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La Famiglia Sackville, dove vale la regola di Tolkien: «dite amici ed entrate»

Articolo. Una volta al mese, un gruppo di appassionati de «Il Signore degli Anelli» e delle altre opere di J.R.R. Tolkien si riunisce allo spazio Gioc’Onda, a Bergamo, per discutere della propria passione e per passare una serata in amicizia

Lettura 4 min.
Sackville, incontro di marzo

Secondo quanto riportato dall’enciclopedia Treccani, il termine «fandom» è un «neologismo nato dalla fusione tra fan (abbreviazione di fanatic) e il suffisso -dom (letteralmente significa “universo dei fan”), indicante un insieme di persone unite dalla passione per un comune fenomeno, personaggio o oggetto». In pratica, questo termine esprime tutto l’insieme di appassionati a un determinato contesto, generalmente legato alla cultura pop. L’aspetto però che ci interessa oggi è legato a un altro passaggio della definizione, ovvero quello in cui si spiega che il fandom «dà vita a forme di socializzazione tra i fan, creando comunità tanto reali quanto virtuali, localizzate ma anche globalizzate che [...] organizzano raduni e incontri».

Incuriosito proprio da quest’ultima frase, qualche tempo fa ho cominciato a scavare tra i miei contatti alla ricerca di un gruppo di appassionati che, entro i confini della bergamasca, potesse rientrare nella descrizione sopra citata. Parlando con Oscar Biffi, proprietario dello spazio Gioc’onda, di cui abbiamo parlato qui, ho scoperto dell’esistenza di un’associazione di fan delle opere di Tolkien che mensilmente si riunisce proprio tra gli scaffali della libreria. Mi sono ritrovato così a passare un venerdì sera in compagnia della «Famiglia Sackville», un bizzarro gruppo di dialogo e lettura che ha fatto delle opere di Tolkien la base per quella che negli anni è diventata una vera e propria amicizia.

La storia dei Sackville

Mancano pochi minuti alle 21, quando i primi membri del club cominciano a popolare gli spazi del Gioc’Onda. Risulta chiaro fin da subito come il mito dell’appassionato di fantasy in stile «uomo fumetto» dei Simpson non corrisponda assolutamente a verità, poiché davanti a me trovo un gruppo di persone eterogeneo per età, sesso e occupazione.

Approfitto dell’attesa per discutere con i presenti della storia dei Sackville. Le parole di Marco Grazioli, memoria storica del club, mi accompagnano nella lunga tradizione di questo gruppo di tolkieniani.

«La Famiglia Sackville è nata nel 2003 come gruppo di amici uniti dalla passione per le opere di Tolkien. La creazione dell’associazione è stata sostenuta dalla Società Tolkieniana Italiana che, dopo l’uscita della trilogia di film basati su “Il Signore degli Anelli”, voleva promuovere incontri e gruppi a tema sul territorio, sulla falsariga di quello che avveniva già nel mondo anglosassone. Ai tempi si costituirono diversi gruppi provinciali, come quelli di Milano, Verona, Brescia e appunto il nostro. Con il passare degli anni gli iscritti sono aumentati, così abbiamo cominciato a “strutturarci” e a organizzare diverse manifestazioni. Per tre anni, fino al 2006, abbiamo curato “I Borghi dell’Anello”, una due giorni dedicata all’incontro con artisti e in generale esponenti del mondo tolkieniano italiano che aveva come cornice alcuni borghi della Val Brembana».

Con una punta di amarezza data dal non aver potuto partecipare a questi eventi perché troppo giovane in quel periodo, chiedo a Marco di proseguire, mentre Oscar sistema le sedie in modo da accogliere al meglio i Sackville, di cui anche lui fa parte ormai da anni. «Siamo rimasti sempre fedeli al ritrovo mensile, quello in cui ci troviamo stasera, ma negli anni abbiamo portato avanti varie iniziative. Ad esempio, abbiamo organizzato serate in corrispondenza dell’uscita dei film di “Lo Hobbit” nella Sala Viterbi del Palazzo della Provincia e al Circolo del Bridge, oltre ad ospitare scrittori ed artisti provenienti dal mondo Tolkieniano»

La riunione

Alle 21 si dà inizio alla riunione, che di fatto è una sorta di chiacchierata informale in cui i vari membri suggeriscono argomenti su cui poi viene costruito un dialogo e si raccolgono opinioni. Vengo a conoscenza del recente cambio al timone dell’associazione, con la giovanissima Federica Ferri che ha da poco accettato l’incarico di presidente succedendo a Valentina Zenoni.

