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A Covo la tradizione abbraccia il gusto con la «Sagra del raviolo nostrano»

Articolo. Dal 10 al 13 ottobre torna la 38esima edizione della sagra dedicata al raviolo De.Co: quattro giorni tra sapori, rievocazioni storiche, spettacoli e visite guidate nel borgo medievale

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Il raviolo nostrano di Covo (Matteo Zanardi)

Ci sono molti piatti della cucina italiana di cui ormai si è persa nel tempo la zona d’origine, diventando simboli della cultura culinaria del Belpaese lasciandosi però alle spalle le motivazioni e i contesti territoriali per cui queste ricette sono nate. Per nostra fortuna, alcuni piatti tradizionali sono invece rimasti ancorati al proprio territorio d’origine e, questo mese, dal 10 al 13 ottobre, il Comune di Covo celebrerà uno di questi pezzi di storia della cucina, il «suo» raviolo di Covo.

Il raviolo nostrano di Covo e la nascita della sagra

Il raviolo nostrano di Covo trova le sue radici tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, quando i contadini festeggiavano la fine dei lavori nei campi prima dell’inizio della stagione fredda. La tradizione voleva che gli abitanti del paese mangiassero questi ravioli in specifici giorni della settimana in base alla propria professione: il lunedì spettavano ai contadini, il martedì ai commercianti e via dicendo, in modo da coinvolgere in una settimana tutta la cittadinanza. Nonostante il passare degli anni abbia fortemente trasformato l’economia della provincia di Bergamo, l’usanza di preparare questi ravioli non si è mai spenta.

A raccontarcelo è stata la signora Rita, abitante di Covo, che a 90 anni prepara ancora i ravioli per amici, parenti e associazioni. Certo, gli strumenti per cucinare sono cambiati, ora la macchina per la pasta è elettrica, ma la passione rimane sempre la stessa. «Preparo i ravioli dal 1980 – ci ha spiegato la signora Rita – e ho imparato la ricetta da mia madre. La ricetta è semplice, nata come modo per riutilizzare gli avanzi. Le regole vere e proprie sono arrivate dopo, ma di base si usa la carne, un po’ di vino per il sapore, il formaggio grattugiato, qualche verdura come cipolla, sedano e carota, e un po’ di aromi».

Rita è in grado di produrre cinque chilogrammi di ravioli al giorno, dedicando alla lavorazione circa due ore il pomeriggio. «In passato, ad ottobre, si adattavano un po’ tutti a fare i ravioli e partecipavano anche le varie trattorie del paese – spiega Rita – Ora le trattorie non ci sono più, ma la tradizione dei ravioli viene portata avanti dall’oratorio e dalle volontarie che li preparano in occasione della festa». Nata quindi come tradizione popolare e diventata con il passare degli anni appuntamento fisso del calendario di eventi bergamasco, la «Sagra del raviolo nostrano di Covo» si pone come occasione per poter raccontare grazie a questo prodotto De.Co (di denominazione comunale) la storia del paese e dei suoi abitanti, fatta di lavori e tradizioni, oltre che a valorizzare le eccellenze a chilometro zero. Per quattro giorni, l’Oratorio San Tarcisio e le varie attività convenzionate diventeranno così il punto di ritrovo per gli amanti del cibo tradizionale.

Gli eventi collaterali

La sagra non sarà però solo una manifestazione culinaria. Domenica 12 ottobre, Covo aprirà infatti le porte del suo patrimonio artistico con visite guidate al centro storico, ai «suoi» murales e alla suggestiva Chiesetta di Santa Lucia, luogo del cuore FAI. Un viaggio per i visitatori che si snoderà tra arte e devozione grazie alle guide della Pro Loco e dagli apprendisti ciceroni delle scuole locali. Non mancheranno le emozioni e i ricordi con l’attesissima rievocazione storica «Medioevo Covese – Il Sacro Dono del Colleoni».

Sabato sera, 11 ottobre, alle 21 uno spettacolo itinerante firmato «deSidera Bergamo Festival» celebrerà il legame tra Bartolomeo Colleoni e il borgo di Covo. Domenica invece, dalle 10 in piazza Don Canapa, la magia del passato rivivrà con accampamenti, antichi mestieri, giochi storici e il corteo storico che alle colorerà le vie del paese con sbandieratori e rievocatori. Completeranno il ricco programma della festa il Luna Park per grandi e piccoli (dal 10 al 13 ottobre in via del Barco) e, lunedì 13 alle 21.15, il gran finale con spettacolo pirotecnico nell’area fiera in via per Fara Olivana.

La 38esima edizione della «Sagra del Raviolo Nostrano di Covo» punta quindi a volersi riconfermare come uno degli appuntamenti principali dell’autunno bergamasco, replicando gli ottimi risultati dell’edizione 2024. Ne è convinto Alberto Gatti, assessore del Comune di Covo con deleghe alla Cultura, Turismo, Eventi e Rapporti con le associazioni. «Dopo il grande successo dello scorso anno – ha commentato Gatti – abbiamo deciso di replicare questo confidando di poter fare ancora meglio. Siamo convinti che la combinazione di gastronomia e cultura possa essere la chiave vincente per fare turismo nel nostro territorio: da un lato la tradizione della “Sagra del raviolo” che quest’anno giungerà alla sua 38esima edizione, dall’altro una storia ancora più antica che da più di 500 anni lega Covo al suo patrono San Lazzaro e al condottiero Bartolomeo Colleoni, due elementi di forte attrazione per il nostro borgo».

L’assessore si è anche soffermato sui numerosi eventi collaterali alla sagra. «Tornerà anche quest’anno la preziosa collaborazione con deSidera Bergamo Festival per il grande spettacolo itinerante del sabato sera “Il sacro dono del Colleoni”, che quest’anno accenderà i riflettori su due temi speciali: i 550 anni dalla scomparsa del condottiero bergamasco e il tema giubilare della Speranza. Uno spettacolo di teatro del sacro e di comunità, che metterà al centro non solo la tradizione e la storia, ma anche temi di attualità e lo farà con la preziosa presenza dell’intera comunità».

La manifestazione e le attività collaterali sono organizzate dal Comune di Covo e dalla Pro Loco di Covo grazie alla preziosa collaborazione dei volontari del paese, a cui Gatti ha voluto porgere i ringraziamenti. «A nome mio e dell’amministrazione comunale il ringraziamento va in primis ai volontari delle varie associazioni che si mobilitano per la perfetta riuscita dell’evento, in particolare dagli alpini che preparano i ravioli e la sagra, alla Pro Loco che coordina l’appuntamento, la rievocazione e le visite guidate. Senza i numerosi volontari che si rimboccano le maniche e donano il loro prezioso tempo gratuitamente, tutto questo non sarebbe possibile».

Orari e informazioni utili

Durante la sagra, la cucina dell’Oratorio San Tarcisio sarà aperta venerdì 10 ottobre dalle 19.30, sabato 11 dalle 19 e la domenica dalle 12 (solo a pranzo). La prenotazione è consigliata al numero 351.7090327. Le visite guidate al borgo, ai murales e alla chiesetta di Santa Lucia si terranno domenica 12 alle 9.30, alle 11 e alle 15 (con guide della Pro Loco e apprendisti ciceroni della scuola secondaria) e alle 18 (con la guida professionista Tosca Rossi).

Per maggiori informazioni contattate il numero 351.7090327 o scrivete a [email protected]
Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito ufficiale della Pro Loco Covo.

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