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Un murales partecipato per raccontare la solidarietà e il valore del dono

Articolo. Realizzato il 25 e il 26 novembre, pronto ad essere inaugurato il 2 dicembre alle 10: c’è un nuovo murales in viale Pasteur 1, nel quartiere di Loreto, frutto del lavoro collettivo dell’artista Lisa Gelli con alcuni ragazzi e ragazze dai 18 ai 35 anni, giovanissimi donatori di Avis Provinciale Bergamo. Una bella storia di arte che si fa di tutti e per tutti

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Sabato 25 e domenica 26 novembre c’è stato un insolito movimento in viale Pasteur 1, nel quartiere di Loreto. Difficile, per chi passava di lì, non fermarsi: taniche di pittura, rulli, pennelli e una quindicina di giovani. Ancora più difficile, per chi oggi attraversa la via, non accorgersi che qualcosa è cambiato: il «Centro per Tutte le Età», nelle sue pareti esterne, è stato ravvivato da un murales partecipato, progetto di Avis Provinciale Bergamo in collaborazione con la Provincia e il Comune.

Il blu scuro della parete, in forte contrasto con il disegno in verde, rosa e giallo pastello, è frutto del coinvolgimento da parte di Avis Provinciale Bergamo dei suoi associati più giovani, tra i 18 e i 35 anni, legati tra loro dalla generosità del dono: una possibilità di mettersi in gioco per creare rete e legami. Artemio Trapattoni, presidente di Avis Provinciale Bergamo, si augura che «a partire da questa opportunità di coinvolgimento, aggregazione e condivisione, ideata e concretizzata da Avis, questi ragazzi continuino a trasferire entusiasmo e cuore in tante altre attività solidali».

Gli «avisini» under 35 rappresentano attualmente circa il 10% dei donatori: il desiderio è quello che i partecipanti all’iniziativa possano diventare cassa di risonanza per amici e conoscenti, aumentando la possibilità di intercettare nuove adesioni. «Abbiamo scelto un “murales” – continua Trapattoni – perché è qualcosa di visibile, un segno tangibile che, in questo caso, comunica gioia attraverso il linguaggio delle nuove generazioni: ci piace immaginare che, a chi lo guarderà, possa suggerire il valore della donazione e, magari, l’invito a quei gesti generosi che restituiscono senso, sostenendo la nostra comunità».

Il progetto è stato realizzato in rete con Tantemani, il progetto della Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo che da anni utilizza la creatività come strumento di costruzione di competenze e relazioni. «Teniamo molto alla collaborazione con AVIS – dichiara Simona Rota di Tantemani, che ha curato l’organizzazione dell’intervento – perché, chiedendoci di utilizzare la creatività come strumento di relazione, coglie a pieno l’obiettivo del nostro operare».

Una volta individuato dall’Assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina il muro più adeguato in termini di visibilità e fruizione, ottenuto il finanziamento della Provincia, è stato proprio compito di Tantemani indicare l’artista che avrebbe accompagnato i giovani donatori in questo entusiasmante percorso: Lisa Gelli.

«Attenzione», «Solidarietà», «Altro». Il laboratorio con Lisa Gelli

«Come artista abbiamo scelto Lisa Gelli perché sapevamo sarebbe stata la persona giusta per questo tipo di progetto. Ha una sensibilità tale per cui, attraverso il suo approccio artistico e relazionale, riesce a concretizzare grandi laboratori partecipati» sostiene convinta Simona Rota. E così è stato.

Il disegno finale è frutto di un percorso creativo con l’artista, iniziato nel corso di due incontri serali laboratoriali con il gruppo di giovani volontari di Avis Provinciale Bergamo. Le parole e le idee che animano l’Associazione Volontari Italiani del Sangue, quali «volontariato» e «condivisione», si sono concretizzate in immagini attraverso interessanti espedienti creativi.

«Per me è stato importante che i ragazzi lavorassero insieme – racconta la stessa Lisa Gelli – Il disegno e la plastilina, poi, sono stati ottimi alleati per tradurre visivamente le loro idee. Ho fatto in modo che ciascuno avesse un tempo limitato per lavorare su un progetto e poi dovesse passare il proprio prodotto (disegno o scultura) ad un altro, che si trovava a interagire con una rappresentazione e un’idea originariamente non sua». Già dalla fase laboratoriale, quindi, è emerso quanto fosse imprescindibile la condivisione esperienziale.

