Esistono patrimoni che non si toccano, ma che si tramandano. Non hanno muri e cornici, ma vivono nelle voci, nei gesti, nei riti e nelle tradizioni di un popolo. Sono i patrimoni culturali immateriali, dei fili invisibili che legano le comunità alla propria identità e alla memoria collettiva. Valorizzarli non significa solo conservarli, ma renderli vivi, attuali, partecipati. Significa riconoscere che una danza tradizionale, una lingua, un canto, un evento che attraversa i secoli o un’antica ricetta custodiscono la stessa dignità e ricchezza di un monumento o di un museo: promuoverli è un atto di rispetto verso il passato e di fiducia nel futuro.
In questo articolo vi raccontiamo cinque patrimoni culturali immateriali della nostra provincia. Non sono i soli: ce ne sono tantissimi! Per mapparne il maggior numero possibile, la Provincia di Bergamo ha avviato, all’interno del progetto «Thrive – Heritage shapes the future», una raccolta dati aperta a tutti. Ma partiamo da alcuni “tesori” che, siamo certi, scateneranno in voi ricordi ed emozioni.
Gli Scarpinòcc di Parre
Gli Scarpinòcc sono il piatto tipico di Parre, un grande classico che ha segnato la storia della gastronomia bergamasca. È una pasta ripiena che si differenzia dal classico casoncello sia per il condimento che per il ripieno, fatto con ingredienti poveri ma da sapore deciso. La ricetta di questa prelibatezza, che potete trovare sul sito di ValSeriana, è semplice, ma unica: pane grattugiato, formaggio grattugiato (tipo Grana Padano), uova, latte, burro, spezie ed erbe aromatiche (immancabile è, ad esempio, il prezzemolo!)
Ma da dove arriva un nome così particolare? Il nome Scarpinòcc sembrerebbe derivare dalla forma delle antiche calzature di panno utilizzate dai pastori del paese fino a qualche decennio fa, chiamate appunto così in bergamasco. In passato, il piatto si preparava in famiglia in occasione della festa patronale di San Pietro. Oggi è una delle ricette più amate da grandi e piccini, dai bergamaschi…e non solo!
Il baghèt
L’antica cornamusa bergamasca è legata per antonomasia alla tradizione natalizia. Si tratta di uno strumento povero, nato e diffuso tra i pastori delle nostre valli, e suonato perlopiù dai contadini nelle loro stalle nel freddo periodo invernale. L’uso di una cornamusa nella nostra terra risale addirittura al 1300: le prime testimonianze pittoriche di questo strumento si trovano negli affreschi della Basilica di Santa Maria Maggiore, nel cuore di Città Alta, e del castello di Bianzano, che recentemente – a proposito di tradizioni e patrimoni – ha accolto la suggestiva rievocazione medioevale alla Corte dei Suardo.
Sul baghèt sono stati fatti, negli ultimi anni, importanti lavori di ricerca, a partire dagli studi del ricercatore Valter Biella che hanno permesso riscoprire e riportare alla luce questo strumento, di cui per molto tempo si erano perse le tracce. Era diffuso nelle valli, tra cui la Valle Seriana dove fino all’inizio del secolo scorso era presente e attivo un gruppo di musicisti, tra cui Giacomo Ruggeri di Casnigo. La tradizione musicale viene portata avanti oggi da tanti gruppi e appassionati.
Il Pirlì
Era il 1999 quando in una soffitta di Gaverina Lodovico Patelli, presidente della Cooperativa L’Innesto, trovò i pezzi di un Pirlì – il gioco popolare bergamasco per eccellenza, “erede” della trottola e “antenato” del flipper – risalente al 1930. Dopo un attento restauro di quel pezzo e dopo il ritrovamento di altri giochi in Val Brembana, in Val Borlezza e nell’Alto Sebino, la cooperativa presentò ufficialmente il gioco alla storica «Festa dei Fagioli» di Gaverina (che fino ai primi anni Duemila richiamava in paese migliaia di visitatori) e nel 2001 organizzò il primo campionato provinciale del Pirlì (che sicuramente vi ricorderete per «Il Bepi Quiss»). Da allora, il lavoro di recupero e di salvataggio del gioco non si fermò più, fino all’ottenimento del riconoscimento di patrimonio culturale UNESCO.
Questo gioco, visto come strumento di memoria, di inclusione e di coinvolgimento delle comunità, è al centro del progetto culturale «Tutti in gioco 2025 – Il Pirlì», aperto a bambini, giovani, famiglie, anziani, turisti, studenti, ricercatori, artigiani, educatori e appassionati di tradizioni. La nuova edizione dell’iniziativa, inaugurata a giugno, proseguirà fino ad ottobre con un torneo in 24 piazze delle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Milano e nella città di Verona, e con un ricco calendario di eventi in tutta la bergamasca.
La barca di San Pietro
In occasione della festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, va in scena una delle più antiche e diffuse usanze popolari bergamasche. Stiamo parlando naturalmente della «Barca di San Pietro», una tradizione contadina tramandata da tante generazioni e conosciuta in tutto il Nord Italia, comprese le nostre valli e la nostra pianura. Ogni anno sono tantissimi i bergamaschi che si sono cimentati nel rituale, immortalato con centinaia di fotografie sui social. Realizzarlo è facilissimo: basta riempire un contenitore di vetro – una ciotola o una brocca con base ampia e piatta – di acqua fredda e versare subito dopo, con delicatezza, l’albume dell’uovo. Non si deve assolutamente mischiare l’acqua con l’albume! A questo punto basterà lasciare il contenitore all’aria per tutta la notte, in giardino o sul balcone di casa.
