Esiste un momento nell’anno in cui la montagna si concede una pausa teatrale, quando l’acqua che scende dalle vette diventa protagonista e il territorio si raccoglie intorno a un evento comunitario, tra sguardi rivolti verso l’alto e tavole imbandite. A Valbondione, la giornata del 12 ottobre segnerà l’ultima apertura stagionale delle cascate del Serio, accompagnata dalla tradizionale «Sagra dei Sapori», una manifestazione che salda natura e convivialità in un’unica giornata di festa.
La duplice iniziativa, ribattezzata «Cascata dei Sapori» per sottolineare il legame tra lo spettacolo naturale e la tradizione enogastronomica, rappresenta l’appuntamento conclusivo di una stagione che ha visto migliaia di visitatori salire lungo i sentieri per assistere al rilascio controllato delle acque del Serio, fenomeno che trasforma la valle in un anfiteatro naturale dove la potenza dell’acqua si manifesta in tutta la sua forza.
Le cascate del Serio costituiscono uno dei fenomeni naturali più imponenti dell’intero arco alpino: un salto complessivo di 315 metri, articolato in tre balzi che, nelle cinque occasioni annuali in cui viene aperta la diga, offre un colpo d’occhio di rara bellezza. L’acqua crea un fragore che riempie la conca, generando una nuvola di vapore e cangianti arcobaleni. La decisione di far coincidere la sagra con l’ultima cascata della stagione risponde a una logica che vuole restituire alle comunità di montagna un ruolo attivo nella narrazione del proprio territorio, evolvendo l’evento naturale in occasione di incontro e di riscoperta delle produzioni locali.
I sentieri per vedere le cascate
Per raggiungere l’Osservatorio Floro-Faunistico di Maslana, punto privilegiato per assistere allo spettacolo, occorre compiere complessivamente un’ora e mezza di cammino. Tre sono i percorsi possibili, ciascuno con caratteristiche diverse: il sentiero CAI 332, segnalato con destinazione Maslana, il sentiero CAI 305 con partenza da via Curò (quello consigliato dagli organizzatori) e il percorso CAI 306 da Lizzola con destinazione Baite di Valbona. In ogni caso, si tratta di sentieri ben segnalati, accessibili a chiunque sia minimamente allenato e disponga di adeguato equipaggiamento.
Per facilitare l’accesso, è disponibile il preacquisto online dei ticket per i parcheggi, attraverso il sito dedicato alla promozione della ValSeriana, soluzione che permette di aggiudicarsi un posto nelle aree di sosta più prossime ai punti di partenza dei sentieri.
Quest’anno, inoltre, la manifestazione introduce una novità che merita particolare attenzione: un servizio sperimentale di trasporto in jeep, pensato per consentire alle persone con disabilità motoria di raggiungere i punti panoramici e di assistere al fenomeno delle cascate. Si tratta di un progetto pilota, realizzato in collaborazione con un gruppo specializzato, per testare la fattibilità di un servizio che, in caso di esito positivo, potrebbe essere attivato stabilmente, su prenotazione, a partire dalla prossima stagione.
La sagra: un laboratorio di sapori
Alle dieci del mattino il piazzale del palazzetto dello sport inizierà ad animarsi con l’apertura degli stand espositivi. Qui, al ritorno dalle cascate, i visitatori troveranno la «Sagra dei Sapori», organizzata dall’amministrazione comunale, in collaborazione con le associazioni del territorio e i commercianti locali.
La manifestazione si propone come viaggio nelle tradizioni bondionesi e bergamasche, tra piatti che raccontano la storia di un territorio aspro ma generoso. L’area ristoro offrirà preparazioni realizzate secondo ricette tramandate di generazione in generazione, tra formaggi d’alpeggio, salumi di montagna, polenta, selvaggina e dolci legati ai cicli stagionali. Gli hobbisti e gli artigiani esporranno i propri lavori, testimonianze di arti che resistono alla standardizzazione industriale. Accanto agli stand troveranno spazio esposizioni di animali da cortile e di trattori d’epoca, “ponti” tra generazioni.
Nel pomeriggio, il gruppo country The Hazzard animerà la piazza con esibizioni di ballo, portando una dimensione di festa popolare. Per i bambini sarà allestita una piscina di mais, esperienza ludica che richiamerà il mondo rurale attraverso il gioco. Verranno inoltre organizzati laboratori o a tema autunnale o dedicati al mondo delle api, con kit di materiali per attività da svolgere in loco. Le sorprese, promettono gli organizzatori, non mancheranno per l’intera durata della giornata.
La giornata vedrà anche la partecipazione di Ivan Jurić, allenatore dell’Atalanta, presente insieme a una delegazione croata, grazie all’interessamento del console croato di Milano, il dottor Stjepan Ribić, che possiede una casa a Lizzola.
«Come sindaco di Valbondione sono orgoglioso di presentarvi questa edizione della “Sagra dei Sapori”, un’occasione per vedere le famose cascate del Serio ma anche per scoprire le tradizioni che il nostro territorio conserva gelosamente», dichiara Walter Semperboni. «Sarà una giornata ricca di sorprese, di animazioni per tutta la famiglia e divertimento tra i Giganti delle Orobie. Un grande ringraziamento ai commercianti del territorio, alle associazioni con i loro volontari che ogni anno rendono sempre più bella e particolareggiata questa manifestazione».
Una montagna viva
Dietro eventi come la «Sagra dei Sapori» di Valbondione c’è una questione di fondo che riguarda il destino delle «terre alte». In un’epoca di spopolamento progressivo delle aree montane, di abbandono di attività produttive tradizionali, di omologazione dei consumi, manifestazioni che valorizzano le specificità locali rappresentano forme di resistenza culturale, prima che economica.
Non si tratta di nostalgia per un mondo perduto, ma di rivendicazione di un modello di vita che ha ancora molto da dire, soprattutto in termini di sostenibilità ambientale e di qualità delle relazioni umane. La montagna non come museo a cielo aperto o come parco tematico per turisti domenicali, ma come luogo abitato, produttivo, capace di generare economia senza rinunciare alla propria identità.
Le cascate del Serio, con la loro apertura controllata, rappresentano un esempio di come l’intervento umano sul paesaggio possa generare forme nuove di relazione con la natura. La diga ha modificato il regime idrico del torrente, ma al tempo stesso ha creato le condizioni per uno spettacolo che richiama visitatori da tutta la Lombardia, e non solo: la dimostrazione di come uomo e ambiente siano in dialogo continuo, in una negoziazione che può produrre equilibri inediti.
Per chi salirà lungo uno dei sentieri CAI, per chi si siederà ai tavoli della sagra, per chi assisterà ai balli country o accompagnerà i bambini nei laboratori, sarà l’occasione di toccare con mano cosa significhi abitare le montagne oggi, quali sfide e quali opportunità si nascondano tra le pieghe di una quotidianità che procede con ritmi diversi da quelli della pianura. E forse, nel fragore dell’acqua che scende verso valle, si potrà cogliere anche un messaggio: che la montagna ha ancora molto da insegnare a chi ha la pazienza di ascoltarla.