Fare serata non è più (solo) questione di dove si va a ballare, ma di con chi, perché, e che senso ha esserci. La nuova nightlife di Bergamo si muove su coordinate più complesse di quelle del clubbing tradizionale. Parliamo di format, più che di locali. Di progetti culturali camuffati da party. Di serate che, una volta entrate nel giro, diventano veri e propri rituali contemporanei.
Di seguito, una mappa delle serate che costruiscono comunità a Bergamo, ciascuna con il suo linguaggio, la sua tribù e il suo immaginario. Specifichiamo che questo articolo è il primo di una serie, dunque non abbiamo qui la pretesa di essere esaustivi, ma questa guida è da intendersi come il pilot, ovvero la puntata di lancio di una nuova serie.
Diamo il via alle danze!
Utopia – il clubbing come visione politica
Tra le più iconiche e riconoscibili, Utopia è un format che si muove tra elettronica, scenografie immersive, body positivity e libertà espressiva. Il nome non è scelto a caso: Utopia propone una visione alternativa dello stare insieme, una realtà in cui la musica diventa spazio sicuro, manifesto queer e rito collettivo.
Il dancefloor non è solo luogo di ballo, ma di resistenza. Ogni evento è un’esperienza multisensoriale, dove il dj set è solo un pezzo del puzzle: ci sono i visual, i look iper-stilizzati, le performance, la cura dei dettagli. Il pubblico arriva preparato, spesso anche “in personaggio”, in una celebrazione collettiva dell’alterità. Sociologicamente potremmo dire che Utopia mette in scena una “comunità affettiva temporanea”, dove le barriere identitarie cadono e il ballo diventa atto liberatorio e affermativo.
Baciamistupidx – il karaoke post-ironico della generazione queer
Baciamistupidx è una serata piccola ma esplosiva, che negli ultimi anni ha costruito attorno a sé una micro-community molto affezionata. Si tratta di un format itinerante e pop-up, che mescola l’energia del karaoke con un’estetica queer, ironica, e fortemente DIY.
Qui non si viene per ascoltare un grande dj set, ma per partecipare: che tu sia sul palco o tra il pubblico, sei dentro la scena. La scaletta è un mix impazzito di trash italiano, hit 2000, queer pop, mash-up improbabili e momenti da rave. Tutto è volutamente “troppo”, sbilenco, sopra le righe.
Baciamistupidx è l’esempio perfetto di come il clubbing si sia trasformato in esperienza teatrale e partecipativa. Un party dove si gioca, si ride, ci si traveste e soprattutto si canta. Male, certo. Ma con il cuore.
Cheri – l’estetica come linguaggio comune
Se Utopia è politica e Baciamistupidx è performance, Cheri è seduzione. Ma non quella da club patinato: Cheri è raffinata, sensuale, fatta di luci soffuse, mood cinematografico e cura maniacale del visual. Il sound mescola house elegante, groove morbidi, soul elettronico e momenti di euforia controllata.
Cheri parla a un pubblico che ama vestirsi per l’occasione, che cerca nella serata non solo un momento di svago ma anche un’estensione della propria estetica personale. Una serata dove puoi essere elegante senza essere rigido, dove la danza è anche posa, e la socialità ha un ritmo più lento e selettivo.
Questa selettività però non è esclusione: è coerenza. E in questa coerenza nasce la community: chi torna a Cheri sa cosa aspettarsi, e sceglie di esserci proprio per sentirsi parte di quel micro-mondo.
ICKS – dresstoimpress: la moda incontra il clubbing
ICKS – dresstoimpress è uno degli esempi più chiari di quanto il look sia diventato linguaggio tribale. Qui il dress code non è obbligo, ma dichiarazione d’intenti. Ogni serata è un piccolo show di stile personale, dove l’abbigliamento è armatura, provocazione, gioco.
La musica – potente, elettronica, tagliente – accompagna una folla variopinta e iper-curata. ICKS ha conquistato la scena bergamasca proprio per il suo essere fuori dagli schemi, capace di far convivere moda underground, inclusività e senso di esclusività.
È la serata dove ci si mette in mostra, certo, ma senza competizione: il vero spirito è quello dell’apprezzamento reciproco, del “guardarsi per ispirarsi”. Un clubbing estetico, ma non superficiale.
Discopasta – la comfort zone della dancefloor
E poi c’è Discopasta, che abbatte tutti i confini con una ricetta semplice: pasta + musica = comunità. Il format, diventato un cult in città, parte con una cena collettiva a base di carboidrati e socialità e si trasforma gradualmente in una serata danzante tra disco, funky, house e vibe anni ’80/’90.
Discopasta è la serata in cui puoi portare tua cugina, il tuo amico più nerd o la tua nuova crush: il mood è informale, caloroso, festoso. Un mix di leggerezza e ironia, ma sempre con un forte senso di identità. Chi viene a Discopasta non cerca il coolness, ma l’intimità della festa tra amici allargata all’infinito.
E in un’epoca dove molto clubbing è diventato competitivo o criptico, Discopasta risponde con un grande abbraccio collettivo.
Canta Indie Canta Male – catarsi stonata all’Edoné
Infine, Canta Indie Canta Male , il karaoke indie che ha conquistato Edoné (e non solo), è la celebrazione perfetta dell’autoironia. Le regole sono semplici: si canta a squarciagola, rigorosamente male, i pezzi che hanno segnato l’adolescenza di una generazione. Dai Canova a Calcutta, dai Pinguini a Frah Quintale.
La forza di questo format sta nella catarsi collettiva. Non importa essere intonati, importa esserci. Le voci si mischiano, il pubblico diventa coro, i testi si sbagliano insieme. È una liturgia emotiva e liberatoria, dove l’errore è parte dello spettacolo.
Dal punto di vista sociologico, è uno dei format più efficaci nel creare empatia orizzontale: nessuno è migliore dell’altro, si è tutti vulnerabili e ridicoli allo stesso modo. Ed è bellissimo così.
Ballare insieme, ancora
In tempi iper-digitalizzati e pieni di filtri, questi format rappresentano una riscoperta dell’esperienza fisica, imperfetta e condivisa. Sono riti collettivi dove la musica è collante, la creatività è linguaggio, e la comunità è la vera protagonista.
Da Baciamistupidx alla sensualità raffinata di Cheri, dall’estetica punk-glam di ICKS alla leggerezza gioiosa di Discopasta, fino al karaoke liberatorio di Edoné – la notte bergamasca è diventata un laboratorio di relazioni.
Qui si balla, si canta, si sbaglia, si brilla. Ma soprattutto, si appartiene.
- Clubbing che fa community: i format che muovono gli under 35 nella notte di Bergamo e dintorni
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