volume, Muratov si sofferma anche su Bergamo e sulle impressioni che la città gli suscita».

Non solo artisti e letterati, anche musicisti

E dal punto di vista musicale? «Si discorrerà di Angelo Ferlendis che compose quattro marce militari e le donò a Nicola I – afferma Persi – ma anche di Alfredo Piatti che, considerato uno dei più grandi violoncellisti dell’Ottocento, aveva suscitato grande entusiasmo sia a Mosca che a Pietroburgo. E poi, ovviamente, si citerà anche Giovan Battista Rubini, il più grande tenore dell’epoca, che venne nominato “Colonnello imperiale dei musici di tutte le Russie” da parte dello zar».

Ma i rapporti fra Bergamo e la Russia hanno avuto anche un risvolto sociale e, per certi versi, filosofico. «La colonia agricola fondata a Osio Sotto da don Casciola si ispirava alle teorie tolstoiane – spiega Persi – Lo stesso sacerdote si professava tolstoiano e vegetariano. Con l’avvento al soglio pontificio di Leone XIII, però, quell’esperienza finì. Ma, in un certo senso, le idee di Lev Tolstoj sembrarono sopravvivere anche fra le fila di coloro che, per lo meno apparentemente, si opponevano a don Casciola».

Monsignor Portaluppi e Vladimir Sabler

Il tradizionalista monsignor Ambrogio Portaluppi, per esempio, fondò infatti la “Società dei probi contadini di Castel Cerreto e Battaglie”, per salvare i braccianti dalle angherie dei proprietari terrieri e dar loro un lavoro dalle prospettive redditizie. «Fondò poi la cassa rurale di Treviglio – dice Persi – e, grazie ai proventi derivanti da essa, riuscì a costruire delle case per gli operai. Fu proprio Portaluppi ad accogliere Vladimir Sabler, emissario del governo russo (e del Santo Sinodo) in visita a Treviglio per cercare di replicare l’operato sociale del monsignore in Russia».

Un aneddoto, quest’ultimo, che insieme agli altri citati parla di un’epoca lontana nel tempo e che forse, a causa degli ultimi sconvolgimenti geopolitici, pare ancor più remota. «Oggi, i rapporti fra l’Italia e la Russia sono congelati – ammette Persi – gli scambi culturali sono davvero pochi. Ma la brace cova sotto il carbone e mi auguro che un giorno le relazioni fra i due Paesi possano tornare a prima del 2022. Ora come ora, quel che più mi preme è affermare l’importanza della cultura come qualcosa che sta al di sopra del brulichio geopolitico del contingente. L’arte non può essere calata in questo verminaio poiché, seppur contigua alla realtà della vita, è qualcosa di diverso. Quel che mi pare di vedere, purtroppo, è una volontà di damnatio memoriae senza senso. Perché voler condannare una cultura che ha prodotto Turgenev, Dostoevskij e Čajkovskij?».

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