«I ragazzi sono stati molto attenti e in ascolto: c’era un bel clima di collaborazione, nonostante le età differenti. Siamo partiti da alcune parole: “Attenzione”, “Solidarietà” e “Altro”, caratteristiche tipiche del donatore e del nostro essere comunità. Quello che emerge nel risultato finale è quanto mi piace chiamare “Il contagio della cura”, una ramificazione che si espande come elemento floreale a prescindere dal ramo d’origine. Da qui l’idea di fare un giro per il quartiere e raccogliere una serie di foglie: il disegno finale ne è l’unione, rappresentazione dell’intreccio del tessuto umano della zona. Per la parte operativa sul muro, poi, ho selezionato alcuni pezzi dei disegni che avevano fatto i ragazzi nei nostri incontri di laboratorio: li potete intravedere colorati di rosa e di giallo».

La voce dei protagonisti

Un elemento che cattura l’attenzione, tra le raffiche di vento gelido nel cielo azzurrissimo dello scorso weekend, è l’armonia tra i giovani che si sono radunati attorno al murales. Pur venendo da zone diverse della bergamasca, pur non conoscendo nulla l’uno dell’altro fino a poco tempo prima, appare tangibile la forza che sa generare l’avere un obiettivo comune, nato dalla condivisione di medesimi valori. Mi avvicino e provo a chiedere che cosa li abbia portati ad essere lì, con un pennello in mano e il desiderio di lasciare il proprio segno su un muro.

Beatrice Finazzi, di Ghisalba, quasi 19 anni e donatrice da pochi mesi, mi risponde: «Mi è arrivata una mail di invito e mi sono detta “Perché no?”. Studio Design e Modellazione, ho pensato sarebbe stata una buona occasione per portare il mio contributo. Anche i laboratori serali sono stati molto interessanti: vedere come una stessa parola possa essere rappresentata in modi così diversi mi ha colpito moltissimo».

Ivan Locatelli, invece, 29 anni di Stezzano, fa il tecnico audio e luci: «Queste date proposte nell’invito di Avis Provinciale Bergamo erano congeniali con una provvidenziale sospensione del campionato – scherza – È un percorso che ha seguito diverse fasi, tutte funzionanti al meglio: è creativo, immersivo, abbiamo avuto la possibilità di fare davvero gruppo tra noi. È stato significativo, poi, veder concretizzati in quest’esperienza alcuni valori di Avis: sentirsi parte di qualcosa di grande, di una comunità (come è quella dei donatori), a cui si partecipa offrendo il proprio contributo alla collettività. Tornerò a casa e racconterò sicuramente quello che ho vissuto al presidente della mia Sezione e ad alcuni amici. Conto moltissimo che quest’esperienza possa essere una gocciolina che alimenti i giovani gravitanti attorno ad Avis, coinvolgendone sempre di più».

E ora? Prospettive per il futuro

Si parte con il futuro più prossimo. Sabato 2 dicembre alle 10 ci sarà l’inaugurazione in viale Pasteur 1, con la presenza delle autorità, dell’artista, delle ragazze e dei ragazzi: un momento significativo che possa sì concludere un’esperienza importante, ma allo stesso tempo dare il via a una collaborazione sempre più attiva e propositiva.

È infatti obiettivo di Avis quello di ingaggiare maggiormente le ragazze e i ragazzi partecipanti del progetto all’interno delle attività dell’Associazione, che ora può vantare un Gruppo Giovani affiatato e interessato a portare la propria testimonianza anche a nuovi possibili volontari. Per questo sarà chiesto loro di gestire i contatti e le comunicazioni con tutti coloro che vorranno affacciarsi al mondo della donazione, magari grazie alla campagna di comunicazione girata proprio durante la realizzazione del murales. Video, brevi interviste e shooting fotografici, infatti, saranno presto testimonianza di una campagna social sul volontariato giovanile e sulla donazione di sangue.

Qualcosa, si diceva all’inizio, è cambiato in viale Pasteur. Sicuramente la facciata di un edificio. «Bello slancio per noi!» commenta Chantal Bau, direttrice delle attività culturali del CTE di Loreto, mentre stupita ed emozionata guarda i ragazzi al lavoro sul murales. Per me, anche una piccola parte della storia di Avis Provinciale Bergamo.

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