Il territorio bergamasco custodisce nel proprio patrimonio culturale forme d’arte capaci di sconfiggere il passare del tempo, attraversandone i secoli, mantenendo intatta la propria capacità di emozionare e comunicare. Il teatro di figura in particolare – con le sue marionette, burattini, ombre e oggetti animati – costituisce un’espressione artistica che continua a rinnovarsi e a parlare ai giovani, con linguaggi sempre nuovi e sorprendenti.
È in questo dialogo tra memoria e innovazione che rassegne come « Fili d’Arte » assumono un ruolo prezioso e determinante nel panorama culturale territoriale e nazionale. La valorizzazione di un’arte antica diventa occasione per esplorare temi urgenti e attuali, trasformando Bergamo in un crocevia di linguaggi espressivi che sanno parlare tanto ad un bambino quanto ad adulto consapevole.
Un festival che guarda oltre i confini del teatro
Dall’11 al 14 settembre, la città di Bergamo accoglierà la seconda edizione della rassegna, il festival di Teatro di Figura organizzato dalla Fondazione Ravasio – Museo del Burattino ETS. Un appuntamento che quest’anno pone particolare attenzione al pubblico dei giovani adulti, cercando di dimostrare come il teatro di figura sappia affrontare tematiche complesse con poetica profondità. La manifestazione si articolerà tra tre differenti location: il Museo del Burattino, custode della memoria storica di quest’arte, il Teatro Qoelet di Redona e, novità di questa edizione, la suggestiva Sala Piatti della Fondazione MIA. «Il teatro di figura non è soltanto un linguaggio per l’infanzia, ma un’arte viva, capace di affrontare temi complessi e di parlare in profondità anche a un pubblico adulto», sottolinea l’organizzazione, delineando la filosofia che anima l’intero festival.
L’inaugurazione, giovedì 11 settembre alle 21.15 al Teatro Qoelet, vedrà protagonista la compagnia fiorentina Zaches Teatro con « I Racconti di Sibylla », spettacolo tout public (dagli 8 anni) vincitore del premio nazionale di Teatro Ragazzi «Emanuele Luzzati» 2024 e del premio «Live Streaming Theatre 2020». L’opera, ispirata alla figura di Marie Sibylla Merian, naturalista e pittrice del XVII secolo, condurrà gli spettatori in un bosco misterioso, dove smarrimento e ricerca di sé si intrecciano indissolubilmente. Attraverso ombre, marionette, pupazzi e un universo sonoro immersivo, la regista Luana Gramegna e l’attrice Enrica Zampetti daranno vita a fiabe tradizionali come «Cappuccetto Rosso», rivelando la potenza archetipica e simbolica di queste narrazioni senza tempo. Una produzione Zaches Teatro e Straligut Teatro che ha conquistato critica e pubblico per la sua capacità di non rinunciare alla cupezza originaria delle fiabe, creando atmosfere dove «la paura si fonde con lo stupore, la meraviglia, la fantasia».
Venerdì 12 settembre, nella cornice della Sala Piatti di Fondazione MIA, Valentina Lisi e Nadia Milani porteranno in scena « Relazioni necessarie », produzione Manifattura Lizard vincitrice del premio «Porto Sant’Elpidio – Città dei Bambini 2023». Un grande e polveroso album di famiglia si trasformerà in libro pop-up, dove le fotografie prenderanno vita attraverso sagome e figure di carta. Matilda, la giovane protagonista, racconterà il suo passaggio all’età adulta tra affetti, distanze e stereotipi che si tramandano di generazione in generazione. Una riflessione visiva e poetica su ciò che ereditiamo, su che cosa trattenere e che cosa lasciare andare, pensata per preadolescenti, adolescenti e adulti che desiderano interrogarsi sulle dinamiche familiari, con uno sguardo ironico ma mai banale.
Il «Premio Ravasio» a Silvia Torri
Momento centrale del festival sarà sabato 13 settembre, quando il palcoscenico del Teatro Qoelet accoglierà «Flirt» di Silvia Torri, della compagnia Créature Ingrate. Uno spettacolo coraggioso e necessario, pensato per giovani adulti (25-35 anni), che affronta con intelligenza e ironia temi come sessualità, relazioni contemporanee e solitudine in un contesto sociale precario. Le avventure sessuali di una ragazza moderna verranno interpretate da un preservativo femminile, in un gioco teatrale che alternerà momenti di comicità sfrenata a riflessioni profonde sulla fragilità delle relazioni nell’era di Tinder. L’opera, vincitrice di premi internazionali tra cui il premio «Cantiere Incanti 2019» di Festival Incanti e il riconoscimento «Minimo Teatro Festival 2019», è nata dalla collaborazione con associazioni che si occupano di educazione all’affettività.