Federica racconta di come ha conosciuto il club grazie a quello che sarebbe poi diventato il suo compagno. Inizio a interagire con il resto del gruppo, rendendomi conto di quanto i rapporti e le amicizie nel tempo siano diventati il collante dell’intera organizzazione. Tra i vari racconti, devo dire di aver trovato particolarmente interessante quello di Biffi, che ha descritto il mondo di internet dei tolkieniani durante la sua gioventù. A differenza di molti luoghi comuni sulla rete come mezzo di estraniazione, è stato proprio l’approccio con le newsletter e i blog ad avvicinare Oscar Biffi alla dimensione fisica del fandom.

«Alcuni di noi – mi spiega Giovanna Fidone, psicoterapeuta, scrittrice e, soprattutto, Sackville convinta da parecchi anni – per via di carriera e famiglia riescono ad incontrarsi fisicamente solo in queste occasioni. Nel tempo i raduni sono quindi diventati una sorta di “bolla protetta” della nostra amicizia, in cui riusciamo ad essere noi stessi». Un sentimento profondo, che chi ha fatto parte di un fandom inclusivo capisce perfettamente.

Passiamo il resto della serata a discutere di vari argomenti più o meno legati al mondo creato dal professor Tolkien, con il sottoscritto curioso di carpire opinioni legate alla serie televisiva «Gli anelli del potere» e alla nuova traduzione italiana del romanzo «Il Signore degli Anelli», entrambi argomenti che negli ultimi anni hanno diviso la community. Ogni tanto si dilaga su altri temi di carattere letterario o cinematografico: porto ad esempio qualche elemento di riflessione sulle differenze tra il fandom tolkieniano e quello di «Star Wars». La sensazione, anche nelle discussioni più accese, rimane però sempre la stessa, ovvero quella di trovarsi di fronte ad un gruppo di amici che si stanno divertendo parlando di argomenti comuni.

Il significato del nome

La serata si conclude intorno alle 23 e i Sackville lasciano le sale del Gioc’Onda, non prima però di scattare la foto di gruppo, rituale mensile con funzione di ricordo personale, ma anche di cronaca dell’avvenuta riunione. In bella mostra, il gonfalone dell’associazione, in cui compare il nome del gruppo e i simboli di un fungo e di tre cucchiai. Questi ultimi sono un rimando diretto all’origine del termine «Sackville», preso dal cognome di uno dei rami della famiglia Baggins di cui fanno parte anche i personaggi di Bilbo e Frodo.

In particolare, i Sackville sono responsabili di aver trafugato l’argenteria di Bilbo durante la messa all’asta di casa Baggins, gesto di cui proprio Bilbo si sarebbe vendicato anni dopo regalando scherzosamente a Lobelia Sackville un set di cucchiaini d’argento in memoria dell’avvenimento. Un passaggio delle opere di Tolkien forse di poco conto rispetto ai grandi avvenimenti della Terra di Mezzo, ma a cui il club orobico tiene al punto che la stessa ex presidente Valentina Zenoni, in un commento al post sui social in cui la si ringraziava per il lavoro svolto, ha dichiarato: «Ora posso tornare a fare quello che, da brava Sackville, so fare meglio: rubare l’argenteria!».

Nella passeggiata di ritorno all’auto, osservo i miei compagni d’avventura di questa serata ancora intenti a discutere del film animato di futura pubblicazione «The War of the Rohirrim», e comincio a pensare che, se non fosse stato per i limiti di tempo imposti dalla vita al di fuori del club, probabilmente sarebbero rimasti a discutere al Gioc’Onda per almeno un altro paio d’ore. Una semplice riunione di un’associazione provinciale come tante, piena di calore e di amicizia ma, soprattutto, aperta a tutti.

Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 24 maggio alle 20.30 (o poco più tardi) sempre allo spazio Gioc’Onda, in via Guglielmo d’Alzano 4.

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