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«BergamoScienza», la scienza si fa scuola e coinvolge centinaia di studenti da tutta Italia

Articolo. Il festival, in programma dal 3 al 19 ottobre, offrirà per scuole e famiglie ben 95 appuntamenti promossi da 46 istituti scolastici

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(Foto Laura Pietra)

C’è qualcosa di magico in ottobre. Bergamo si veste di colori caldi, si rispolverano i maglioncini dall’armadio, l’aria profuma di cannella e caldarroste… E poi c’è « BergamoScienza », il festival che ogni anno trasforma la città in un laboratorio diffuso di curiosità e meraviglia!

Dal 3 al 19 ottobre si terrà infatti la 23esima edizione del primo festival di divulgazione scientifica in Italia, organizzato dalla Fondazione BergamoScienza. Come ogni anno, il programma chiama a raccolta scienziati, studiosi e divulgatori di fama internazionale, offrendo un appuntamento imperdibile per curiosi e appassionati di ogni età. Il tema scelto per quest’anno è «IN-FORMAZIONE. Dai quanti alla vita», in occasione dell’Anno Internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica (IYQ2025). Oltre 180 eventi gratuiti tra conferenze, laboratori, spettacoli e tour esploreranno l’informazione come codice universale: dal DNA alle leggi della fisica, dai linguaggi della cultura ai sistemi di intelligenza artificiale.

Il programma spazia dall’ambiente alla sostenibilità, dalla fisica quantistica alle neuroscienze, senza dimenticare le contaminazioni con letteratura, cinema, fotografia e musica. Ma al centro del festival restano come sempre i giovani e le scuole: sono 46 gli istituti coinvolti quest’anno, con ben 95 laboratori e workshop che porteranno la scienza direttamente tra i cittadini. Per ripercorrere l’evoluzione del festival e il suo legame con le scuole abbiamo intervistato Raffaella Ravasio, past president dell’associazione BergamoScienza, tra i fondatori del festival e attuale presidentessa del Comitato Scuole della neonata Fondazione BergamoScienza.

AL: Quando ha sentito la necessità di creare un festival scientifico nella nostra città?

RR: La mia passione per il mondo scientifico è nata con le letture, sempre guidata da grande curiosità. Con i miei figli mi sono però resa conto che la società civile spesso non spingeva a interessarsi alla scienza, e da lì è nato il desiderio di portarla a tutti, in modo semplice e accessibile. Abbiamo iniziato in piccolo e, quasi senza accorgercene, siamo diventati enormi: segno che le persone hanno voglia di capire, sapere e appassionarsi. «BergamoScienza» risponde proprio a questa esigenza.

AL: Come ha visto cambiare l’edizione sin dai primi anni a oggi?

RR: Il festival è sicuramente migliorato, soprattutto nella partecipazione delle scuole, che sono aumentate e diventate più attive e coinvolte. Riescono a proporre laboratori di grande valore didattico e spesso molto originali, anche le scuole più piccole, come le primarie.

AL: In più di vent’anni, «BergamoScienza» è diventato un punto di riferimento nazionale: qual è la forza di questa crescita?

RR: Credo che la scienza stia iniziando a interessare tutte le fasce sociali, ed è un fatto importante. In passato i cittadini si trovavano davanti a decisioni complesse senza avere gli strumenti per comprenderle. Oggi c’è molta più curiosità. Inoltre, il coinvolgimento delle scuole fin dall’inizio è stato fondamentale: con i loro laboratori e la «Scuola in Piazza» hanno mostrato a tutta la cittadinanza quanto la scuola sia un pilastro della nostra società. Se si riesce ad accendere la passione nei ragazzi, quella curiosità rimane anche nel tempo.

AL: Quest’anno partecipano 46 istituti scolastici, con 95 laboratori, non solo dalla provincia di Bergamo: che valore ha questa espansione?

RR: È un passo bellissimo: ci sono scuole da Cremona, Brescia e persino dall’Emilia-Romagna, quindi si creano sempre nuove connessioni virtuose. Inoltre, molti studenti da tutta la regione vengono a Bergamo per visitare i laboratori. Questo è sempre stato il nostro obiettivo: incuriosire! E vedere che tanti ragazzi che hanno conosciuto «BergamoScienza» da piccoli oggi lavorano in ambito scientifico è una grande soddisfazione.

AL: Qual è il filo conduttore di questa edizione e quali temi vi stanno più a cuore?

RR: Tutto ruota attorno al tema dell’informazione, declinato in modo trasversale: dall’intelligenza artificiale all’ecologia, dalla medicina al linguaggio e al potere delle parole. Il nostro comitato scientifico ha costruito un programma ricco e ben strutturato, capace di parlare a pubblici diversi, molto in linea con l’informazione che attraversa i mondi.

AL: C’è un’edizione speciale che le è rimasta nel cuore?

