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Borghi & Burattini: spettacoli, laboratori, incontri per un teatro di figura di qualità e tradizione, aperto a gustose novità

Articolo. Al via le iniziative estive della Fondazione Ravasio. Da giugno a settembre, a Bergamo e in vari comuni, vanno in scena burattinai, marionettisti e artisti di tutta Italia accomunati dal tema “Teatro POP”. Moltissime proposte a ingresso gratuito

Lettura 4 min.
La favola del flauto magico del Teatro della Tosse (foto Donato Aquaro)

Per la Fondazione Benedetto Ravasio giugno 2021 è stato ed è un mese di intense attività, dopo la riapertura del Museo del Burattino e la presentazione del progetto di formazione per operatori museali. Ma le iniziative estive della Fondazione sono appena cominciate: è in partenza infatti la ventiseiesima edizione di Borghi & Burattini, rassegna che tradizionalmente popola l’estate bergamasca di burattinai e marionettisti, il cui programma completo di date, orari e luoghi è disponibile sul sito della Fondazione oppure a questo link.

Un’edizione, quella del 2021, che si apre all’insegna delle commistioni: si avvale di collaborazioni fortunate che portano iniziative ricche di spunti, mescola generi e tecniche, tradizione e innovazione. Un programma ricco e articolato, con iniziative diversificate - spettacoli, laboratori, incontri con artisti -, ma tutte accomunate dall’idea portante dell’edizione 2021 del festival: il teatro POP.

Certo, la prima cosa che il termine “pop” potrebbe far venire in mente sono i pezzi di Michael Jackson, che, a sensazione, non sembrano avere molte affinità col teatro di figura. Ma in realtà la matrice comune dell’idea di un intrattenimento popolare è, di fondo, un incontro spontaneo: tra un pubblico variegato e una forma d’arte che lo rispecchia, ne mostra vizi e virtù, lo sbeffeggia e lo consola, rappresentandolo.

“L’intenzione è quella di mostrare al pubblico che il teatro di burattini è popolare”, spiega Luca Loglio, direttore della Fondazione Ravasio. “Nell’idea di popolare confluiscono due prospettive, una sociale e una culturale, che devono unirsi tra loro, altrimenti ciascuna delle due è parziale e sterile, presa singolarmente. L’incontro deve avvenire tra una forma teatrale nelle sue varie manifestazioni e un pubblico vasto. Prima di tutto bisogna essere accessibili, sapersi riconoscere e riconoscere gli spettatori; e poi, saperli coinvolgere in un processo culturale, creare un momento di condivisione tramite un linguaggio potente, anche perché da sempre inserito nella cultura popolare”.

Pronti, quindi, a immergersi in un cartellone che propone iniziative per tutto il periodo estivo, creato seguendo diverse direttrici tematiche e di linguaggio. Le proposte toccano il varietà e la grande letteratura, come lo spettacolo “Fagiolino e la Gru” del Teatro Medico Ipnotico, di ispirazione boccaccesca (venerdì 2 luglio, alle 17); ma rappresentano anche incursioni nel mondo dell’opera lirica, come nel caso de “La favola del flauto magico” del genovese Teatro della Tosse (sabato 11 settembre alle 21), e di “Gaetano, Gioppino e l’Elisir d’amore”, uno degli spettacoli portati da Daniele Cortesi (30 settembre, alle 17). Non ultimo, l’incontro con la tecnologia, che diventa, oltre che un prezioso strumento di comunicazione e diffusione, anche un linguaggio artistico a tutti gli effetti.

Lo dimostra l’attenzione particolare nei confronti dello spettacolo “U-Mani” di Illoco Teatro, che si è aggiudicato la sezione giovanile del premio Pina e Benedetto Ravasio, accanto a Paola Serafini e Luì Angelini, a cui va il premio alla carriera. “U-Mani” è uno lavoro in presa diretta: lo spettacolo accade e viene ripreso, proiettato e animato in tempo reale, con una sapiente miscela di teatro di figura ed elementi cinematografici. “L’abbiamo apprezzato particolarmente perché è un titolo che nasce da una sperimentazione tra linguaggi apparentemente molto lontani”, argomenta Loglio. “Illoco Teatro ha saputo coniugare in modo intelligente e innovativo l’universo di tecnologia e digitale con riferimenti e componenti del teatro di figura”. Per assistere allo spettacolo e per la consegna ufficiale del premio, appuntamento venerdì 3 settembre alle 21.

La tecnologia, d’altra parte, si rivela anche un mezzo importante per favorire la divulgazione delle attività. È il caso di una sezione in particolare della rassegna, la rubrica “A regola d’arte”, una serie di cinque appuntamenti con spettacoli a seguire in cui il pubblico si troverà faccia a faccia con gli addetti ai lavori, in un momento di condivisione delle loro storie artistiche e professionali. Un’occasione un’unica per incontrare i protagonisti della scena - o meglio, i co-protagonisti, insieme a burattini e marionette -, in modo libero, diretto e anche molto empatico: dà infatti l’opportunità di scoprire chi sta dietro la maschera e conoscere meccanismi, riflessioni e segreti del mestiere.

Gli incontri saranno ripresi e diffusi in diretta streaming, uno strumento che viene sfruttato sia per ampliare la platea, sia per la creazione successiva di un archivio di materiali. Le storie raccontate dai vari interpreti, artisti, registi, attori, sono esperienze preziose ed è importante averne cura e tenerne traccia: “È un mosaico in via di realizzazione”, spiega Loglio. “Gli appuntamenti dell’edizione 2020 di Borghi & Burattini sono già disponibili nel sito della Fondazione Ravasio, e l’idea è di comporre progressivamente un almanacco ricco di contenuti aperto alla condivisione e alla libera consultazione di appassionati e studiosi”.

“A regola d’arte” parte quindi con Veronica Ambrosini e Patrizio dall’Argine, venerdì 2 luglio (alle 16, come tutti gli altri appuntamenti della rubrica tranne l’ultimo), che parleranno della loro interpretazione dei valori più profondi del teatro di figura, per poi continuare giovedì 22 luglio con Claudio Cinelli, che lo incarna, invece, nelle sue modalità “più divertenti e divertite”. Si prosegue in settembre col Teatro della Tosse, che, in occasione della celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Emanuele Luzzati, ne racconta l’operato e il vissuto artistico, oltre a portare in scena “Il flauto magico”. L’incontro vedrà anche la partecipazione di Alice Guarente, esperta di arti teatrali e musicali della Fondazione Teatro Donizetti, con cui la Fondazione Ravasio mantiene, anche per l’edizione 2021, una felice collaborazione.

Gli ultimi due incontri della rubrica avranno come protagonisti Bruno Bozzetto, venerdì 17 settembre, in un incontro in cui si esploreranno assonanze e dissonanze tra il teatro di figura e l’arte dell’animazione, e infine Paola Serafini e Luì Angelini, sabato 18 settembre (alle 17, diversamente dagli altri appuntamenti).

Il 2021 è anche anno di novità per Borghi & Burattini: la più promettente è la rassegna spin-off del festival, chiamata “La valle dei burattini”. “È un’iniziativa che è potuta nascere grazie al grande coraggio dimostrato dai comuni”, racconta Loglio. “Per quest’anno siamo partiti dal comune di San Pellegrino, anche grazie al sostegno economico di San Pellegrino Spa, ma l’idea e l’ambizione è che col tempo si allarghi e si rivolga all’intera Val Brembana”. Da luglio a settembre, quindi, quattro spettacoli e tre laboratori, che permetteranno di cimentarsi nel mondo del teatro di figura tramite i più svariati materiali, dal legno alla carta.

Ce n’è per tutti, insomma, in una rassegna che ha dovuto e saputo adeguarsi alle difficoltà dei tempi difficili attuali. “Per l’edizione 2020 abbiamo fatto di necessità virtù, raccogliendo spazi di disponibilità amministrativa, preziosi ma piuttosto sporadici”, dichiara Loglio. “Abbiamo quindi creato una programmazione che in parte ricalcasse le esigenze dei committenti e soprattutto, complice la situazione estrema, abbiamo inserito lo streaming e le possibilità che il digitale offre. Nonostante tutto, la risposta del pubblico è stata molto favorevole”.

Quest’anno il digitale e lo streaming sono utilizzati con maggiore consapevolezza e oculatezza: l’obiettivo principale è quello di favorire una maggiore partecipazione, senza, chiaramente, che lo strumento snaturi totalmente l’essenza del gioco teatrale. Conclude Loglio: “Quest’anno ci siamo mossi anche verso una scelta per noi nuova: una selezione più accurata, che svincolasse, soprattutto, dal tradizionale binomio burattino-bambino. Puntiamo a un festival di qualità alta, e speriamo che il nostro pubblico possa apprezzarlo al meglio”.

Sito Fondazione Benedetto Ravasio

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