Come per magia, la barca prenderà forma all’alba. Le vele e la definizione della barca permetteranno di capire se sarà un anno fortunato o meno. Se le vele saranno chiuse sarà infatti un anno piovoso con brutto tempo… il peggior presagio per i contadini di un tempo!
La Scasada del Zenerù
Questo rito agro pastorale, organizzato dalla Pro Loco Ardesio, celebra la cacciata dell’inverno e va in scena ogni anno il 31 gennaio, l’ultimo giorno della merla e uno dei più freddi dell’anno. Migliaia di persone assistono così al rogo organizzato dagli ardesiani per scacciare lo Zenerù, un fantoccio che personifica il freddo inverno e che attraversa il paese a bordo di un carro accompagnato da un chiassoso corteo di persone “armate” di campanacci.
La tradizione coinvolge tutta la comunità di Ardesio, dai più piccoli – protagonisti della lettura della «Poesia del Zenerù» – agli adulti, indaffarati con la preparazione del carro, del fantoccio e della festa che coinvolge tutto il paese. Ogni anno, l’evento segue un tema ben preciso, indicato dall’eremita Flaminio Beretta, la cui scelta di vita è legata al rituale della «Scasada»: un mito per tutto il paese e non solo.
Il progetto «Thrive» della Provincia
Questi sono solo alcuni degli esempi di patrimoni culturali immateriali della nostra provincia. La Provincia di Bergamo, grazie al progetto europeo «Thrive – Talent Harvest: Rural Intangible Heritage and Value Empowerment», ha messo al centro la valorizzazione di questo patrimonio, legato in particolare alle aree rurali. Gli obiettivi del progetto sono molteplici, tra cui preservare e promuovere il patrimonio immateriale, valorizzare le risorse culturali del territorio, trattenere i giovani talenti e rilanciare l’attrattività delle aree rurali attraverso l’innovazione digitale. La progettualità, finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Creative Europe, raggruppa la Provincia di Bergamo con il ruolo di capofila, e riunisce cinque organizzazioni partner provenienti da tutta Europa (tra cui l’Università di Valencia) e con differenti campi di specializzazione.
Il progetto, presentato dall’Ufficio Europa della Provincia guidato da Chiara Tisat, giovane 30enne originaria di Vertova che da sempre nutre un grande amore per il territorio bergamasco, rappresenta un esempio concreto di come la progettazione europea possa tradursi in opportunità per il territorio. «Siamo molto soddisfatti – afferma Chiara, che lavora con due collaboratori esterni sotto la supervisione della responsabile d’area Gloria Cornolti – perché questo risultato è il frutto di una strategia che, in pochi anni, ha trasformato un ufficio senza bandi attivi in una struttura impegnata in oltre otto progettualità, sia internazionali che nazionali. “Thrive” si colloca tra i progetti che hanno ottenuto il punteggio più alto a livello europeo, ed è l’unico del nostro territorio ad essere stato finanziato su questa specifica linea. L’obiettivo del progetto è ambizioso: valorizzare le aree rurali e montane rendendole più attrattive per i giovani talenti, attraverso la promozione del patrimonio culturale immateriale e l’uso di strumenti digitali e partecipativi».
Tra le azioni principali del progetto rientra in questi mesi la mappatura del patrimonio culturale immateriale bergamasco ha coinvolto numerosi stakeholder locali, con un’attenzione particolare al coinvolgimento delle comunità e delle nuove generazioni. Il consenso è stato unanime: il patrimonio immateriale può diventare motore di crescita economica e occupazionale, a patto di costruire sinergie tra turismo, strumenti digitali e sostegno alle piccole imprese. La mappatura è ancora aperta: basta compilare questo form e suggerire il vostro patrimonio immateriale del cuore!
Una grande opportunità per i giovani
Il cuore pulsante di «Thrive» è però rappresentato dai giovani talenti: il progetto offrirà infatti il prossimo anno un percorso formativo bilingue (italiano e inglese) rivolto a 15 partecipanti selezionati, tra i 20 e i 35 anni, provenienti da background diversi. I giovani saranno accompagnati in un’esperienza concreta di training, attività sul campo e co-progettazione insieme a esperti locali, nazionali e internazionali. Il programma prevede lo sviluppo di idee imprenditoriali innovative, capaci di rendere il patrimonio immateriale accessibile, interattivo e digitalizzato. L’obiettivo è duplice: da un lato preservare le tradizioni locali, dall’altro promuovere il territorio, creando un ambiente fertile per la nascita di nuove iniziative culturali. Vuoi partecipare? Candidati qui!
«Thrive» rappresenta molto più di un semplice progetto culturale: grazie a questo percorso si realizzerà infatti una piattaforma di innovazione territoriale, dove tradizione e futuro si incontreranno per creare un valore condiviso. Una memoria digitale che permetterà di tramandare una meravigliosa storia secolare.