C’è un momento dell’estate in cui tutti, almeno una volta, abbiamo alzato lo sguardo al cielo. Succede ogni anno, ad agosto, quando le notti diventano più buie e la volta celeste si accende di scie luminose improvvise e silenziose. Quando il cielo vede sulla Terra tanti bambini con gli occhi sgranati, gli inguaribili romantici, ma anche chi si sente sempre abbastanza “giovane dentro” da non aver ancora esaurito i desideri da esprimere. È la notte di San Lorenzo, legata alla tradizione, ma anche a uno degli eventi astronomici più suggestivi dell’anno.
Un’antica leggenda e un cielo in lacrime
Il 10 agosto si celebra San Lorenzo, martire cristiano arso vivo nel III secolo d.C. La leggenda vuole che, in quella notte, il cielo pianga lacrime di fuoco, le stesse che scesero dai suoi occhi durante il supplizio. Quelle “lacrime”, le stelle cadenti, in realtà non cadono esattamente la notte del 10 agosto, ma si manifestano per diversi giorni, con un picco attorno all’11-13 agosto. E il loro nome scientifico è ben più terreno: Perseidi.
Il fenomeno delle Perseidi è causato dalla cometa Swift-Tuttle, una sorta di viaggiatrice cosmica che orbita attorno al Sole ogni 133 anni. Durante il suo passaggio, a causa del calore del Sole, la cometa lascia dietro di sé una scia di frammenti, detriti di ghiaccio e polvere che la Terra attraversa ogni anno in agosto. Quando questi minuscoli frammenti entrano nell’atmosfera terrestre, si disintegrano a grande velocità, incendiandosi e creando le caratteristiche scie luminose, raggiungendo i 59 km/s.
Prendono il nome da Perseo perché sembrano irradiare proprio da questa costellazione, e per il prossimo passaggio della cometa dovremo aspettare il 2125, considerato che il suo ultimo passaggio risale al 1992. In condizioni ottimali (cielo limpido, lontano da fonti di luce artificiale) è possibile osservare fino a 100 meteore l’ora, spesso più luminose e persistenti rispetto ad altri sciami meteorici. Non sono stelle, e non cadono: ma restano una delle esperienze più poetiche che l’astronomia ci regali.
Un ponte tra scienza e bellezza
Che siate appassionati di astronomia o semplici sognatori, la notte delle stelle cadenti è uno di quei rari momenti in cui la scienza e il desiderio umano sembrano camminare insieme. Le Perseidi attraversano il cielo con la precisione delle orbite planetarie, ma nei nostri occhi si trasformano in qualcosa di più: promesse, ricordi, speranze. Lo scriveva già Giovanni Pascoli nella sua celebre «X agosto», immaginando quel pianto celeste come simbolo di un dolore universale, ma anche di una speranza ostinata: «un pianto di stelle nel cielo profondo e vasto».
Oggi, a distanza di oltre un secolo, il cielo continua a far parlare la poesia. In Mariangela Gualtieri, poeta contemporanea, leggiamo: «una festa muta / che ci chiama senza voce», e la sensazione è esattamente quella: un richiamo silenzioso, che ci spinge a guardare in alto anche quando non sappiamo bene perché. Anche Patrizia Cavalli, con la sua grazia leggera, ci regala un’immagine delicata e luminosa: «Voglio fuggire nell’ombra delle stelle / per diventare io stessa una scia».
Canzoni che brillano di notte
Ma non è solo la poesia a inseguire le stelle. Anche la musica si è lasciata ispirare da quella danza cosmica. Francesco De Gregori ci mette in guardia dal credere che le stelle cadenti siano infinite, perché a volte, ci dice, «non sono poi tante / se conti soltanto / quelle che vedi tu». Lucio Dalla, in «Cometa d’amore», le trasforma in messaggi da decifrare, tracce di un amore lontano che viaggia nello spazio come una missione segreta. E nel pop più recente, anche Ultimo canta di un cielo che «piange stelle», mescolando malinconia e tenerezza in una sola immagine: «penso a te che mi guardavi / come si guarda una stella cadente».
A livello internazionale, i Coldplay ci accompagnano in «A Sky Full of Stars», una dichiarazione d’amore che si perde nella vastità dell’universo. La notte delle stelle cadenti ha il raro potere di far parlare la scienza con la voce della poesia, e viceversa.
Dove guardare il cielo
Per chi vive nella nostra Bergamo, ci sono luoghi perfetti per godere dello spettacolo delle Perseidi, magari ascoltando in dolce compagnia le canzoni che vi abbiamo appena suggerito. Il consiglio è sempre lo stesso: luoghi bui, lontani dall’inquinamento luminoso, con visuale ampia e orizzonte libero.
Ecco alcuni suggerimenti:
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I Piani dell’Avaro
Il Canto Alto
Ca’ San Marco
Il Monte Pora
Monte di Nese
Gli Spiazzi di Gromo in Val Seriana
Il Monte Alto a Costa Volpino
I prati del Pizzo Formico
I sentieri che portano al Passo del Pertus
I Piani di Ceresola a Valtorta
Portate con voi una coperta, un po’ di pazienza, e lasciate che la notte faccia il resto. Inoltre, l’Osservatorio Astronomico delle Prealpi Orobiche a Ganda di Aviatico organizza due appuntamenti per domenica 10 agosto, gratuiti ma con necessità di prenotazione. L’Osservatorio Astronomico «La Torre del Sole» invece vi propone una serata per osservare il cielo a caccia di stelle cadenti direttamente dal Campo Sportivo di Brembate di Sopra.
Per chi di voi, invece, si troverà in spiaggia, godetevi il cielo lontano dalle luci delle città.
Un desiderio, anche se non ci credi
Alla fine, che si creda nei desideri o si conosca la composizione chimica di una meteora, guardare una stella cadente è un atto di meraviglia. Un piccolo rituale silenzioso che ci unisce sotto lo stesso cielo. Tra una chiacchiera, una risata o un momento di silenzio, non dimenticate di alzare lo sguardo. Le stelle cadenti passano in fretta, ma i desideri che affidiamo al cielo restano con noi un po’ più a lungo. E anche se oggi possiamo monitorare le meteore con software e app astronomiche, nulla può sostituire l’emozione di vederne una attraversare il cielo dal vivo, all’improvviso.
Hai già deciso cosa desiderare?