RR: Tutte, ognuna a modo proprio, sono state speciali. Ma una delle prime mi è rimasta nel cuore: non mi aspettavo che, in una domenica mattina, i bergamaschi riempissero l’aula di Sant’Agostino per ascoltare Kary Mullis. È stato un momento toccante: lì abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta. Ancora oggi è emozionante ricordarlo.

AL: Quanto conta che la scienza esca dai laboratori e incontri i cittadini, soprattutto i più giovani?

RR: È fondamentale: la scienza deve essere raccontata in modo chiaro da chi la vive ogni giorno, non da semplici opinionisti. Solo così può appassionare e aiutare a costruire una società civile più consapevole, in grado di affrontare e risolvere problemi mondiali.

AL: Nelle scuole si fa orientamento, ma «BergamoScienza» costituisce un’occasione per “orientare” anche gli altri, grandi e piccoli.

RR: L’idea della «Scuola in Piazza» non è nata tanto per fare orientamento, quanto per mostrare ai cittadini ciò che accade realmente dentro le scuole, che spesso restano mondi poco conosciuti. La scuola, però, è un tassello fondamentale della nostra società, perché forma le persone che domani prenderanno decisioni importanti. Per questo abbiamo voluto portarla all’aperto, con esperimenti e attività che coinvolgono tutti gli ordini: dai più piccoli fino ai licei e, più recentemente, anche all’università. È sempre stato un bel momento di condivisione, una vera festa per tutta la città.

AL: Secondo lei, cosa serve oggi per avvicinare le nuove generazioni alla ricerca e alla cultura scientifica?

RR: Bisogna partire dai più piccoli, fin dagli asili. Se li coinvolgi con piccoli giochi a base scientifica, instilli in loro il desiderio di scoprire e di giocare con la scienza. Perché per gli scienziati è la curiosità che spinge a giocare e, nel mentre, si crea scienza.

AL: Quali sfide vede per le prossime edizioni di «BergamoScienza»?

RR: Nessuno di noi si aspettava numeri così grandi, e in continua crescita. La sfida è mantenere vivo l’entusiasmo: è questo il motore che ci ha portati fin qui. La Fondazione è un passo per dare basi ancora più solide al futuro di «BergamoScienza».

AL: Qual è il sogno o l’obiettivo a lungo termine che vorrebbe raggiungere con il festival?

RR: Continuare a seminare voglia di conoscere ed entusiasmo per un tema che può sembrare ostico, ma che in realtà è alla portata di tutti. Credo molto nella collaborazione e nella contaminazione tra discipline e anche tra generi: l’incontro tra prospettive diverse può farci fare grandi passi avanti.

AL: Se dovesse riassumere in una frase lo spirito di «BergamoScienza 2025», quale sarebbe?

RR: Lo spirito di rinnovamento nella continuità.

Gli appuntamenti per scuole e studenti

Dal 2009 al 2024 sono state 720 le scuole coinvolte dal festival: nel corso degli anni insegnanti e alunni hanno accolto con entusiasmo la sfida di ideare e realizzare laboratori scientifici, un impegno che si dispiega nel corso di tutto l’anno scolastico, per trasformare semplici idee nate tra i banchi di scuola in attività di avvicinamento alla scienza. Quest’anno saranno 95 i laboratori proposti dalle scuole: workshop multidisciplinari che spaziano dall’astrofisica alla biologia, dalla chimica alla fisica, dalla matematica alla logica. E poi ancora informatica, medicina, ambiente, arte e neuroscienze. Novità di quest’anno sono le conferenze del sabato mattina dedicate alle secondarie di secondo grado. All’interno del format «Le mattine Fuoriclasse», studenti e studentesse avranno l’opportunità di interagire con esponenti del mondo scientifico, veri e propri “fuoriclasse”, che non si limiteranno a spiegare, ma coinvolgeranno i ragazzi attivante con domande, esempi pratici e punti di vista inattesi sulle tematiche più attuali.

Confermato, come anticipato da Raffaella Ravasio, anche il tradizionale appuntamento con la «Scuola in Piazza», la fiera scientifica on the road che animerà il Sentierone nelle giornate del 4 e del 5 ottobre. Studenti e studentesse di 46 istituti scolastici di ogni ordine e grado, provenienti da tutta Italia, stupiranno i passanti con esperimenti, attività, giochi e quiz scientifici.

Molti dei ragazzi che negli anni hanno partecipato a «BergamoScienza» come studenti oggi lavorano in ambito scientifico: segno concreto del valore formativo e ispiratore di questa esperienza. Anche chi scrive è partita proprio da lì, tra i laboratori e l’entusiasmo di quei giorni. Un motivo in più per rinnovare l’invito: dal 3 al 19 ottobre «BergamoScienza», un’occasione unica per lasciarsi incuriosire, perché la scienza non è mai stata così vicina.

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