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«Radio Shakespeare». E se Romeo e Giulietta si incontrassero a Villa d’Almè?

Articolo. Sul palco nove adulti over 60 e quattro adolescenti, per parlare di amore tra passato, presente e futuro. Domenica 17 dicembre alle 16 al Teatro San Carlo di Villa d’Almè andrà in scena uno spettacolo teatrale promosso dal Comune e diretto da Swewa Schneider. L’ingresso è libero e gratuito

Lettura 4 min.

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire» scriveva Italo Calvino. È un libro capace di parlare a generazioni diverse con la stessa intensità; un’opera che può anche non piacere, ma da cui di certo non si rimane indifferenti. Tra tutti i testi teatrali che siano stati scritti finora, «Romeo e Giulietta» è un grande classico. Pensate che del capolavoro di Shakespeare esistono non solo messinscene innumerevoli, ma anche più di quaranta versioni cinematografiche, di cui la prima nel 1900, realizzata a soli cinque anni dalla nascita del cinema.

Agli adolescenti e agli adulti di Villa d’Almè, Shakespeare ha parlato in modo originale. Ad alcuni anziani del paese, infatti, la faida tra Montecchi e Capuleti ha ricordato un’antica rivalità tra i residenti di Villa d’Almè e quelli della frazione di Bruntino. Amori impossibili, come quelli che animavano la «bella Verona» della tragedia.

Domenica 17 dicembre alle 16, sul palco del Teatro San Carlo di Villa d’Almè (via Ripa 2), la Compagnia Teatro e Cuore porterà in scena «Radio Shakespeare. Storie di amori», uno spettacolo che al dramma cinquecentesco unisce racconti del territorio e narrazioni autobiografiche. La rappresentazione, ad ingresso gratuito, è diretta da Swewa Schneider, con la collaborazione alla drammaturgia e l’assistenza alla regia di Lucio Guarinoni, audio e luci di Andrea Ghidini e musica dei jingle di Alessandro Perico. Sul palco, saliranno nove adulti over 60 – Patrizia Arrigoni, Gaetano Balicco, Antonio Donghi, Giuseppe Donghi, Maurizia Donghi, Mario Perico, Carmen Pozzi, Luigino Rota e Maria Antonietta Torrisi – e quattro adolescenti: Anna Crippa, Michele Bonalumi, Alessandro Perico e Federico Sonzogni.

Due generazioni diverse, «che interagendo tra loro hanno creato un legame speciale, sviluppando capacità comunicative, creative e sociali». A raccontarlo è Bruna Rinaldi, Assessore alla Cultura del Comune di Villa d’Almè, realtà promotrice del progetto e dello spettacolo. «Il teatro è un’arte che parla al cuore e alla mente, ritengo perciò importanti questi rapporti intergenerazionali, anche al di fuori del contesto familiare, attraverso attività comuni, come recitare, esperienza divertente e gratificante per tutti».

La Compagnia Teatro e Cuore

Ma facciamo un passo indietro. Prima di «Radio Shakespeare» c’è stato « Ieri, oggi, domani »: un libro nato da una piccola inchiesta rivolta dai bambini e dai ragazzi di Villa d’Almè ai loro nonni, diventato poi uno spettacolo. Il 10 dicembre 2022, alcuni dei cittadini più “anziani” e un gruppo di adolescenti hanno svestito per la prima volta i loro panni quotidiani per salire sul palco e farsi coro, nonostante le esitazioni e le paure («Ó mia capìt, cosa capirà la gente?»).

Chi fa teatro lo sa: quando si comincia, non si smette più. A questa prima esperienza non poteva quindi che seguirne un’altra. «L’anno scorso ero entrata nel progetto in punta di piedi – rivela la regista Swewa Schneider e c’era moltissima passione, ma un po’ di resistenza. Quando facevano degli esercizi teatrali, vocali o di movimento, i partecipanti si sentivano un po’ strani, non ne capivano l’obiettivo. L’anno scorso ho lavorato molto sulle narrazioni e sui percorsi. Quest’anno, invece, li ho sentiti pronti, li ho testati; li ho portati allora più a un lavoro teatrale, corporeo, di coro. La scena è completamente vuota: sono i loro corpi a parlare, fanno gruppo, si spostano nello spazio».

Swewa non ha avuto più bisogno di spiegare nulla: fare teatro è anche una questione di fiducia. «L’anno scorso abbiamo lavorato su una storia del territorio a frammenti. Quello che vedrete in scena domenica, invece, sarà una storia con un inizio e una fine. Una storia costruita insieme ai nonni e agli adolescenti, che l’anno scorso avevano lavorato per lo più separatamente». A differenza di quanto accaduto nel 2022, infatti, quest’anno Schneider ha cercato di integrare il più possibile i ragazzi nelle scene con gli anziani, facendoli provare insieme, facendoli incontrare.

Dall’incontro è nato anche un nome. Sorrido, mentre Swewa mi elenca alcune delle buffe proposte scaturite a seguito di un brainstorming: «Meglio tardi che mai», «Oltre gli acciacchi». La scelta è ricaduta su Compagnia Teatro e Cuore. Semplice, ma d’impatto, oltre che capace di unire tutte le età.

A microfono aperto

La scenografia è scarna, essenziale. Sul palco c’è Patrizia Arrigoni, un’ex maestra, che dall’età di tre anni non vede, ma come l’indovino Tiresia forse conosce più di chiunque altro. A lei è affidata la conduzione di Radio Shakespeare: una radio vera e propria, il microfono aperto di Villa d’Almè, che apre a interventi, domande, stimoli. «Alla storia di “Romeo e Giulietta” si intrecciano racconti autobiografici – spiega Schneider – tutto quello che non è parola di Shakespeare è parola dei partecipanti, che si alternano al microfono, raccontano ciò che viene loro in mente rispetto al contenuto della puntata».

Ecco allora emergere memorie: amori ostacolati tra Villa d’Almè e la frazione di Bruntino. La discoteca in autostop, il Kit cat di Zingonia. Tra le scene più belle, ci sono le ricette dell’amore. Sì, perché se l’amore fosse una pietanza, per Carmen Pozzi, la poetessa del gruppo, sarebbe «zabaione». Maria Antonietta, invece, opterebbe per la besciamella. E quella pioggia di grana e ragù, che fa scendere l’Eros in sala…

Come nell’opera shakespeariana, c’è il dramma e la comicità. C’è un velo di mistero all’inizio, c’è la tragedia alla fine. «Concludiamo con un solo racconto di un adolescente, Alessandro, che è molto intenso: un albero che viene tagliato, reciso continuamente, e non riesce quindi mai a prendere una forma».

Una metafora che ci riporta al finale di Romeo e Giulietta e ci interroga sull’eredità e sulla colpa del mondo adulto sulla vita dei giovani di oggi e del passato: «gli adulti riescono a conciliarsi, trovano pace, solo nel momento in cui i figli muoiono. La chiave di lettura che abbiamo usato è quella del mondo adulto che intrappola in qualche maniera il mondo giovanile. Oggi ci sembra ci sia più libertà rispetto al passato. E invece c’è ancora qualcosa che intrappola, che condiziona: c’è un albero che non riesce a crescere, ad assumere la forma che vuole».

Dal microcosmo al macrocosmo

L’obiettivo della Compagnia Teatro e Cuore non è solo quello di portare in scena uno spettacolo. Lo spiega Swewa, da sempre attenta al tema della memoria che si fa teatro e del teatro che si fa memoria. «Una volta che tu racconti la tua storia, la tua storia diventa universale. Le tragedie shakespeariane, come quelle greche, sono sempre estremamente contemporanee. È la forza dei loro testi: ci vedi sempre qualcosa, ti danno una chiave per leggere l’oggi, per arrivare all’umano».

E così succede che anche chi sale sul palco si riscopre, si commuove. Il ragazzo diventa nipote, l’adulto nonno. Mi sembra quasi di vederli: Swewa Schneider, Bruna Rinaldi che non manca mai alle prove, Maria Antonietta che una volta ha detto: «è importante tutto questo, perché è terapeutico». Lo spazio del laboratorio che si fa casa.

«Teoricamente stiamo insieme due ore, ma poi sono tre, tre e mezza. Poi a volte ci diciamo: “dai, portiamoci anche i panini, mangiamo qui”. Insomma, si è creato proprio un legame di famiglia. Abbiamo la chat di WhatsApp; ieri Luigino, che cammina, ci ha mandato un video del Canto Alto. E poi, gli over 60 hanno una vitalità che io mi scordo – scherza la regista – A un certo punto dello spettacolo ballano, hanno scelto loro la musica: “Stayin’ alive”, si mettono i giubbotti di pelle, si muovono da “ganzi” ed è un punto dove io muoio. Muoio perché è bellissimo».

L’ingresso allo spettacolo è libero fino ad esaurimento posti, per info contattare la biblioteca al numero 035 6321119 o via mail.

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