«”Flirt” è un lavoro che ho iniziato a scrivere otto anni fa, quando avevo 25 anni. Ho cercato di tradurre in questo spettacolo la realtà sentimentale ed emotiva mia, dei miei coetanei e delle mie coetanee. Sono felice che, a sei anni dalla sua uscita, continui a ricevere riconoscimenti e a parlare ancora alle persone», racconta Silvia Torri. Alla stessa artista, a seguire, Fondazione Ravasio conferirà il XXVIII «Premio Giuseppina e Benedetto Ravasio» con questa motivazione: «Con intelligenza e delicatezza, porta in scena temi urgenti e necessari, trasformando l’intimità privata in riflessione collettiva. Con un linguaggio poetico e visivo innovativo affronta la complessità delle relazioni, rendendo il teatro uno strumento di consapevolezza».
Il festival non trascurerà, inoltre, la dimensione partecipativa e didattica: sabato 13 settembre alle 10.30, il Museo del Burattino ospiterà « Dentro il Teatrino », nuovo format di visita teatralizzata guidata dall’attore Stefano Mecca e dal burattinaio Gabriele Codognola. Le sale del museo si animeranno di racconti e scene dal vivo, in un’esperienza immersiva realizzata in collaborazione con Teatro Prova. Nel pomeriggio e la domenica mattina, Silvio Gioia condurrà « Lumen », laboratorio interattivo di luci e ombre per genitori e bambini dai 2 anni, dove mani, corpi e oggetti quotidiani diventeranno strumenti per creare mondi fantastici, in un gioco antico e poetico che unirà scoperta sensoriale e creatività.
Domenica 14 settembre alle 21.15, sempre al Teatro Qoelet, il festival si concluderà con «La forza di Arianna» di Silvio Gioia, performance di teatro d’ombre che rileggerà il mito classico, restituendo alla protagonista tratti divini e simbolici legati alla Grande Dea Madre. Un racconto ironico e poetico nato dalla consulenza della professoressa Francesca Lisi, già presentato alla Galleria degli Uffizi per «Uffizi Live 2018».
Un intreccio di sostegni e collaborazioni
«Fili d’Arte» si conferma un appuntamento capace di intrecciare linguaggi antichi e visioni contemporanee, dimostrando la vitalità di un’arte che sa reinventarsi senza tradire le proprie radici. Il festival è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Camera di Commercio e Promoisola, con il patrocinio della Provincia di Bergamo e di Unima Italia. San Pellegrino Spa figura come sponsor principale, mentre Teatro Prova, Fondazione MIA e Teatro Qoelet di Redona collaborano alla realizzazione dell’evento.
Un festival che, nell’era del digitale e della comunicazione frammentata, riafferma il valore del teatro di figura come strumento di riflessione collettiva, capace di parlare alle diverse generazioni con la forza evocativa delle immagini animate e la profondità dei temi universali che attraversano l’esperienza umana.
«Con questa seconda edizione di Fili d’Arte vogliamo mostrare che il teatro di figura non è soltanto un linguaggio per l’infanzia, ma un linguaggio universale, vivo e capace di parlare con forza a tutte le generazioni», afferma Filippo Cecchini Manara, presidente della Fondazione Ravasio. «Abbiamo voluto dedicare questa edizione in particolare ai giovani adulti, perché crediamo che il teatro di figura possa essere uno specchio in cui leggere la complessità del presente: marionette, ombre e oggetti sanno raccontare con forza temi che appartengono a tutti, dalla crescita alle relazioni, fino alla ricerca di sé. Siamo orgogliosi che il festival quest’anno entri per la prima volta nella Sala Piatti – Fondazione MIA, uno dei gioielli storici di Bergamo, che si affianca al Museo del Burattino e al Teatro Qoelet: il dialogo fra spazi antichi e linguaggi contemporanei è la cifra con cui vogliamo far vivere il teatro di figura nel cuore della città».
«Con il premio “Giuseppina e Benedetto Ravasio” a Silvia Torri – continua il presidente – celebriamo un’artista che, con delicatezza e coraggio, trasforma l’intimità in riflessione collettiva: un messaggio prezioso per comprendere quanto il teatro di figura sia oggi un linguaggio vitale e necessario. “Fili d’Arte” conferma la missione della Fondazione: custodire la tradizione e, al tempo stesso, sostenere la ricerca e l’innovazione ».
Lasciamoci quindi attraversare, con «Fili d’Arte» da storie che parlano con le mani, con la luce, con il legno e con il silenzio. Le prenotazioni sono disponibili sul sito Eventbrite o scrivendo a [email protected]. Biglietti: intero €7, ridotto €5. Abbonamenti disponibili. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale.